gianni berrino

IL GOVERNO DUCIONI HA UN PROBLEMA CON LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE - LA REINTRODUZIONE DEL CARCERE PER I GIORNALISTI, PROPOSTA DAL SENATORE GIANNI BERRINO DI FRATELLI D’ITALIA, SPACCA LA MAGGIORANZA - “NOI MODERATI” DI MAURIZIO LUPI E’ NETTAMENTE CONTRARIA, S’OPPONE FORZA ITALIA (“NOI VOGLIAMO LA RETTIFICA, NON IL CARCERE”) E PURE LA LEGHISTA GIULIA BONGIORNO DICE NO A PROVVEDIMENTO IN STILE ORBAN - PER L'USIGRAI, È “UN ATTACCO ALLA LIBERTÀ DI STAMPA” E LA FEDERAZIONE DELLA STAMPA PARLA DI “PROVVEDIMENTO INCIVILE”

1 - DIFFAMAZIONE, BLITZ DI FDI: SÌ AL CARCERE PER I GIORNALISTI MA GLI ALLEATI NON CI STANNO

gianni berrino

Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

A sorpresa, e senza accordo preventivo nella maggioranza che dovrà riunirsi per fare il punto, torna l’ipotesi del carcere per i giornalisti per il reato di diffamazione con pene fino a 4 anni e mezzo. È l’effetto di alcuni emendamenti presentati in commissione Giustizia alla Camera dal relatore del provvedimento sulla diffamazione Gianni Berrino, di Fratelli d’Italia.

 

maurizio lupi

Che introduce di fatto un nuovo articolo, il 13 bis: «Chiunque, con condotte reiterate e coordinate, preordinate ad arrecare un grave pregiudizio all’altrui reputazione, attribuisce a taluno con il mezzo della stampa» fatti «che sa essere anche in parte falsi è punito con il carcere da 1 a 3 anni e con la multa da 50 mila a 120 mila euro». Se si sa che l’offeso è innocente la pena aumenta da un terzo alla metà, cioè fino a 4 anni e mezzo di carcere.

 

giulia bongiorno matteo salvini - processo open arms

La polemica esplode immediatamente, con la protesta vibrata delle opposizioni, ma anche dalla stessa maggioranza si sollevano dubbi se non contrarietà, sia da parte della Lega che da Forza Italia e Noi moderati. L’articolo 13 della legge sulla stampa era stato infatti dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale nel 2021 proprio perché prevedeva pene detentive. Il testo originario infatti includeva solo pene pecuniarie, che sono già state aumentate fortemente nel ddl in discussione. Ora, a sorpresa, si torna a proporre il carcere.

 

gianni berrino

I primi ad esprimere sostanziale contrarietà sono appunto esponenti della maggioranza: «Il carcere per i giornalisti? Bisogna vedere se è conciliabile con la sentenza della Consulta. Noi vogliamo la rettifica, non il carcere», mette le mani avanti Pierantonio Zanettin, di FI. Ed è soprattutto Giulia Bongiorno, presidente della commissione eletta con la Lega, a frenare: «Come presidente della Commissione Giustizia ho sempre cercato di far trovare una posizione di mediazione tra maggioranza e opposizione, e ho sottolineato l’importanza di focalizzare l’attenzione sui titoli degli articoli e sulla tematica della rettifica».

 

giulia bongiorno

Insomma, c’è un modo diverso per affermare i propri diritti senza punizioni esasperate, è la linea della Lega. […] Se il leader di Noi moderati Maurizio Lupi pronuncia «un forte e deciso no», senza tentennamenti, al carcere per i giornalisti, Berrino difende la propria posizione: «Nessuno ha diritto di inventarsi fatti falsi e precisi per ledere l’onore delle persone. Quello non è diritto di informazione ma orchestrata macchina del fango, che lede anche il diritto alla corretta e veritiera informazione». Insorgono la Federazione nazionale per la stampa, l’Ordine dei giornalisti e le opposizioni […]. Il Pd attacca: «Questa maggioranza ha proprio un conto aperto con la libertà di informazione» […]

 

2 - DIFFAMAZIONE, IL BLITZ DI FDI PER IL CARCERE AI GIORNALISTI DIVIDE IL CENTRODESTRA

ALBERTO BALBONI - SENATORE DI FRATELLI D'ITALIA

Estratto dell’articolo di Alessandro Di Matteo per “la Stampa”

 

Dovevano eliminare il carcere per i giornalisti ma all'ultimo momento l'idea della galera spunta di nuovo, nascosta tra le righe di alcuni emendamenti presentati da FdI. Il Ddl Balboni sulla diffamazione […] Una mossa che apre inevitabilmente un caso politico, con l'opposizione che parla di «deriva orbaniana» ma con dubbi forti nello stesso centrodestra.

ANDREA DELMASTRO

FdI ora prova a frenare, pare che il governo - attraverso il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove - stia spingendo per una "de-escalation", dal momento che le critiche sono arrivate dalla stessa maggioranza.

 

[…] Per l'Usigrai, poi, è «ancora un attacco alla libertà di stampa» mentre Alessandra Costante(Fnsi) parla di «provvedimento incivile». […] La posizione di Lega e Fi lascia pensare che su questo punto ci potranno essere ancora modifiche. Ma nell'opposizione c'è chi teme: «Speriamo non giochino al poliziotto buono e quello cattivo: magari all'ultimo levano il carcere ma aumentando a dismisura le multe per dare comunque una stretta».

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...