beppe grillo con l ambasciatore cinese li junhua cina

I GRILLINI SUBISCONO IL FASCINO DI REGIMI E DITTATORI - NON SOLO L’APERTURA DI CONTE AL “SERRATO DIALOGO” CON I TALEBANI, NEL 2015 DI BATTISTA E L'ATTUALE SOTTOSEGRETARIO ALLA FARNESINA MANLIO DI STEFANO ORGANIZZANO UN CONVEGNO A MONTECITORIO IN CUI ELOGIARONO CHAVEZ E MADURO - LA DIFESA DI DIBBA DELL’IRAN: “NON HA MAI RAPPRESENTATO UNA MINACCIA PER IL NOSTRO PAESE” - I RAPPORTI DEL SENATORE PETROCELLI CON L'AZERBAIJAN, GOVERNATO COL PUGNO DI FERRO DALLA DINASTIA DEGLI ALIYEV - E POI LA CINA, LA RUSSIA, CUBA…

DDS. per “il Giornale”

 

grillo con l'ambasciatore cinese

Sugli smartphone di qualche parlamentare del M5s da ieri circola uno screenshot. È un titolo con alcune parole pronunciate da Alessandro Di Battista il 16 agosto del 2014. La notizia di sette anni fa parla di «un post pubblicato sul Blog di Beppe Grillo» dall'allora deputato pentastellato in commissione Esteri. Si tratta del tristemente famoso articolo in cui Di Battista invitava a «trattare con i terroristi». Per poi spiegare così la sua quantomeno discutibile posizione: «Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione».

 

«Avete capito adesso da dove arriva l'uscita di Conte?» sibilano con perfidia dalle parti dei governisti. Nel gruppo parlamentare collegano la gaffe del presidente del Movimento a certi toni barricaderi del passato, incarnati alla perfezione dalle prodezze di Dibba, che Conte rivorrebbe nei Cinque Stelle. Non solo a proposito della Cina, nel corso degli anni troppi grillini si sono distinti per le posizioni borderline in politica estera.

HUGO CHAVEZ jpeg

 

Antica la passione per il dittatore venezuelano Hugo Chavez e il suo erede Nicolas Maduro. Il 13 marzo del 2015 Di Battista e l'attuale sottosegretario alla Farnesina Manlio Di Stefano organizzano un convegno a Montecitorio dal titolo «L'alba di una nuova Europa». Durante l'evento si prende a modello l'alleanza dei governi filo-chavisti di Centro e Sudamerica. Luciano Vasapollo, un professore della Sapienza, esalta Maduro. Di Battista e Di Stefano battono le mani. Sempre Di Stefano, accompagnato dalla deputata Ornella Bertorotta e dal senatore Vito Petrocelli, nel 2017 va a Caracas. La Bertorotta si distingue per una brillante dichiarazione: «Anche in Italia si sta male con Renzi».

 

nicolas maduro

A giugno del 2020 il quotidiano spagnolo Abc rivela la storia di un presunto finanziamento in nero del regime chavista al M5s, soldi che secondo il giornale sarebbero stati ricevuti da Gianroberto Casaleggio nel 2010. La vicenda, controversa, si conclude con una querela da parte di Davide Casaleggio. Chavez, Maduro, Fidel Castro, Evo Morales. Senza trascurare gli ayatollah iraniani. A gennaio dell'anno scorso gli Usa uccidono il generale Qassem Soleimani, numero due del regime. Di Battista commenta e definisce «vigliacco» e «stupido» il raid americano. Quindi aggiunge: «L'Iran non ha mai rappresentato una minaccia per il nostro Paese».

qasem soleimani

 

Qualche mese prima, a novembre 2019, il sottosegretario Manlio Di Stefano aveva avuto un cordialissimo incontro con l'ambasciatore di Teheran a Roma. Noti anche i rapporti del senatore Petrocelli con l'Azerbaijan, governato col pugno di ferro dalla dinastia degli Aliyev a partire dal crollo dell'Unione Sovietica. Più volte ospite nella capitale Baku, Petrocelli ad aprile scorso ha guidato una delegazione del Comune di Matera (amministrato dal grillino Domenico Bennardi) in visita nel paese del Caucaso. Infine Grillo, ancora lui. Tra il serio il faceto il Garante il 15 settembre dell'anno scorso interviene in collegamento durante un incontro con i senatori. Eloquenti le sue parole, a proposito della democrazia diretta nel mondo: «Chiedono delle domande nei Paesi dove hanno un dittatore. Allora oggi è paradossale che funzionino più le dittature che le democrazie».

ALESSANDRO DI BATTISTA ATTOVAGLIATO IN BOLIVIAALESSANDRO DI BATTISTABEPPE GRILLO E ALESSANDRO DI BATTISTAmanlio di stefano

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…