Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni per “Milano Finanza”
Il premier Giorgia Meloni si prende due settimane per sciogliere il rebus del controllo cinese di Sinochem in Pirelli. All’interno dell’istruttoria sul Golden Power, il governo, alleato atlantico degli Stati Uniti, deve trovare rapidamente una soluzione non soltanto al mantenimento della trazione italiana del colosso degli pneumatici guidato da Marco Tronchetti Provera, ma anche al rispetto di doverosi obblighi internazionali nei confronti di Washington, in aperta guerra fredda con Pechino.
Infatti c’è anche ChemChina, il gruppo che nel 2021 si è fuso con l’altro colosso di Stato Sinochem e a cui ha portato in dote il 37% in Pirelli, nell’ultima black-list stilata dal Dipartimento della Difesa americana a ottobre dello scorso anno. Si tratta di un elenco di società del Dragone soggette a restrizioni nel mercato statunitense in quanto classificate come «compagnie militari cinesi», gruppi che operando direttamente o indirettamente negli Usa, secondo Washington, possono assicurare a Pechino l’accesso a tecnologie avanzate, mettendo a rischio la sicurezza occidentale.
XI JINPING E JOE BIDEN GIOCANO A SCACCHI - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
La lista di proscrizione è lunga è comprende 60 società che vanno dalle più note Huawei e Cnooc, big petrolifero di Stato, alle più sconosciute Thejiang Dahua Technology o Inner Mongolia First Machinery Group. E anche Pirelli, che con il nuovo patto di sindacato siglato lo scorso anno tra la Camfin di Tronchetti (al 14,1%) e Sinochem/ChemChina che ridisegna la governance della Bicocca in favore dei soci cinesi, potrebbe finire nella stretta della ragion di Stato atlantica.
In più, oltre a rischiare un’operatività limitata nel commercio con il ricco mercato americano, Pirelli potrebbe anche esser scaricata dai portafogli di alcuni grandi investitori a stelle e strisce. […] La decisione verrà presa dal Cdm, con molta probabilità già la prossima settimana o la successiva: entro il 23 giugno deve essere data una risposta, altrimenti i poteri di intervento dell’esecutivo decadranno per scadenza dei termini.
Al netto di ricorsi al Tar dei cinesi come fu nel 2021 sul caso Verisem, la strada è quella di una forte limitazione delle prerogative dei cinesi, limiti che innescherebbero un riassetto azionario. Per rafforzare il socio italiano, alla finestra ci sono Cdp e secondo MF-Milano Finanza anche Brembo, pronta a puntellare la partecipazione in Pirelli, ora al 6%.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI