«Siamo molto consapevoli del disagio sociale, soprattutto per chi teme l’impatto dell’inflazione e siamo pronti e intervenire» lo ha detto il premier Mario Draghi al termine del Cdm che ha approvato il Def.
«Nelle prossime settimane - rassicura il capo dell’esecutivo - comprenderemo meglio le dimensioni dell’intervento necessario e come finanziarlo. E’ importante coordinare i nostri interventi anche in una cornice europea, quindi siamo tutti al lavoro per costruire una risposta comune a uno shock che è comune come lo è stato per la pandemia. Bisogna ripetere quella esperienza di straordinaria unità nazionale che ha ispirato la nostra azione di governo durante quel periodo».
Il premier cerca di mandare un messaggio di fiducia. «Il governo e le forze politiche sono un tutt’uno davanti agli occhi degli italiani, cosa possono dare in più adesso? Fiducia. Occorre fiducia.
Sono due le sfide che abbiamo di fronte: continuare con la normalità del percorso delle riforme e affrontare l’emergenza, per questo ci vuole unità. Fiducia è quello che dobbiamo dare tutti insieme».
Draghi lo ripete con convinzione. «Una cosa fondamentale è il messaggio che il governo e in generale la maggioranza devono dare in termini di fiducia che promana dal governo, dal Parlamento e dalla maggioranza.
LA VIA DIPLOMATICA - VIGNETTA DI ALTAN
Le circostanze hanno offuscato le prospettive ma anche la capacità di esprimere l’indirizzo di politica e di economia è una strada che ci deve portare a affermare la governabilità che si esprime con decisione e unità di intenti che è quello che vogliono vedere i cittadini: fra la riaffermazione dei vari partiti e l’unità di intenti sono sicuro che i cittadini scelgono la seconda».
Lo stop alla fornitura di gas russo, spiega il presidente del Consiglio, «non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione. Ma la situazione si sta modificando davanti ai nostri occhi, le devastazioni e i massacri» in Ucraina «ci hanno sorpreso. L’aggressione premeditata» della Russia «si stava svolgendo in un modo terribile, ma ora sembra che i massacri di civili e bambini aumentino e questo porta a sanzioni sempre più severe.
Oggi l’embargo del gas non è sul tavolo, non so se lo sarà mai, ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i paesi alleati si chiedono: `in assenza di una nostra diretta partecipazione alla guerra cosa possiamo fare per farla smettere? Per consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace» in una «posizione da non serva».
«Noi seguiremo le decisioni della Ue» sulle ulteriori sanzioni da imporre alla Russia, «se ci propongono l’emgbargo sul gas noi saremmo ben contenti di seguire la Ue su questo strumento, vogliamo lo strumento più efficace per permettere una pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace preferiamo la pace o stare il condizionatore d’aria acceso?. Questa è la domanda che ci dobbiamo porre».
Draghi risponde anche al presidente di Confindustria Bonomi: «Il presidente Bonomi registra la realtà per quello che è, magari un quadro eccessivamente pessimistico o no questo lo vedremo. Oggi però va bene essere realisti, si sbaglia di meno a essere pessimisti che ottimisti.
Quanto al fatto che non convenga molto produrre in Italia guardando agli utili dello scorso anno direi il contrario. Si pensa che noi siamo peggio degli altri, o perché siamo messi peggio o per il maggiore impatto dall’esterno sulla nostra economia, ma le materie prime mancano a tutti in Europa, i prezzi di cemento e acciaio sono andati su quasi dappertutto. Io penso che convenga produrre in Italia. Non bisogna drammatizzare perché ci sono molte realtà che vanno molto bene, è il quadro complessivo che sta peggiorando».
«In Parlamento le riforme non vanno male». Sulla riforma del Csm - spiega il presidente del Consiglio - «ho promesso nel Consiglio dei ministri di non mettere la fiducia. La mia intenzione è quella» di non blindare il provvedimento, «spero - osserva Draghi - che le forze politiche intendano» questa intenzione come «un segnale di democrazia» e che si dimostrino collaborative nel raggiungere la soluzione per un compromesso ragionevole su tutti i punti di vista”.
UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA
Infine, un annuncio: «L’incontro di domani con i sindacati è importante, riprende il confronto che si era fermato. È un momento importante perché l’economia italiana si trova attaccata su più fronti: l’inflazione, la mancanza di materie prima, il caro energia, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento. E poi c’è la guerra, la scelta da che parte stare... La cosa più naturale è vedere se la risposta non possa arrivare da tutti, da governo e parti sociali se si può discutere di un quadro complessivo per vedere se si riesce a trovare strada comune».