beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

“SE GRILLO DOVRA’ SCEGLIERE CON CHI STARE, STARA’ CON LUIGI” - I FEDELISSIMI DI DI MAIO SONO SICURI CHE BEPPEMAO, MESSO ALLE STRETTE, FARA’ FUORI CONTE - EPPURE “L’ELEVATO INDAGATO” HA RIBADITO L'ESSENZIALITÀ DI UN LIMITE AI MANDATI (PARLA DI “ROTAZIONE O LIMITI ALLA DURATA DELLE CARICHE”), TEMA SCOTTANTE PER DI MAIO CHE HA GIA’ DUE MANDATI SULLE SPALLE - I CONTIANI PROMETTONO VENDETTA: “DI MAIO SCAPPA DAL GIUDIZIO DELLA BASE MA NON E’ FINITA QUI…”

Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

Non solo stracci. «A volare, nel Movimento, è tutto l'arredamento». Sintetizza così la giornata un deputato 5S di lungo corso. Quello di ieri del resto è stato un sabato da resa dei conti. Prima le dimissioni di Luigi Di Maio da presidente del Comitato di garanzia. «Mi dimetto - ha scritto il ministro degli Esteri in una lettera indirizzata al leader Giuseppe Conte e al Garante Beppe Grillo - Il dialogo è importante, le anime del M5S devono poter esprimere le loro idee».

 

Una mossa a sorpresa con cui Di Maio, consapevole che l'ex premier gli avrebbe chiesto di lasciare l'incarico a breve, lo ha anticipato e si è liberato le mani per poter rivendicare una propria linea politica. «Voglio continuare a dare il mio contributo, portando avanti idee e proposte» si legge nel lungo testo a cui, e qui sta il secondo step della travagliata giornata, fa seguito una nota velenosa del Movimento.

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Un comunicato che descrive la mossa come un «giusto e dovuto passo» dettato dalle «gravi difficoltà a cui (Di Maio ndr) ha esposto la comunità, che merita un momento di spiegazione in totale trasparenza». Infine un nuovo post di Grillo (avvisato da Di Maio prima del passo) che sul blog aggiorna le cinque «stelle polari» del M5S: «leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità». Un intervento in cui l'Elevato, oltre a ribadire l'essenzialità di un limite ai mandati (parla di «Rotazione o limiti alla durata delle cariche»), invita tutti a tornare a parla di temi più che di scontri politici. È ora cioè che la loro «rivoluzione democratica» passi «dai suoi ardori giovanili alla sua maturità».

 

NARRAZIONE

luigi di maio giuseppe conte

Qui però è dove finisce la narrazione ufficiale. Nascosto dal sipario dei non detto c'è tanto altro. Il passo indietro di Di Maio riposiziona lo scontro mettendo Conte nelle condizioni di «non minacciare ripercussioni ad personam, ma di esporsi in un confronto con gli iscritti e con i parlamentari» spiega un senatore dimaiano. «Noi vogliamo spiegazioni sulla partita del Quirinale».

 

L'ex premier, chiaramente, aveva il mandato di trattare per il M5S, concordando però con il resto delle forze politiche di maggioranza le mosse da fare. Un input che non avrebbe rispettato finendo per bruciare il nome di Elisabetta Belloni nella corsa al Colle. «È una questione di democrazia - continua - Ognuno deve poter dire la propria. E bisogna evitare situazioni paradossali in cui si arresta chi denuncia al posto del ladro».

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 26

L'inner circle dell'avvocato la vede diversamente e giura che «non è finita qui». «Luigi prova ad evitare il duro giudizio della base che lo avrebbe sfiduciato», è il ragionamento che filtra dai piani alti del M5S. L'idea è che le dimissioni siano state un «passaggio obbligato per non rimanere sopraffatto dalla disapprovazione che si è levata dagli iscritti per metodi e modo di intendere la politica».

 

Il riferimento è al Comitato di garanzia che ritengono fosse uno strumento con il quale il ministro avrebbe immaginato di contrastare e affossare la leadership di Conte e tessere la sua tela nei passaggi cruciali del M5S, a partire dal regolamento sulle liste elettorali. «Una guerra di logoramento inaccettabile» è infatti il solo commento dell'avvocato. D'altro canto la frase «Il Movimento è casa nostra» che campeggia nella lettera di Di Maio «è un avvertimento» sottolinea un altro dei suoi. «Conte dovrebbe essere riconoscente a Luigi, perché è lui che l'ha portato dov' è».

 

conte di maio

E ancora: «Non si dimentichi che dietro Di Maio c'è un gruppo di parlamentari che manifestano la stessa voglia di dire la propria senza essere tacciati di chissà quale tradimento».

 

LE VERSIONI

Anche su come andrà a finire le versioni sono differenti. Attorno a Conte si vocifera «Se Luigi la smette e non fa una sua corrente» si può ricucire, alludendo allo statuto dei 5s che vieta la presenza di gruppi organizzati all'interno del partito. «Altrimenti sappiamo tutti come andrà a finire»: o io o lui. Scissione o cacciata in pratica. Attorno a Di Maio invece, in attesa del chiarimento, paiono più concilianti: «Un conto è se l'errore (rispetto alla Belloni ndr) è stato commesso per incompetenza o superficialità; un altro è se è stata una strategia definita.

 

CONTE DI MAIO

Nel primo caso possiamo ricucire, a patto che si ascoltino tutti sulla direzione da tenere, che non può essere stare con la Lega e fuori dal governo. Nel secondo si finirà con il chiedere a Beppe di intervenire». A Grillo del resto spetta l'ultima parola su un'eventuale delegittimazione del leader. E se la narrazione di oggi lo vede Elevato appunto, super partes, i dimaiani sono sicuri: «Se Beppe deve scegliere starà con Luigi».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...