“IO NON VOLEVO FARE IL MINISTRO PERCHÉ PER ME SIGNIFICA DIMINUIRE ALMENO DEL 95% LE MIE LEGITTIME E SUDATE ENTRATE, MA FORSE DI PIÙ” – CROSETTO ORA CI INFLIGGE IL PIANTO GRECO SULL’ESSERE DIVENTATO MINISTRO E PIU’ POVERO: “HO DETTO CHE AVREI POTUTO PER SACRIFICIO ACCETTARE IL SUPER MISE. ALLA FINE, DOPO L'USCITA DI BERLUSCONI, CI VOLEVA QUALCUNO ALLA DIFESA CHE AVESSE UNA POSIZIONE INTERNAZIONALE INATTACCABILE…”
Claudia Luise per “la Stampa”
guido crosetto giuramento governo
Ministro, ma non per sua volontà. Guido Crosetto lo ha ribadito fino alla nausea in campagna elettorale che non avrebbe voluto avere un ruolo istituzionale nel governo guidato da Giorgia Meloni e lo ribadisce ancora una volta, spiegando le ragioni che per lui sono soprattutto economiche.
«Io non volevo fare il ministro - sostiene - perché per me significa diminuire almeno del 95% le mie legittime e sudate entrate, ma forse di più». Eppure ieri si è trovato a giurare come ministro della Difesa ammettendo che «sento una grande responsabilità sulle spalle, sono consapevole delle difficoltà da affrontare per l'impegno preso.
Sentiamo su di noi il peso di 60 milioni di cittadini e chi assume questo ruolo dismette la casacca di partito per rappresentare tutto il Paese».
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All'insistenza della leader di Fratelli d'Italia ha iniziato a rispondere con qualche apertura, ma mettendo fin da subito in chiaro quelli che sarebbero potuti essere gli attacchi al suo ruolo: troppe partecipazioni nelle aziende e interessi nella Difesa e nell'Aerospazio essendo stato fino a pochi giorni fa presidente dell'Aiad, la federazione confindustriale che cura gli interessi delle aziende dei due settori.
«Poi ho detto che avrei potuto per sacrificio accettare il super Mise. Alla fine, dopo l'uscita di Berlusconi (gli audio diffusi da LaPresse sul riavvicinamento con Putin, ndr), ci voleva qualcuno alla Difesa che avesse una posizione internazionale inattaccabile. Ci voleva per la presidenza della Repubblica principalmente», ammette Crosetto.
Il gigante di Marene, consigliere ascoltatissimo e fidato della premier, aveva avvisato: «Io stesso ho detto "pensate agli attacchi sull'opportunità". Non sul conflitto che non esiste perché io già da oggi non ho più cariche o altro. Ciò detto - commenta - non esiste persona che possa fare più paura alle aziende di me visto che le conosco perfettamente. L'unico conflitto vero è quello con la tranquillità economica familiare». E proprio per salvaguardare l'ultimo giorno in famiglia prima del trasferimento a Roma, venerdì sera era con i figli a casa, nel Cuneese.
«Ora sono con loro - ha risposto al telefono dopo la comunicazione ufficiale dei ministri - domani ci penserò». E infatti ieri è subito entrato nel ruolo, difendendo la collocazione dell'Italia nella Nato. «Mi pare che il presidente Meloni sia stata molto chiara da mesi.
La posizione dell'Italia è fortemente collocata nell'alleanza occidentale e nell'Europa», ribadisce. E poi manda un messaggio distensivo all'Ucraina confermando che la premier intende procedere in continuità con il governo Draghi. «Gli impegni che il nostro Paese ha preso e prende da decenni saranno rispettati. L'impegno che l'Italia si è presa anni fa è decidere insieme ai suoi alleati: a volte sono posizioni che ci sono costate molto, abbiamo anche sacrificato vite umane. La stessa cosa varrà adesso: la famiglia si riunirà, deciderà, e il nostro Paese onorerà la decisione presa».