la volta buona massimo ghini

GHINI COME NOAM CHOMSKY: ''L'INDIGNAZIONE OGGI È SOLO UNA MODA. SI CRITICA LA STORIA SENZA CONOSCERLA. UNA VOLTA INNESCAI UNA POLEMICA SBAGLIATISSIMA SULLA QUESTIONE DELLE PAROLE NERO E NEGRO, E FINÌ CHE…'' - IL FILOSOFO MICHAEL WALZER "NON HO ALCUNA COMPASSIONE PER I GENERALI CONFEDERATI. MA LE CAMPAGNE CONTRO GRANT O JEFFERSON, MIRATE A TRASFORMARE RADICALMENTE LA STORIA DEL PAESE, SONO ISTERIA A CUI DOBBIAMO RESISTERE''

 

 

MASSIMO GHINI

1. «L'INDIGNAZIONE OGGI È SOLO UNA MODA SI CRITICA LA STORIA SENZA CONOSCERLA»

Riccardo De Palo per ''Il Messaggero''

 

L'uccisione di George Floyd «ha dato enorme visibilità alla battaglia contro il razzismo, e ha creato l'obbligo di schierarsi assolutamente per i diritti civili». Ma, secondo l'attore Massimo Ghini, spesso tutto questo «non è altro che un atteggiamento alla moda». «Sono pronto ad assumermene tutta la responsabilità - prosegue l'attore - dal momento in cui i social lanciano un tema, questo mondo ignorante, senza un progetto, ne diventa vittima».

GIORGIO NAPOLITANO E MASSIMO GHINI

 

Cosa vuol dire?

 «Quando c'è stato l'omicidio, in America, ho condiviso l'indignazione, l'orrore per un fatto del genere. Ma non si diventa meno razzisti se ci si inchina per strada o se si alza il pugno; bisogna costruire una società - e io che abito all'Esquilino lo sento molto - in cui questo modo di sentire sia radicato».

 

A lei capita di spesso di essere controcorrente?

«Una volta innescai una polemica sbagliatissima (io faccio sempre le polemiche sbagliate) sulla questione delle parole nero e negro. Non si diventa razzisti o si è contro il razzismo semplicemente perché si dice nero al posto di negro; bisogna tenere presenti la Storia, la letteratura, che ci portavano a usare un tema che allora non veniva ritenuto offensivo. Se oggi rivedessimo Via col vento, ci stupiremmo nel vedere il personaggio di Mami, doppiata come la caricatura di una persona di colore. All'epoca, c'era un mondo colonialista, un certo tipo di razzismo, che va condannato ma anche spiegato».

massimo ghini foto di bacco

 

E cosa pensa del politicamente corretto di oggi?

«Vorrei che il politically correct fosse una scuola di pensiero che possiamo portarci dentro; ma questo senza diventare talebani. Non c'è niente di peggio nella vita, credo. Ma vorrei raccontarle un episodio...»

 

Prego, mi dica.

«Sembra una barzelletta. C'ero io, un africano e un bengalese. Sono sceso per andare a lavorare e mi sono ritrovato in una situazione paradossale. Sotto casa c'è uno di quei negozi dove trovi un po' tutto, dalla ricarica per i telefonini ai cappelli; e io cercavo dei fazzolettini di carta. Due ragazzi neri africani stavano davanti a me e io, che sono assolutamente rispettoso, aspettavo pazientemente il mio turno. Poi il bengalese, che evidentemente mi conosceva, mi ha chiesto cosa volessi; e l'africano ha protestato. Io non volevo certo passargli avanti, avrei preso i fazzoletti da solo. Ti trovi in situazioni in cui il razzismo non nasce neanche da te».

 

Cosa ne pensa di quelli che vogliono demolire le statue di personaggi del passato, da Jefferson a Churchill?

MICHAEL WALZER

«Allora dobbiamo buttare giù anche l'obelisco di Mussolini, e l'elenco di monumenti da abbattere sarebbe enorme; ma certi valori etici e morali, messi oggi in dubbio da quei simboli storici, a quei tempi nemmeno esistevano. Se bisogna fare il processo alla Storia, io dico: prima cerchiamo di conoscerla».

 

Nel suo lavoro si è imbattuto in questo problema?

«Noi adesso vorremmo fare uno spettacolo tratto da Scipione detto anche l'Africano , il film del 1971 di Luigi Magni, (che dovrebbe debuttare ai Mercati di Traiano all'inizio di agosto, ndr) il processo di Catone il Censore contro Scipione l'Africano. Una storia vecchia di duemila anni che sembra successa l'altro ieri, sembra Mani Pulite. C'è un ammanco terribile nelle casse dello Stato, dopo la campagna militare. E c'è la storia di Sofonisba, la nobildonna cartaginese che viene uccisa da Massinissa. Catone, per premiarlo, gli regala il regno di Mauritania. Se arrivassero le attiviste di Metoo dovremmo bloccare tutto».

