Federico Capurso per la Stampa
Quando il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri risponde al telefono, è da poco arrivata la notizia del blocco della somministrazione del vaccino di Astrazeneca da parte dell'Olanda. «Non dobbiamo preoccuparci», ci tiene a rassicurare Sileri, che si è appena confrontato con Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione al suo ministero.
«Hanno notato dei casi di trombosi, ma si tratta di numeri esigui rispetto alle dosi inoculate. Peraltro, va accertata la reale correlazione causa-effetto. Prendiamo decisioni politiche sulla base di evidenze scientifiche».
A Genova, un'insegnante di 32 anni è ricoverata dopo aver fatto AstraZeneca. Esclude possa esserci un blocco anche da noi?
«Non fermeremo Astrazeneca come ha fatto l'Olanda. Bisogna andare avanti con la vaccinazione. È presto per dire che a Genova ci sia un nesso causa-effetto. Dobbiamo affidarci alla farmacovigilanza per avere una base scientifica. Si stratta di una donna giovane e questa complicanza della trombosi, nei rari casi in cui si è manifestata, è stata notata soprattutto nel genere femminile e in una fascia d'età bassa».
Potrebbe intervenire l'Ema?
«L'Ema credo dovrà pronunciarsi nuovamente per introdurre un limite di età, non per bloccare o sospendere la somministrazione. Individuata la fascia d'età di cui parlavamo prima, con un rischio maggiore di trombosi, si mette un limite per la somministrazione o un'avvertenza che preveda un monitoraggio di chi viene vaccinato. È una complicanza che una volta riconosciuta in tempo è facilmente trattabile».
Siamo entrati nel quarto mese di vaccinazioni, eppure i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive continuano ad essere alti. Perché non iniziamo a vedere un calo?
«Perché siamo esattamente al picco della terza ondata e a fine aprile vedremo i primi effetti delle vaccinazioni. I reparti degli ospedali torneranno ad avere ossigeno. In alcune aree del Paese i numeri già iniziano a scendere. A fine aprile arriveremo a 500 mila dosi al giorno, sarà la curva decisiva».
Continuano a esserci casi di vaccini somministrati al parente o all'amico.
«Stiamo parlando di casi da condannare e di persone disgustose. È successo soprattutto all'inizio; gli episodi sono andati scomparendo, anche grazie alla centralizzazione delle prenotazioni da parte delle regioni. Quando uscirono i primi casi, dissi che non era solo il paziente da punire, ma anche l'operatore sanitario che ha fatto il vaccino. So che ci sono numerose procure che si sono attivate ed è un bene che facciano luce. Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso».
Siamo in lockdown per le feste, come a Natale. È preoccupato dall'effetto Pasqua sui contagi?
«Sono abbastanza tranquillo. Bisognerà evitare le grigliate, ma rispetto ai giorni di Natale affrontiamo una situazione diversa e infatti anche le misure sono differenti. Da una parte c'era lo shopping, le cene e i pranzi in casa, poi il capodanno, Befana. A Pasqua, nel peggiore dei casi, gli incontri familiari sono limitati a due giorni e non spalmati su 14. Sono anche aumentati i controlli».
Salvini chiede un allentamento delle misure dopo Pasqua. Parla di sequestro di persona e di scelte ideologiche
«Non c'è nessun sequestro di persona. Le riaperture non possono esserci adesso, in tutta Italia, perché i numeri non lo consentono. L'indice del potenziale della trasmissibilità del virus, l'ormai famoso R0, deve abbassarsi ancora in modo importante».
Quale potrebbe essere la soglia da raggiungere?
«Deve scendere sotto l'1, altrimenti rischiamo di dover richiudere subito dopo. Con R0 sotto lo 0,9 avremmo una posizione che ci permetterebbe progressive riaperture. Non siamo gli unici che sono chiusi in Europa, dobbiamo muoverci quando è possibile, e lo dico da convinto aperturista».
Il virologo Galli sostiene sia un errore riaprire le scuole dopo Pasqua. È così?
«C'è un piccolo guadagno da queste chiusure e dobbiamo spenderlo in una riapertura della scuola. Galli non considera forse l'avanzare della vaccinazione, o non ha visto gli ultimi dati. Non è poi una riapertura totale, solo fino alle medie. Mi sembra un rischio ridotto e che continua a ridursi».
Figliuolo vorrebbe eliminare il sistema di prenotazioni e passare alla chiamata diretta. Chi si presenta all'hub vaccinale, può avere il vaccino.
«È il modello israeliano, che ha la sua utilità per una vaccinazione di massa, quando si iniziano a inoculare dosi alle categorie sotto i 60anni. Potrà darci uno sprint». -