IL GIOCO SI FA DURIGON - ANCHE LETTA CHIEDE LE DIMISSIONI DEL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA ALL’ECONOMIA, CHE HA PROPOSTO DI REINTITOLARE AL FRATELLO DI MUSSOLINI IL PARCO DI LATINA “FALCONE E BORSELLINO”: “PAROLE INCOMPATIBILI PER LA SUA PERMANENZA NELL’ESECUTIVO” - NON SOLO I DEM: ANCHE ELIO VITO DI FORZA ITALIA SI DICE PRONTO A VOTARE LA MOZIONE DI SFIDUCIA PRESENTATA DAL M5S. MA SALVINI BLINDA IL “SUO” UOMO NEL LAZIO: “SE CADE LUI, NOI CE NE ANDIAMO DAL GOVERNO…"

-

Condividi questo articolo


1 - TUTTI VOGLIONO SFIDUCIARE DURIGON

Giacomo Galanti per www.huffingtonpost.it

 

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (1) matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (1)

Dal Pd a M5s, passando per Forza Italia e LeU, tutti chiedono le dimissioni di Claudio Durigon, sottosegretario leghista all’Economia. Il motivo? La sua proposta di cambiare il nome di un parco a Latina che commemora i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, reintitolandolo ad Arnaldo Mussolini (fratello del Duce). E se Durigon non si dimetterà di sua iniziativa, le forze politiche già pensano a presentare una mozione di sfiducia in Parlamento.

 

PARCO FALCONE BORSELLINO LATINA PARCO FALCONE BORSELLINO LATINA

Molto duro il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che al Fatto Quotidiano ha detto: ”Trovo grave e sconcertante il proponimento del sottosegretario al Tesoro Durigon di cancellare l’intitolazione del parco di Latina a Falcone e Borsellino, con l’aggravante di volerlo restituire alla memoria del fratello di Mussolini. È aberrante voler cancellare anni di lotta alla mafia e il sacrificio dei nostri uomini migliori, per giunta allo scopo di restaurare il ricordo del regime littorio”.

 

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

Conte ha agginuto: “Il Movimento chiede che Durigon si batta pure per questo suo progetto ma dismettendo immediatamente l’incarico di sottosegretario di Stato, che richiede ben altri proponimenti”. Per Conte, le parole di Durigon “mettono a nudo l’ipocrisia di forze politiche che, come la Lega, non hanno alcuna reale intenzione di contrastare il malaffare delle organizzazioni criminali”.

 

Sempre con il Fatto, il segretario del Pd Enrico Letta ha chiesto le dimissioni del sottosegretario: “Chi parla di parco Mussolini - ha detto -, semplicemente deve dimettersi”. Per Letta quelle di Durigon “sono parole incompatibili per la sua permanenza nell’esecutivo”. Fonti dem hanno confermato che “l’orientamento” del Pd è quello di votare la mozione di sfiducia del M5s al sottosegretario leghista, una questione che comunque “si vedrà alla ripresa dei lavori parlamentari”.

 

claudio durigon claudio durigon

Per il Movimento 5 stelle si è fatto sentire anche il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli che ha chiesto un passo indietro di Durigon. “Credo che sia intollerabile - ha affermato - ciò che ha detto il sottosegretario Durigon e credo che non sia compatibile con la sua permanenza al governo. Io mi auguro non si arrivi alla mozione di sfiducia. Credo sarà necessario appunto un passo indietro di Durigon”.

elio vito elio vito

 

Anche Elio Vito, di Forza Italia, è dello stesso parere e su Twitter ha scritto: “Voterò la mozione di sfiducia a Durigon presentata dal M5S. Perché l’antifascismo è un valore fondante la Repubblica e perché non possiamo pubblicare ogni anno foto di Falcone e Borsellino e poi restare indifferenti. Spero di non essere il solo in FI.””

CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINI CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINI

 

Pensa alla mozione di sfiducia poi Nicola Fratoianni di Sinistra italiana: “Mentre continua il silenzio del presidente Draghi - ha detto -, silenzio che dura da alcuni mesi, vedo che, con le parole chiare di Letta e Conte, si estende sempre più l’arco di forze che chiede le dimissioni del sottosegretario Durigon dal governo. Ora la mozione di sfiducia è l’unico strumento per ridare un minimo di dignità”.

 

claudio durigon giuseppe conte claudio durigon giuseppe conte

Per Leu è intervenuto il capogruppo alla Camera, Federico Fornaro: “Durigon si dimetta subito - ha spiegato -. Le radici della nostra democrazia repubblicana sono antifasciste. Un sottosegretario non può prendersi un impegno pubblico per cancellare l’intitolazione di un luogo pubblico alla memoria di Falcone e Borsellino e tornare a quella vecchia di Mussolini. Dichiarazioni non smentite che rendono incompatibile la sua presenza al governo con i valori fondanti della nostra Repubblica. Durigon si dimetta subito togliendo tutto il Governo dall’imbarazzo”.

