Eugenio Palazzini perwww.ilprimatonazionale.it
Leggere cum grano salis la crisi ucraina, delicata e in continua evoluzione, non è da tutti. Negli ultimi giorni si sono sprecate analisi bislacche e uscite dettate da una sostanziale ignoranza anche da parte di chi ricopre ruoli istituzionali di primo piano. Chi al contrario propone una disamina attenta e ponderata anche alla luce dei precedenti storici, è il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze.
Generale Bertolini: “Voglia di stravincere americana”
“In Ucraina siamo arrivati a un punto molto delicato, il fatto che Putin abbia riconosciuto le due repubbliche del Donbass sicuramente cambia la situazione. Peraltro – spiega il generale all’Adnkronos – ci sono recedenti storici illustri sul campo avverso, è la stessa cosa che è avvenuta in Kosovo da parte nostra e nonostante le rimostranze russe all’epoca abbiamo riconosciuto l’autonomia del Kosovo dalla Serbia, la Russia si è opposta.
La situazione molto delicata, credo che la Russia cerchi adesso di metterci di fronte al fatto compiuto, un po’ come successo con la Crimea che si è ripresa la Russia e noi non abbiamo reagito, basandosi anche su un plebiscito nella regione”.
Ma perché adesso sembra di essere arrivati a un punto di non ritorno in Ucraina?
“Credo che la Russia sia stata vittima, come noi, della voglia di stravincere americana”, afferma Bertolini.
“Gli Stati Uniti non si sono limitati a vincere la Guerra Fredda ma l’hanno anche voluta umiliare prendendole tutto quello che in un certo senso rientrava nella sua area di influenza. Ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria: di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero, ha reagito”.
L’arroganza di mettere all’angolo la Russia e i rischi per l’Italia
Dunque il Cremlino non può stare a guardare i continui passi in avanti verso est da parte della Nato, pena la definitiva perdita di controllo in quello che considera il suo “estero vicino” e il conseguente senso di accerchiamento ingestibile a lungo termine.
“Questa è la situazione che ci troviamo ad affrontare – dice ancora Bertolini – c’è stata un po’ di arroganza nello spingerli in un angolo, adesso hanno reagito. Ora speriamo che ci si limiti alle due repubblichette del Donbass e non ci sia altro, ma c’è anche un problema di tenuta del regime in Ucraina, dove si è creata una situazione con un primo ministro abbastanza improbabile, uno che viene dal mondo dello spettacolo”.
Tutte questione che il governo italiano non può ignorare, perché la nostra nazione rischia pesanti contraccolpi economici causati dal protrarsi del braccio di ferro in atto.
“E’ un momento molto drammatico. L’Italia è coinvolta da un punto di vista energetico, perché se chiudono i rubinetti stasera ci faremo da mangiare col fuoco e non con il gas”, fa notare il generale.
Ma non è tutto, considerando che “siamo coinvolti anche da un punto di vista operativo, perché i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una base militare americana in larga parte. Il rischio c’è, è presente e reale. Speriamo nell’incontro fra Draghi e Putin, a questo punto i giochi sono già fatti e non credo avranno molto spazio di manovra ma se c’è la possibilità di far sentire anche la nostra voce, sicuramente è una cosa importante”.
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