GLI AFFARI SONO AFFARI – LA SPARATA DEL RINCOGLIONITO BIDEN (“XI JINPING È UN DITTATORE”), NON HA SCALFITO LA CINA, CHE NON HA CANCELLATO IL VIAGGIO A PECHINO DEL SEGRETARIO AL TESORO USA, JANET YELLEN, PREVISTO A INIZIO LUGLIO – XI JINPING SA DI NON POTER REGGERE A UNA SVOLTA AUTARCHICA E NON PUÒ FARE A MENO DEI RAPPORTI COMMERCIALI CON L’OCCIDENTE – MORALE DELLA FAVA? LA DIPLOMAZIA SI MUOVE VERSO IL DISGELO, E I COLLOQUI TRA XI E LA YELLEN SI TERRANNO SENZA INTOPPI...
DAGONOTA
Gli affari sono affari, e quando ballano interessi rilevanti le ciance etiche e i giudizi morali vanno a ramengo: la sparata del rincoglionito Biden, che ha definito Xi Jinping un dittatore, non ha scalfito Pechino che, badando al sodo, non si è opposta, né ha cancellato, il previsto viaggio del segretario al Tesoro, Janet Yellen, in Cina, a inizio luglio.
Il Dragone ha bisogno di commerciare con l’Occidente, e Xi Jinping si è reso conto di non poter sostenere una svolta autarchica del suo Paese, che non ha un mercato in grado di “assorbire” l’enorme quantità di merci prodotte. L’economia del Dragone mostra ancora segni di cedimento di fronte alle minacce occidentali di “decoupling”: non a caso, la produzione non è mai tornati ai livelli pre-Covid.
XI JINPING IMPERATORE - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
Allo stesso tempo l’Occidente, soprattutto tedeschi e francesi, hanno bisogno di rifilare prodotti all’enorme mercato cinese. E poiché l’interesse economico è reciproco, i colloqui di alto livello tra Xi e la Yellen si terranno senza alcun intoppo.
CINA, 'CON USA CONTATTI PER DIALOGO E SCAMBI A VARI LIVELLI'
(ANSA) - Cina e Stati Uniti "sono in contatto per il dialogo e lo scambio a vari livelli". E' il commento della portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, in merito a quanto riferito dai media Usa secondo cui il segretario al Tesoro americano Janet Yellen ha in programma di visitare Pechino agli inizi di luglio per colloqui economici di alto livello.
"Sulla specifica visita, rimanderei alle competenti autorità cinesi", ha aggiunto Mao nel briefing quotidiano. L'ipotesi ha alimentato ottimismo sugli sviluppi delle relazioni tra Pechino e Washington, dato che l'eventuale tour di Yellen seguirebbe quella appena fatta dal segretario di Stato Antony Blinken, che nella due giorni di missione a Pechino ha anche incontrato il presidente Xi Jinping.
LA CINA ATTACCA IL DE-RISKING. LA FUGA DELL’OCCIDENTE FA PAURA
Estratto dell’articolo di Vittorio Da Rold per “Domani”
Prima le buone notizie condite con un po’ di ottimismo sulle previsioni economiche in calo e poi […] il monito a non calcare troppo la mano sul cosiddetto de-risking, o decoupling, cioè la manovra […] di […] allontanamento dell’occidente stanco della dipendenza dalle catene di forniture cinesi.
Così il premier cinese, Li Qiang, ha prima affermato che «la Cina è sulla buona strada per raggiungere, nel 2023, la crescita di Pil del 5 per cento», obiettivo fissato dal Politburo del Partito comunista cinese all’inizio di quest’anno. «Per tutto l’anno, dovremmo raggiungere l’obiettivo di circa il 5 per cento di crescita economica prefissato», ha detto Li ai 1.500 delegati presenti all’apertura della Summer Davos.
XI JINPING E JOE BIDEN GIOCANO A SCACCHI - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
Si tratta dell’incontro annuale del World Economic Forum che si svolge questa settimana dal vivo nella città portuale di Tianjin, nel nord della Cina, per la prima volta in quattro anni. Ma dopo l’annuncio di una ripresa della corsa della “manifattura del mondo”, che per la verità ha costretto la Banca centrale cinese ad abbassare i tassi di interesse […], il premier cinese […] ha criticato duramente la volontà occidentale, soprattutto americana, che tende a limitare i rapporti commerciali con Pechino.
[…] Li Qiang ha rinnovato il mantra della cooperazione internazionale che lo stesso presidente Xi Jinping aveva agitato a Davos qualche anno fa in contrapposizione alle politiche protezionistiche di Donald Trump.
Il premier cinese ha avvertito l’occidente, tra cui l’Italia che è l’unico paese del G7 ad avere firmato un accordo per la Via della seta, che i tentativi di riduzione del rischio verso la Cina e i tentativi di delocalizzare in altre aree dell’Asia, come il Vietnam o l’India del premier Narendra Modi, sono da considerarsi come una «falsa proposta» destinata a fallire.
[…] Sarà così? Il monito del premier cinese pare invece mostrare tutta la debolezza della Cina che si sta manifestando come un paese che non riesce a tornare ai livelli di produzione pre Covid e sta rischiando di indebolirsi sempre di più a causa di politiche estere costose e destabilizzanti.
xi jinping joe biden al g20 di bali 3
Non a caso il renminbi cinese è sceso ai minimi da mesi rispetto al dollaro a causa delle preoccupazioni per il rallentamento della crescita interna e delle esportazioni. Ovviamente la svalutazione del cambio aiuta l’export cinese […] ma aggrava i problemi di quelle società, come quelle immobiliari, che si sono indebitate in valuta estera. A preoccupare gli analisti sono soprattutto i fondamentali dell’economia cinese.
[…] Ma non tutti vogliono spingere sul de-risking cinese. La Cina e gli Stati Uniti «mantengono una comunicazione per il dialogo e gli scambi a vari livelli». Ha risposto così la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, a una domanda sulle indiscrezioni di stampa su un imminente viaggio della segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen.
Secondo il Washington Post Yellen – convinta che il decoupling con la Cina sarebbe «disastroso» anche per gli Usa – dovrebbe recarsi a Pechino la prossima settimana.
Nei giorni scorsi è stato in Cina il segretario di Stato Usa, Antony Blinken che invece è per una linea più dura in materia economica. Per cercare di fare pressioni sulla Casa Bianca, Pechino ha invitato numerosi esponenti del gotha finanziario ed economico americano[…]. Il presidente cinse Xi Jinping avrebbe tentato di convincere la business community Usa a non abbandonare gli investimenti in Cina ma, come ha ricordato Gideon Rachman sul Financial Times, «il disaccoppiamento tra Stati Uniti e Cina è appena iniziato. La logica aziendale è stata sostituita dalla rivalità strategica». Questo è il punto di svolta che Pechino non sembra aver compreso fino in fondo.