STATUA DI MONTANELLI CON LA BIMBA IN BRACCIO

 

E il caso Montanelli?

«Se vogliamo raccontare un passato in cui tutto era politicamente scorretto, non possiamo continuare a giudicarlo con i criteri del presente. Noi abbiamo il dovere di raccontare, anche quello di giudicare; ma non è giusto ridurre Indro Montanelli alla vicenda dalla dodicenne comprata in Etiopia. Perché non parla nessuno di quello che avviene alle donne arabe oggi».

 

 

MICHAEL WALZER "È UN'ISTERIA, DOBBIAMO RESISTERE"

Paolo Mastrolilli per ''La Stampa''

 

«Sento una marea montante di militanti a sinistra che hanno la mentalità della purga». Non usa toni sfumati Michael Walzer, professore emerito all'Institute for Advanced Study di Princeton e storico direttore della rivista Dissent, per spiegare come mai ha firmato l'appello di Harper' s.

 

«È importante difendere il principio della libertà di parola, e resistere alle gang coalizzate contro chi dice cose o sostiene persone politicamente scorrette. Vogliono ripulire le istituzioni, i giornali, le accademie, da chi ha opinioni reazionarie o non sensibili. Bisogna prendere posizione contro ciò, e farlo prima che molti siano colpiti. Alcuni dei firmatari, tipo Noam Chomsky, sono persone con cui raramente mi trovo d'accordo, però penso che questo sia un buon gruppo eclettico, che rappresenta bene le diverse componenti del mondo intellettuale americano».

THOMAS JEFFERSON

 

«Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo?».

«Esatto. Uno dei fattori che hanno ispirato la dichiarazione è l'incidente del New York Times, cioè le dimissioni forzate del responsabile degli editoriali James Bennet, per la pubblicazione dell'articolo del senatore di destra Cotton. Quel commento non mi sarebbe piaciuto, se lo avessi letto, ma licenziare Bennet è la risposta sbagliata. Dobbiamo prevenire simili incidenti».

 

Stanno avvenendo anche nel mondo accademico?

«Certo. Nelle università ci sono stati sforzi da parte di alcuni professori per censurarne altri, o richiedere che ricevessero tutoraggio sulle opinioni politicamente corrette. Anche agli studenti viene chiesto di seguire corsi ideologicamente giusti. Parecchie università di élite sono nel mezzo di discussioni sulle opinioni scorrette riguardo la storia americana».

 

Cosa pensa del movimento per abbattere le statue?

 «Non ho alcuna compassione per i generali confederati. Le loro statue erano state erette per un motivo politico, e quindi possono essere tolte per un motivo politico. Ma le campagne contro Grant o Jefferson, mirate a trasformare radicalmente la storia del Paese, sono isteria a cui dobbiamo resistere.

thomas jefferson sally hemings

 

Sono pronto a discutere degli schiavi di Jefferson, ma vorrei anche onorare l'autore della Dichiarazione d'indipendenza, e spiegare che gli esseri umani sono complessi. Alcuni che hanno fatto grandi cose ne hanno fatte anche di terribili. Siamo un misto di bene e male. A metà dell'800, ad esempio, chi sosteneva l'abolizione della schiavitù era ferocemente contro gli immigrati irlandesi cattolici, e viceversa. Dobbiamo riconoscere la complessità, non solo emettere condanne per ostracizzare figure storiche. La nostra dichiarazione è una risposta adulta al problema».

 

Trump usa il tema delle statue per la sua campagna elettorale.

«Appunto. Questa è la ragione per cui noi liberal e la sinistra dobbiamo parlare, perché la cultura della cancellazione favorisce lo sfruttamento politico da parte della destra».

 

Discutendo di «correttezza politica», il governatore di New York Mario Cuomo mi disse: «Nella nostra città ogni giorno si parlano oltre 150 lingue, questo significa che tutti i conflitti del mondo sono presenti. Se ognuno si sentisse libero di dire e fare ciò che vuole, avremmo una guerra civile permanente. La correttezza politica sarà pure ridicola, ma alle volte serve anche un po' di ipocrisia per tenere insieme le nostre società». Aveva torto?

 

«No. Le discussioni tra ebrei e palestinesi a New York sono più infuocate di quelle che avvengono in Medio Oriente. È giusto avere limiti, a patto di non imporre la censura».

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)