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1 - E ALLORA MONTANARI? - LO STORICO DELL’ARTE MINIMIZZA I MASSACRI DELLE FOIBE PARLANDO DI “FALSIFICAZIONE STORICA” E VIENE SOMMERSO DAL CENTRODESTRA, CHE PARAGONA LE SUE DICHIARAZIONI A QUELLE DI DURIGON SU MUSSOLINI
matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (1)
2 - IL CONTRATTACCO DI MONTANARI "NON NEGO AFFATTO LE FOIBE FALSO EQUIPARARLE ALLA SHOAH"
Luca Monticelli per “La Stampa”
«Siamo di fronte a una grande campagna di diffamazione che falsifica le cose come al solito, quando si ha a che fare con i fascisti. Nessuna negazione delle foibe, ma una critica molto radicale al Giorno del ricordo per come è stato concepito».
Tomaso Montanari, storico dell'arte e nuovo rettore dell'Università per stranieri di Siena, si difende dagli attacchi di molti politici di centrodestra che lo accusano di minimizzare l'eccidio delle comunità italiane al confine orientale, avvenuto tra il '43 e il '45 da parte del movimento di liberazione sloveno e croato e dalle milizie dello stato iugoslavo di Tito: «Sono stato linciato e nessuna istituzione ha difeso l'autonomia dell'università».
Professore, è vero che nega le foibe?
«È tipico dei neofascisti italiani cambiare le carte in tavola e alterare la verità storica. Sto seriamente pensando di chiedere i danni a tutti coloro che mi definiscono negazionista, sfidandoli a trovare un luogo in cui abbia negato l'esistenza delle foibe».
Lei critica il Giorno del ricordo, perché?
«La legge che lo istituisce è stata concepita per parificarlo alla memoria della Shoah. La falsificazione è sostenere che le foibe sono uguali all'Olocausto. Questo è il progetto che mi pare stia a cuore ai neofascisti e alle destre italiane.
Lo dimostra un ddl che vorrebbe equiparare, anche sul piano penale, la negazione delle foibe con la negazione della Shoah».
Il presidente Mattarella ha definito le foibe «un orrore» che colpisce le nostre coscienze.
TOMASO MONTANARI SI DIMETTE DAL CONSIGLIO SUPERIORE DEI BENI CULTURALI
«Naturalmente le foibe furono una tragedia, come lo furono i bombardamenti americani sulle città italiane e le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. La guerra è fatta di terribili atrocità.
La maggioranza degli storici ha dimostrato però come i numeri delle foibe siano incomparabili rispetto a quelli citati dalla destra italiana. Non ci sono milioni di infoibati, probabilmente i morti furono circa cinquemila, tra i quali molti erano fascisti e nazisti, altri erano innocenti».
Vogliono le sue dimissioni...
«Non pretendo che tutti condividano, ma chiedere le mie dimissioni da rettore a me pare una cosa molto grave, peraltro io entrerò in carica a ottobre. È nel ventennio fascista che la politica rimuoveva i rettori».
Perché si è occupato delle foibe proprio ora quando la commemorazione è il 10 febbraio?
«Perché il ministro Franceschini ha nominato un sovrintendente all'Archivio di Stato che ha celebrato la figura di Rauti. Perché Durigon si è dimesso senza una censura morale e sociale del premier Draghi.
Perché tutto ciò, come la retorica del Giorno del ricordo, si inserisce in un quadro di revisionismo di Stato. Ha ragione Edith Bruck: c'è troppa tolleranza verso i fascisti. Io non mi dimetterò e da rettore coltiverò i valori dell'antifascismo in modo militante: dobbiamo ricominciare a dare ai ragazzi lezioni di antifascismo». -
andrea de pasquale biblioteca nazionale roma 2 matteo salvini e giorgia meloni