CAVO? CAVOLI! – COME SI È ARRIVATI ALLA DESTITUZIONE DEL GENERALE ROBERTO VANNACCI? GUIDO CROSETTO HA SUBITO INVOCATO UN “ESAME DISCIPLINARE”, MUOVENDOSI CON IL CONSENSO DEL CAPO DELLE FORZE ARMATE, OVVERO SERGIO MATTARELLA. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA, GIUSEPPE CAVO DRAGONE, SPINGEVA PER UN APPROCCIO PIÙ DRASTICO: VOLEVA LE DIMISSIONI DI VANNACCI, E SOLO UN INTERVENTO DI PALAZZO CHIGI GLI HA FATTO CAMBIARE IDEA – GOVERNO SPACCATO: MELONI COSTRETTA A TACERE PER NON PERDERE VOTI, SALVINI NE APPROFITTA SCHIERANDOSI PRO-VANNACCI, TAJANI CONTRO IL GENERALE – ALEMANNO, IL COMUNISTA RIZZO E L’EX GRILLINA TRENTA, IN CORO: “NON L’AVREI RIMOSSO”
1. DAGOREPORT
roberto vannacci a soldati ditalia 4
Come si è arrivati alla destituzione di Roberto Vannacci? Il ministro della difesa, Guido Crosetto, ha subito preso le distanze dalle opinioni dell’ex Folgore.
Con un tweet, subito dopo l’esplosione del caso, ha precisato: “Non utilizzate le farneticazioni personali per polemizzare con le Forze armate. Sarà avviato l'esame disciplinare". Esame che in effetti è partito subito, visto che il giorno successivo, venerdì 18 agosto, Vannacci è stato destituito.
sergio mattarella guido crosetto giuseppe cavo dragone all altare della patria
Come ha scritto oggi Matteo Pucciarelli su “Repubblica”, “il ministro infatti si era mosso con il consenso del Quirinale, cioè con il capo delle forze armate”.
Nella gerarchia dell’esercito, dopo il Capo dello Stato, c’è il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone. Anche lui è stato ovviamente coinvolto nella decisione e, come Dagospia è in grado di rivelare, aveva chiesto un approccio più drastico.
Cavo Dragone era infatti intenzionato a far dimettere dall’Esercito lo scriba Vannacci, anziché optare per la semplice sospensione e destituizione dall’incarico. A fargli cambiare idea, è stato un intervento di Palazzo Chigi.
Giuseppe Cavo Dragone capo di Stato Maggiore della Difesa
Giorgia Meloni è in forte difficoltà: Salvini ha espresso pubblicamente il suo appoggio a Vannacci, per prendere voti a destra, e la Ducetta, per non perderli, è costretta a tacere e mandare avanti i “colonnelli” Donzelli e Montaruli.
Per la sora Giorgia il caso è scottante: Vannacci in definitiva ripete quello che lei ha sempre sostenuto quando era all’opposizione, ma ora, che è appollaiata a Palazzo Chigi, non può più permettersi il “Colle Oppio Style”, per non rischiare una squalifica europea.
In più, tanti camerati d’Italia sottoscrivono parola per parola il libercolo del mal-destro generale (vedi Alemanno) e vogliono approfittarne.
Il problema è sempre il solito: da un lato non può prendere le distanze dai vecchi arnesi missini, pena l’accusa di tradimento, dall’altro questo le impedisce di fare il salto di qualità che le impone il ruolo di premier, e le viene richiesto dall’Europa.
Senza considerare il dato politico: come in tutti i dossier scottanti (l’ultimo, la tassa sugli extraprofitti delle banche), la Ducetta è nel mezzo di due spinte opposte: da un lato Salvini che la vuole fregare a destra, dall’altra ciò che resta di Forza Italia, che spinge verso il centro. Si vedano a tal proposito le dichiarazioni del ronzulliano Giorgio Mulè: “Sto convintamente con Crosetto”
2. DIFESA: MULE' (FI), 'STO CONVINTAMENTE CON CROSETTO'
guido crosetto in vacanza a ponza 7
(Adnkronos) - "In questa storia del libro del generale Roberto Vannacci non c'è possibilità di sbagliare: si sta convintamente dalla parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto". Lo afferma Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e membro della commissione Difesa, già sottosegretario alla Difesa del governo Draghi, al sito del 'Fatto Quotidiano'. Il parlamentare di Forza Italia spiega: "Per una ragione semplice: lo status (anzi, il privilegio) di essere militare impone regole di comportamento rafforzate rispetto a qualsiasi altro servitore della Patria.
