Mattia Feltri per “la Stampa”
Sui giornali di ieri comparivano belle infografiche variopinte a indicare la probabile composizione del prossimo Parlamento, secondo i sondaggi. Niente di cui sbalordire: corposa maggioranza a destra, e sarà già sufficiente ad addurre infiniti lutti. Non vorrei però vi sfuggisse un dettaglio: alla Camera, il centrodestra otterrà fra i 202 e i 240 deputati su quattrocento, e le proporzioni saranno identiche al Senato.
Esattamente quello che ci si poteva immaginare e su cui, con vasto insuccesso, avevo allertato il Pd quando si associò ai cinque stelle, un po' per servilismo un po' per populismo, nella sciaguratissima riforma che ha ridotto i parlamentari da 915 a 600. La trionfale accoppiata fra riforma e legge elettorale (rosatellum), si intuiva, avrebbe permesso al centrodestra di prendere più del cinquanta per cento dei parlamentari con il quarantacinque per cento dei voti. Temo che non vada affatto bene con questo centrodestra, ma non dovrebbe andare bene mai, in nessun caso.
Perché con la maggioranza assoluta di deputati e senatori, si può mettere mano alla Costituzione. Al Pd risposero che sì, era una riforma pericolosa, e dunque avrebbero cambiato la legge elettorale. Ecco, già mi sembrava una stupidaggine sottoporre il buon funzionamento della Costituzione alla volatilità di una legge come quella elettorale, ma poi naturalmente la legge elettorale non l'hanno cambiata. Quindi Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi potranno fare della Costituzione ciò che gli pare. Al primo che si alzerà a gridare al fascismo, toccherà ricordare che peggio dei fascisti ci sono solo i fessi.