 

PARCO FALCONE BORSELLINO LATINA 2 PARCO FALCONE BORSELLINO LATINA 2

2 - LETTA: "DURIGON SE NE VADA, VOTEREMO LA MOZIONE M5S"

Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per "il Fatto quotidiano"

 

"Chi parla di parco Mussolini semplicemente deve dimettersi". Dopo Giuseppe Conte el'Anpi anche il segretario del Pd Enrico Letta usa parole durissime contro il sottosegretario leghista all'Economia Claudio Durigon, fedelissimo di Matteo Salvini, che mercoledì in campagna elettorale a Latina ha proposto di cambiare il nome del parco cittadino da "Falcone e Borsellino" a "Mussolini" (inteso come Arnaldo, il fratello del duce).

 

l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 2 l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 2

(…) AL MOMENTO da Palazzo Chigi preferiscono fare orecchie da mercante visto che rimuovere il sottosegretario significherebbe aprire una crisi con la Lega, di cui Durigon è uno dei principali esponenti. E così, se la pressione dei giallorosa non porterà alle dimissioni nell 'immediato, la battaglia diventerà parlamentare.

 

l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 3 l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 3

A settembre Pd, M5S e LeU hanno intenzione di coordinarsi per presentare una mozione di sfiducia individuale - la cosiddetta "mozione di censura" per i sottosegretari - per chiedere formalmente al premier Mario Draghi di rimuovere Durigon. E non servirà scriverne una nuova visto che una mozione parlamentare c'è già ed è stata presentata il 6 maggio dai deputati del Movimento 5 Stelle delle commissioni Economia e Affari Costituzionali alla Camera a prima firma Cosimo Adelizzi dopo l'inchiesta di Fanpage in cui il sottosegretario leghista parlava così, intercettato, dell'inchiesta sui 49 milioni della Lega: "Il generale della Guardia di Finanza che indaga, Zafarana, lo abbiamo messo noi".

 

l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 8 l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 8

(…) Di fronte alla pressione dei giallorosa per far dimettere il sottosegretario leghista, resta il problema politico nella maggioranza. Perché fonti vicine a Salvini spiegano che per la Lega il caso non esiste e un esponente molto vicino al segretario minaccia apertamente: "Se cade Durigon, noi ce ne andiamo dal governo".

 

D'altronde Salvini non può permettersi di mollare colui che ha messo in piedi il partito in Lazio, portando tessere e voti dal mondo del sindacalismo di destra dell 'Ugl (di cui è stato vicesegretario generale) e diventando il punto di riferimento del Carroccio nel centro-sud. (…)

 

 

l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 1 l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 1 CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINI CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINI simonetta matone e claudio durigon foto di bacco (4) simonetta matone e claudio durigon foto di bacco (4)

 

claudio durigon claudio durigon l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 6 l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 6 CLAUDIO DURIGON CLAUDIO DURIGON

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

NON È CON LE GUERRE CHE SI ESTIRPA IL TERRORISMO – ISRAELE POTREBBE INVADERE IL LIBANO GIÀ QUESTA SETTIMANA MA NON CAMBIERA' GRANCHE' – NETANYAHU E I SUOI ALLEATI FINGONO DI NON CAPIRE CHE PER RISOLVERE IL PROBLEMA ALLA RADICE 

BISOGNA CREARE UNO STATO PALESTINESE - PER CREARE UN “NUOVO ORDINE” DI PACE IN MEDIO ORIENTE, TEL AVIV HA BISOGNO DI AVERE DALLA SUA PARTE LE OPINIONI PUBBLICHE INTERNAZIONALI: FARE GUERRA E ELIMINARE I CAPI DI HAMAS E HEZBOLLAH NON BASTERA' - IL MESSAGGIO DI NETANYAHU AGLI IRANIANI: "PRESTO SARETE LIBERI". IL PENTAGONO INVIA ALTRI SOLDATI E AEREI DA CACCIA IN MEDIO ORIENTE

DAGOREPORT - LA GUERRA D’ATTRITO NEL CENTRODESTRA NON SI FERMA A UCRAINA, AUTONOMIA, RAI, BANCHE E CANONE, MA SI ARRICCHISCE DI UNA NUOVA SORPRENDENTE ATTRICE PROTAGONISTA: BARBARA D’URSO – A VIALE MAZZINI SI MORMORA CHE DIETRO L’OSPITATA DELLA CONDUTTRICE A “BALLANDO CON LE STELLE” (COSTO: 70MILA EURO) CI SIA LO ZAMPINO DI TELEMELONI. UNA PIZZA IN FACCIA A PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE HA ALLONTANATO “BARBARIE” DA MEDIASET E NON VUOLE VEDERLA NEMMENO SULLE ALTRE RETI – L’AFFONDO DI GASPARRI SULLE BANCHE E SU ELON MUSK, L’AUTONOMIA, IL POSIZIONAMENTO INTERNAZIONALE: TUTTE LE SCHERMAGLIE TRA FRATELLI D’ITALIA, FORZA ITALIA E LEGA…

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE