alberto perlasca angelo maria becciu credit suisse

IL VATICANO DI SVIZZERO NON HA SOLO LE GUARDIE - C’È ANCHE LA SEGRETERIA DI STATO TRA I “CLIENTI SPECIALI” DI CREDIT SUISSE, SVELATI DALL’INCHIESTA “SUISSE SECRETS” - DAL 1930, QUANDO FU APERTO IL PRIMO CONTO DELLA SANTA SEDE, LA BANCA HA GESTITO FINO AL 77% DEI FONDI DELLA SEGRETERIA DI STATO. TRA CUI OVVIAMENTE ANCHE LA VICENDA DEL PALAZZO DI LONDRA: NEI DOCUMENTI DI WRM, LA HOLDING DI MINCIONE, VIENE SPIEGATO CHE “NESSUNO DEI CLIENTI INVESTITI NEL FONDO È UNA PERSONA POLITICAMENTE ESPOSTA”. PECCATO CHE TANTO BECCIU CHE PERLASCA E TIRABASSI LO ERANO

Gianluca Paolucci per www.lastampa.it

 

suisse secrets 2

Obolo di San Pietro, le donazioni dei fedeli di tutto il mondo alla Santa Sede, accanto ai soldi di dittatori, narcotrafficanti, evasori fiscali, trafficanti di esseri umani. C’è anche la Segreteria di Stato del Vaticano tra i “clienti speciali” di Credit Suisse svelati dall’inchiesta Suisse Secrets. Clienti per i quali non valgono le regole e i controlli standard e le cui procedure di gestione non seguono i canali standardizzati di una prudente attività bancaria.

 

giovanni angelo becciu

Grazie a questa investigazione è anche possibile ricostruire il ruolo della banca svizzera – che secondo gli accertamenti del Vaticano ha gestito fino al 77% dei fondi della Segreteria id Stato - nella vicenda del palazzo di Londra al centro dello scandalo dei fondi del vaticano.

suisse secrets

 

Un ruolo rimasto fuori dalle indagini e dal processo attualmente in corso in Vaticano, ma tutt’altro che secondario, che va al di là delle responsabilità di Enrico Crasso, il funzionario della banca svizzera gestore delle finanze della Segreteria di Stato.

 

Un po’ di storia: il conto a Credit Suisse viene aperto dal Vaticano nel 1930. Inizialmente, ad alimentarlo – lo spiega una nota dell’Apsa in risposta alle richieste di chiarimenti formulate per questa inchiesta – sono le “compensazioni” dello Stato italiano alla Santa Sede decise con i Patti lateranensi.

IL PALAZZO DEL VATICANO A SLOAN SQUARE - LONDRA

 

La stessa nota spiega come “il conto è utilizzato per la prudente gestione del patrimonio della Santa Sede (liquidità e investimenti) per perseguire la missione del Santo Padre”.

 

Secondo Wrm Group, la holding del finanziere Raffaele Mincione che gestiva i fondi Athena dove erano investiti i soldi del Vaticano, nei documenti del fondo Athena “l’investitore era Credit Suisse Ag e il titolare delle quote Credit Suisse London Nominees”, la fiduciaria londinese del gruppo bancario.

 

RAFFAELE MINCIONE

Inoltre, rispondendo alle richieste di chiarimenti formulate dai giornalisti del consorzio, Wrm ha spiegato che negli stessi documenti del fondo Athena è scritto che “Credit Suisse Ag conferma di aver adempiuto a tutti gli obblighi applicabili di due diligence (…) nessuno dei nostri clienti investiti nel fondo attraverso la fiduciaria è una persona politicamente esposta (Pep, ndr.), una persona o società con legami familiari o personali o di affari con Pep”.

 

ENRICO CRASSO

Solo che secondo la definizione di Pep, tanto Angelo Maria Becciu che Alberto Perlasca e Fabrizio Tirabassi, tutti con potere di firma nel conto di Credit Suisse, per quanto “a basso rischio” secondo la normativa europea in materia sono senz’altro Pep anche nell’esercizio delle loro funzioni per conto della Segreteria di Stato.

 

Indicazioni sul ruolo di Credit Suisse si trovano anche nei vari atti dell’indagine della Gendarmeria vaticana. Crasso, l’uomo che per conto di Credit Suisse ha tenuto i rapporti con la Segreteria fin dagli anni ‘90, spiega che furono due manager di Credit Suisse – Alessandro Noceti e A. N., entrambi poi usciti dalla banca – a introdurre nell’affare dei fondi della Santa Sede il finanziere Mincione, per trovare alternative all’investimento nel petrolio angolano voluto dal cardinale Becciu.

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

 

[...] A Becciu e Tirabassi, ex funzionario della Segreteria, viene infatti contestato anche il “tentativo di bonifico” da una società di Jersey a una società delle Isole vergini britanniche riferibile allo stesso Noceti.

 

ALBERTO PERLASCA

Il bonifico viene bloccato, ma qualche giorno dopo, il 9 gennaio 2018, mentre Oltretevere la vicenda degli investimenti fatti con i fondi dell’Obolo è già arrivata fino al Papa, il bonifico va buon fine. A incassare è la Ruby Red, sede a Londra e anche questa secondo gli inquirenti riconducibile a Noceti.

fabrizio tirabassi enrico crasso gianluigi torzi suisse secrets 4 LA LETTERA DI ENRICO CRASSO A ANGELO BECCIURAFFAELE MINCIONEraffaele mincione suisse secrets 3 giovanni angelo becciu papa francesco bergoglioALBERTO PERLASCAcredit suisse

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...