“IL SOLO FATTO CHE IL PRESIDENTE SUDCOREANO YOON SUK-YEOL ABBIA PENSATO DI PROTEGGERE I PROPRI INTERESSI PERSONALI CON UN COLPO DI STATO SEGNA LA VULNERABILITÀ DEI NOSTRI SISTEMI DEMOCRATICI” - STEFANO STEFANINI: “GLI AUTOCRATI NON AVREBBERO CHIESTO NIENTE DI MEGLIO CHE VEDERE IL RITORNO, 50 ANNI DOPO, DI UN REGIME AUTORITARIO A SEUL. POSSIAMO IMMAGINARE LA REAZIONE SARDONICA DI PUTIN O IL DILEGGIO DI KIM JONG-UN, SOTTINTENDO ‘SMETTETELA DI SBANDIERARE I VOSTRI VALORI: SIETE COME NOI’. INVECE NO…”
QUEL LEADER DISPERATO E LA CAPITOL HILL DI SEUL
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “la Stampa”
La dichiarazione di legge marziale da parte del Presidente Yoon Suk-yeol è stato un colpo basso alla Corea del Sud. Se avesse avuto successo sarebbe diventato un colpo basso alla democrazia e all'Occidente. La reazione del Parlamento, che ha deciso subito di rimuoverlo, e l'immediata protesta di piazza dimostrano che gli anticorpi della democrazia si sono messi efficacemente all'opera. L'ago della bilancia erano i militari. Ieri sera l'hanno fatto pendere a favore della democrazia e contro Yoon Suk-yeol.
Il quale è stato poi costretto ad accettare il voto, unanime, del Parlamento, e ritirare la legge marziale. Yoon Suk-yeol era alle strette. Eletto nel maggio del 2022, era stato travolto da un'ondata di scandali centrati sulla First Lady Kim Keon Hee, costretto a scusarsi pubblicamente sulla televisione nazionale, perseguito da richieste di impeachment.
Lo scorso aprile, l'opposizione guidata dal Partito Democratico aveva stravinto le elezioni legislative, lasciandolo senza appoggio in Parlamento. Yoon Suk-yeol era, ed oggi è ancora di più, un Presidente senza futuro. La dichiarazione di legge marziale, giustificata con la necessità di salvare la nazione da fantomatiche «forze contro lo Stato», senza alcuna prova o documentazione, era la mossa della disperazione.
protesta contro la legge marziale in sud corea 2
Non ci ha creduto nessuno neppure il suo partito, il conservatore e anti-Corea del Nord, Partito del Potere Popolare. Molti, anche gente comune, hanno temuto che la legge marziale all'interno esponesse Seul ad aggressioni o iniziative destabilizzanti nordcoreane. Questo rischio era certamente nella mente dei militari. I carri armati servono al 38mo parallelo, non intorno al Parlamento. La loro indecisione era evidente fin dall'inizio.
militari dentro il parlamento di seul
Obbedivano solo a metà mettendo forse qualche blindato per la strada senza alcuna massiccia mobilitazione necessaria a fini di intimidazione. Ieri sera non ce n'è stata traccia. Nessuno ha impedito alla gente di scendere in piazza a protestare contro la legge marziale. Qualche contingente militare ha cercato di entrare in Parlamento; quando gli è stato detto che non erano i benvenuti si sono allontanati in buon ordine. Per qualche ora, la legge marziale è rimasta sospesa fra Presidente che l'aveva dichiarata e Parlamento che l'aveva respinta.
Poi Yoon Suk-yeol ha dovuto fare il passo indietro. Che potrebbe costargli la messa sotto accusa per reati contro lo Stato. Del resto, era già a rischio di impeachment che voleva aggirare con la legge marziale. La dichiarazione aveva colto tutti di sorpresa. Yoon Suk-yeol aveva deciso da solo […] e si è trovato ancor più isolato nella fase decisiva dei colpi di Stato: esecuzione e imposizione. […] Una volta dichiarata la legge marziale Yoon Suk-yeol si era messo nelle mani dei militari.
I quali, in queste situazioni si trovano di fronte a un dilemma, obbedire al Capo dello Stato per rispetto della gerarchia o restare fedeli alla Costituzione sulla quale hanno giurato. Ma negli Stati democratici […], la fedeltà dei militari alla Costituzione è un pilastro istituzionale formidabile. […] Il tentativo di Yoon Suk-yeol rientra nella categoria dei colpi di Stato mancati (e provvidenzialmente quasi incruenti) dei quali gli esempi non mancano.
protesta contro la legge marziale in sud corea 1
[…] il paradigma resta il putsch contro Michail Gorbacëv dell'agosto del 1991 - i carri armati erano per le strade ma non sapevano perché o per cosa fare. Il golpe militare turco contro Recep Tayyip Erdogan naufragò nella folla scesa in piazza per sostenerlo […] E non dimentichiamo l'assalto al Campidoglio americano del 6 gennaio 2021 col quale l'ex e futuro Presidente degli Stati Uniti voleva ribaltare il risultato delle elezioni.
DONALD TRUMP E YOON SUK YEOL GIOCANO A GOLF
[…] Il solo fatto che il Presidente sudcoreano abbia pensato di proteggere i propri interessi personali sotto il manto della sicurezza nazionale segna la vulnerabilità dei nostri sistemi a un virus in circolazione. Oggi le democrazie […] tirano un sospiro di sollievo. Gli autocrati che circondano Seul non avrebbero chiesto niente di meglio che vedere il ritorno, 50 anni dopo, di un regime autoritario a Seul. Possiamo immaginare la reazione sardonica di Vladimir Putin o il dileggio di Kim Jong-un, sottintendo «smettetela di sbandierare i vostri valori: siete come noi». Invece no. Grazie Corea del Sud.