1 - PERCHÉ È UN PAESE STRATEGICO PER L’EUROPA
Estratto dell’articolo di M.Fa. per il “Corriere della Sera”
Il Niger è tra i Paesi più poveri: 26 milioni di abitanti (il 17% sopravvive grazie agli aiuti), un Pil di 15 miliardi (1/140esimo di quello italiano).
Quale può essere la sua importanza strategica?
Il Paese è un crocevia nei flussi migratori verso il Mediterraneo. E il suo governo collabora con l’Europa: l’Italia ha appena annunciato un contributo di 7,5 milioni di euro per la lotta ai trafficanti di esseri umani.
Che ruolo ha nella guerra scatenata dai jihadisti?
Cruciale. Dopo che i golpisti nel vicino Mali hanno ordinato la cacciata delle forze internazionali, a vantaggio dei miliziani russi della Wagner, il Niger è diventata la loro base operativa.
Il Paese deve affrontare due rivolte legate ad Al Qaeda e all’Isis nel sud. Ci sono italiani nella missione europea?
La Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (Misin) è stata autorizzata dal Parlamento italiano nel 2018 nell’ambito di uno sforzo congiunto di Ue e Usa. Conta 350 effettivi, 100 mezzi terrestri e sei aerei. […]
Perché il presidente Bazoum è rilevante sul fronte geopolitico?
Eletto nel 2021 nella prima transizione democratica della storia del Niger, […] ha rafforzato il ruolo di alleato dell’Occidente, in un’area dove avanzano regimi golpisti filo russi. Mentre il Sudan da 100 giorni è dilaniato da una guerra tra l’esercito e i miliziani del generale Dagalo, amico di Mosca, che stanno guadagnando terreno.
2 - SAHEL, CADE L’ULTIMA DEMOCRAZIA IL NIGER IN MANO AI MILITARI
Estratto dell’articolo di Michele Farina per il “Corriere della Sera”
vladimir putin summit russia africa 2023
A Diamey la roulette del colpo di Stato, il sesto dal 2020 in quella fascia dimenticata dell’Africa che va dal Mar Rosso all’Atlantico, sembra fermarsi quando Abdou Sidikou Issa mette tutte le sue fiche sul numero dei golpisti.
È calata la sera e il capo di Stato maggiore comunica a 26 milioni di nigerini e al mondo intero che le Forze Armate dell’unica democrazia rimasta nel Sahel, uno dei Paesi più poveri del mondo, ufficialmente sostengono gli ufficiali che 24 ore prima sono andati in tv per annunciare la fine del «regime che conoscete», ovvero la sospensione della costituzione e la rimozione di Mohamed Bazoum. Non un leader dinosauro qualunque, ma un presidente di 63 anni salito al potere dopo le elezioni del 2021, avendo sventato un golpe.
Questa volta gli è andata peggio: dopo una notte di incertezze […] ieri nella capitale hanno sfilato giovani filo-golpisti, al grido di «via i francesi» e con sfoggio di bandiere russe. Mercoledì i militari avevano disperso la folla contraria al golpe, ieri invece hanno permesso che andasse a fuoco la sede del partito del presidente Bazoum. Che quasi in contemporanea su Twitter ostentava fiducia: «Le conquiste della democrazia non andranno perdute», scriveva, mentre gli inviati dell’Ecowas (il gruppo dei Paesi vicini) tentavano un’estrema mediazione.
Putsch «morbido» e condanne dure da parte di molti attori internazionali: Onu, Europa, Stati Uniti. L’Occidente ha investito milioni di dollari in aiuti al Paese alleato più prezioso della regione, il terzo dopo Mali e Burkina Faso a cadere nelle mani di ufficiali golpisti che non guardano più alla Francia (ex potenza coloniale) ma alla Russia di Putin come puntello esterno.
Flussi migratori, guerra ai jihadisti (negli ultimi 5 anni mai così poche vittime come nel 2023), democrazia da rafforzare, lotta al cambiamento climatico: in questa luce perdere il laboratorio Niger è un colpo importante, in particolare per l’Europa. […]
EVGENIJ PRIGOZHIN CON UN RAPPRESENTANTE DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA A SAN PIETROBURGO
In Niger i militari non sembrano essere così filo-russi come in Mali. E da San Pietroburgo anche il ministro degli Esteri Lavrov chiede «il ripristino dell’ordine costituzionale» a Diamey. Certo, Vladimir Putin in queste ore si prodiga in sorrisi al summit Russia-Africa, dove pure sono arrivati pochi leader (17) rispetto ai 43 dell’ultima volta. Mosca non può certo applaudire a un colpo di Stato che i capi africani deplorano.
A Washington, la Casa Bianca scagiona lo zar: «Al momento non abbiamo indicazioni di un coinvolgimento russo o del gruppo Wagner». Ma se nelle strade di Diamey sventola qualche bandiera russa, al tavolo della roulette c’è chi ride. E su Telegram già fioccano gli urrà di commentatori pro-Cremlino, auspicanti l’avanzata della Wagner in un altro Paese, un’altra tacca sul fucile di Prigozhin […]. […] con il Niger «la fascia dei putschisti» che cinge l’Africa sotto la pancia del Sahara diventa quasi completa. […]
antonio guterres mohamed bazoum MERCENARI WAGNER RECLUTANO SOLDATI NELLA REPUBBLICA CENTRAFICANA persone in piazza a diamey, capitale del niger soldati mercenari russi in africa soldati mercenari russi in africa TRUPPE WAGNER IN BURKINA FASO sostenitori di mohamed bazoum a diamey il primo ministro del niger ouhoumoudou mahamadou con giorgia meloni