I TRE TENORES DI PUTIN (SALVINI, BERLUSCONI E GRILLO) DESTABILIZZANO DRAGHI - A PALAZZO CHIGI NON HANNO PRESO BENISSIMO L'ATTACCO DI SILVIO A USA E NATO: C’È LA SENSAZIONE CHE IL “BANANA” SI STIA PERICOLOSAMENTE RIAVVICINANDO ALLE POSIZIONI DI SALVINI, CREANDO UNA "TRIMURTI" FILO-RUSSA CON GRILLO – NON A CASO GELMINI, CARFAGNA E BRUNETTA, MINISTRI SUPER-DRAGHIANI DI “FORZA ITALIA” IN ROTTA CON LA LINEA RONZULLI, HANNO SUBITO PROVATO A RIMEDIARE, CON “MARY-STAR” CHE SI È SPINTA OLTRE: “NON POSSO CREDERE CHE BERLUSCONI ABBIA DETTO QUELLE PAROLE. SE LA LINEA È CAMBIATA QUALCUNO DOVREBBE DIRCELO”
Emanuele Lauria per “la Repubblica”
Le parole di Berlusconi sulla guerra, già di buon mattino, hanno fatto sobbalzare sulla sedia i ministri forzisti: l'attacco del loro leader alla posizione di Usa e Nato, e l'evidente dissenso sul'invio delle armi in Ucraina, ha creato imbarazzo nei confronti di Draghi e del governo di cui fanno parte.
Così, a turno, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta hanno ridimensionato la portata dell'intervento del Cavaliere alla convention di Treviglio. E se Carfagna e Brunetta hanno in sostanza affermato che Berlusconi è stato frainteso, Gelmini ha colto l'occasione per aggiungere nuove perplessità sul corso forzista: «Non posso credere che Berlusconi abbia detto quelle parole. Siamo un movimento filoatlantista, europeista e ci siamo chiamati in passato Popolo della libertà. La libertà è la stessa per la quale lottano gli ucraini. Se la linea è cambiata qualcuno dovrebbe dircelo».
L ARTICOLO CONTRO GLI USA DI TORQUATO CARDILLI SUL BLOG DI BEPPE GRILLO
Insomma, se da un lato la sortita del Capo rialimenta le tensioni interne (Gelmini, la più dura, è in lite con i vertici dopo il caso Salini), i tre rappresentanti di Forza Italia nell'esecutivo ci tengono a rassicurare in fretta il premier sulla fedeltà alla linea di Palazzo Chigi.
E, a conferma che la sortita del presidente ha spiazzato un po' tutti, ecco una rettifica dello stesso Berlusconi, suggerita dal cosiddetto «cerchio magico»: «Io non ho mai giustificato l'aggressione della Russia, mi sono detto deluso da Putin, la fedeltà all'alleanza atlantica è sempre stata la stella polare di Forza Italia».
mara carfagna maria stella gelmini
Il coordinatore Antonio Tajani spiega: «Berlusconi è sempre stato per la diplomazia, il suo approccio è questo, lui non darebbe mai del criminale a una persona che devi spingere a un tavolo sulla pace. Insomma, il presidente dice una cosa precise: a cosa serve insultare Putin? ».
Precisazioni, puntualizzazioni, rettifiche che nascondono un'impressione che diventa timore fra i moderati di Fi: prima ancora che una fiammata di nostalgia di Berlusconi nei confronti dell'amico Putin, la paura concerne un riallineamento con la posizione di Matteo Salvini.
Non per il fatto in sé, ma per le conseguenze che l'estensione di quest' asse alla politica estera potrebbe avere sulla credibilità internazionale del Paese. «Il rischio di un indebolimento agli occhi degli alleati c'è», dice una forzista che ha un ruolo di primo piano. Anche perché c'è un punto concreto da affrontare: ascoltate le forti perplessità di Berlusconi sull'invio di materiale bellico («Dopo le armi leggere, stiamo decidendo di mandare anche carri armati e cannoni pesanti, lasciamo perdere... »), i big di Fi avranno la forza di sostenere un eventuale quarto decreto interministeriale sulle armi? A questa domanda, Tajani non è in grado di rispondere: «Vedremo...».
È una situazione che, dentro e soprattutto fuori il centrodestra, fa materializzare uno spettro: quello di un'insolita trimurti filo-putiniana (o non troppo aggressiva nei confronti del presidente russo) che rischia di delegittimare il governo e il Paese: Berlusconi, Salvini e Beppe Grillo, che nel suo blog ha dato voce alla linea di un'Italia «vassalla degli Usa».
silvio berlusconi licia ronzulli
E ciò malgrado la presa di distanze di Conte. I leader di una parte corposa della maggioranza, questo è il fatto, hanno oggi un'atteggiamento diffidente se non ostile nei confronti dell'amministrazione Biden, che certo non può far piacere a Draghi, da poco rientrato da una missione a Washington, e che potrebbe anche indebolire il rapporto con Biden. Sono i dubbi che in queste ore circolano a Palazzo Chigi e al Nazareno.
I FILO-PUTINIANI SALVINI, BERLUSCONI E GRILLO - BY ELLEKAPPA
Basta sentire il vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano: «Nessuno sfugge a se stesso, alle proprie ambiguità. Questa destra è un problema per l'Italia, e rischia di delegittimare l'iniziativa assunta dal governo per una pace giusta. È l'ennesima conferma del nostro dovere di mettere in campo un'alternativa vincente. Mentre è un bene - conclude - la presa di distanze del M5S dal blog di Grillo».
berlusconi putinSALVINI PUTIN CONTE DI MAIOgiuseppe conte e vladimir putinGELMINI CARFAGNA BRUNETTA