La 'disciplina militare', tanto per intendersi, impone l'osservanza di alcuni princîpi (oltre a quelli fondanti della gerarchia e dell'obbedienza): c'entra questo con il libro del generale? Assolutamente sì". "Il ministro della Difesa - continua Mulè - ha unicamente avviato un procedimento per verificare se il generale dell'Esercito abbia deliberatamente violato le regole alle quali ogni militare deve sottostare.
MEME SU ROBERTO VANNACCI BY IL GRANDE FLAGELLO
Nel merito di quanto sostiene Vannacci c'è poco da dire: la Difesa italiana è un esempio mondiale per le pari opportunità". Il vicepresidente della Camera evidenzia che: "Valgano su tutte due circostanze: non si chiede l'orientamento sessuale ai concorsi, ci si sposa serenamente e da anni tra militari dello stesso sesso in alta uniforme e pure con il 'ponte di sciabole'…questa è la 'normalità' che i militari riconoscono e applicano, con buona pace di Vannacci".
"Il resto - spiega Mulè - appartiene alle opinioni di ognuno: ma un militare sa (o meglio dovrebbe sapere) che, come sottolineato in varie pronunce giurisprudenziali, 'non è consentita l'espressione di opinioni politiche o discriminatorie che, se manifestate dal militare pubblicamente potrebbero ledere l'immagine del Corpo di appartenenza e instillare nell'opinione pubblica l'idea che determinate condotte od opinioni appartengano all'intero apparato'". Il parlamentare 'azzurro' conclude dicendo: "Qualcuno è davvero pronto a sostenere che quelle di Vannacci siano opinioni non discriminatorie? Se è così alzo le mani e mi arrendo…"
il sottosegretario giorgio mule foto di bacco
3. VANNACCI: TRENTA, NON L'AVREI RIMOSSO COME HA FATTO CROSETTO
(ANSA) - "Sono stata ministro della Difesa e conosco i meccanismi dell'Esercito. Avessi dovuto decidere io, sicuramente non avrei rimosso Vannacci. La libertà di pensiero deve valere per tutti, sia per coloro che sono favorevoli alle coppie gay e all'adozione sia per coloro che hanno una idea della famiglia con papà mamma e figli. Un libro che apre un dibattito e fa discutere non può avere la forza di cancellare il curriculum di tutto rispetto di un valoroso e fedele servitore dello Stato".
Lo dichiara Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa. "L'art. 1472 del Com ("Libertà di manifestazione del pensiero") - prosegue - dice che "i militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero", specificando però che non possano comunque essere trattati "argomenti a carattere riservato di interesse militare, o di servizio per i quali deve essere ottenuta l'autorizzazione.
Ma il contenuto del libro del Gen Vannacci non è di questo genere e, dunque, non ne aveva bisogno. Ho conosciuto il Generale Vannacci in occasione della sua denuncia sull'uranio impoverito in Iraq. Con quell'atto ha dimostrato integrità, indipendenza di pensiero e coraggio nel fare una battaglia difficile, che era anche la mia. Mi auguro che la severità nei suoi confronti non sia stata dettata anche da questo", conclude Trenta.
4. IL COMUNISTA RIZZO DIFENDE VANNACCI: “ALTRO CHE FRASI OMOFOBE, IL GENERALE FATTO FUORI PER LE SUE IDEE SULL’URANIO”
Estratto da www.repubblica.it
[...] Sul caso del generale Roberto Vannacci, finito nella bufera a causa del suo libro dai contenuti omofobi e sessisti, il ‘rosso’ Marco Rizzo, presidente onorario del Partito comunista, non la pensa diversamente dal ‘nero’ Gianni Alemanno.
La tesi è quella del complotto, secondo cui il generale avrebbe pagato non tanto per le "opinioni personali” contenute all’interno del libro “Il mondo al contrario”, bensì per le sue passate denunce sull’uranio impoverito.
[...] Dice il rossobruno Rizzo: "Non ero a conoscenza che il generale Vannacci avesse presentato ben due esposti alla Procura militare e alla Procura ordinaria di Roma nelle quali denunciava gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano”, dichiara in una nota.
“Eppure – continua – il generale diventa un personaggio pubblico non per queste denunce ma per le sue opinioni personali scritte nel libro 'Il mondo al contrario'. E viene prontamente rimosso. Chissà se la rimozione sia davvero scattata per le sue opinioni personali o per altro?”. Postilla: “Meditate”, scrive Rizzo.
[...] Alemanno, dal canto suo, ha avanzato la medesima perplessità nell'intervista rilasciata a Repubblica e nella quale, oltre a difendere il generale, non esclude una candidatura di Vannacci nelle liste della sua nuova creatura di destra-destra in vista delle elezioni Europee del prossimo anno. [...]
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