guerini zingaretti

“ZINGARETTI SI E’ DIMESSO PERCHE’ VUOLE VARE IL SINDACO DI ROMA” - SI MOLTIPLICANO I VELENI DEGLI EX RENZIANI NEL PD: “IL SUO GESTO DAREBBE UN SENSO ALL'ASSURDO INGRESSO DEI GRILLINI NEL LAZIO” - GLI OPPOSITORI DI “BASE RIFORMISTA” SONO SICURI CHE, COME DAGOANTICIPATO, ZINGARETTI PUNTI A FARSI RIELEGGERE A FUROR DI POPOLO DALL'ASSEMBLEA NAZIONALE (ADDIRITTURA PER ACCLAMAZIONE E SENZA UN VOTO), PER POI STROZZARE IL DISSENSO FINO ALLE ELEZIONI DI ROMA…

Carlo Bertini per “la Stampa”

 

Bettini e Zingaretti

Un solo grande silenzio, in mezzo ad una pletora di appelli, riconoscimenti, struggenti mozioni d'affetto: quello di Stefano Bonaccini, governatore emiliano e candidato più forte nella sfida alla leadership del segretario uscente. Il solo a non chiedere a Zingaretti di restare al suo posto, l'unico a distinguersi dai vari Franceschini, Boccia, Delrio, Orlando, Zanda e Ricci a nome dei sindaci.

 

Secondo flash di giornata: Roberto Gualtieri fa sapere ai dem romani, che vanno a pregarlo di candidarsi sindaco, che ci sta pensando e tra qualche giorno scioglierà la riserva. Che cosa c'entra tutto ciò con le dimissioni di Zingaretti? Molto, tutto si tiene.

 

dario franceschini e nicola zingaretti alla finestra dell'abbazia di contigliano 5

L'accusa: vuole fare il sindaco Ma prima bisogna passare in rassegna i veleni che scorrono copiosi tra i dem un minuto dopo l'annuncio: «Lo ha fatto per candidarsi lui sindaco di Roma, e ciò darebbe un senso all'assurdo ingresso dei grillini nel Lazio», sospetta Matteo Orfini, il solo a fare opposizione nel Pd. Non si candida a niente, resta governatore, reagisce lo staff. E ancora: ora Andrea Orlando si farà eleggere reggente del partito e poi si candiderà lui, prevede un ex renziano.

 

Non può, fa già il ministro, gli ribattono altri, preannunciando una possibile polemica. E ancora: Zingaretti ha avuto un crollo di nervi, nessuno sapeva di questa mossa, dicono alcuni. Sbagliato, i più vicini lo sapevano dall'altro ieri. Ed ecco che questo fatto si collega ai sospetti dei renziani di una mossa studiata: l'appello a ripensarci di tutti i big, da Franceschini a Orlando, a Bettini, la notizia di una chiamata alle armi dei militanti a favore del segretario (e infatti parte una petizione del pd Lazio con 500 firme raccolte in un'ora); il fatto che in Assemblea nazionale Zingaretti abbia una maggioranza schiacciante.

 

orlando zingaretti

Tutto fa pensare al peggio. "Così ci tappa la bocca" Infatti, il quadro che fanno i «nemici» del segretario è secco. «Mi pare una mossa per eludere una discussione sul fallimento della sua linea politica», sentenzia Orfini. Il mood di quelli che invece vorrebbero sul trono Stefano Bonaccini, è quello di chi sa che non otterrà neanche la vicesegreteria del partito. «Con una mossa alla Renzi, ci tappa la bocca», si sfogano gli ex renziani.

 

Quelli che rientrano a vario titolo nella corrente di Lorenzo Guerini sono furiosi, perché sono sicuri che Zingaretti punti a farsi rieleggere a furor di popolo dall'assemblea nazionale (qualcuno dice addirittura per acclamazione e senza un voto), per poi strozzare il dissenso fino alle elezioni di Roma. La vera partita il voto a Roma Un voto che per Zingaretti sarà la linea Maginot tra la sopravvivenza e il baratro.

 

ENRICO LETTA

E qui torna in ballo l'ex ministro del Tesoro. Il quale per vincere dovrebbe stringere un patto con i grillini, per farsi votare al secondo turno se la Raggi uscirà sconfitta. Ecco perché, il sospetto è che al governatore del Lazio serva silenziare le polemiche sulla sua linea di alleanza stretta con i 5 Stelle fino a ottobre, quando si voterà nei comuni. Anche gli amici "perplessi" Ma non sono solo i nemici di Zingaretti a storcere il naso, anche i suoi «amici» sono perplessi. Il termine «perplesso» usato da Enrico Letta è infatti condiviso da chi come Goffredo Bettini (insieme a Andrea Orlando) non condivide le dimissioni e ritiene che Zingaretti abbia tutte le carte per giocarsi la partita in un congresso.

 

calenda renzi

Dove si devono misurare due linee politiche, quella di un'alleanza con M5s e Conte e quella di un centro liberale con Renzi, Calenda e Forza Italia che resterà con Salvini... L'ideologo del partito si è collegato in call con altri della corrente di sinistra del partito, per organizzare il «ripensamento».

 

Sperando che i giorni portino consiglio. E tacitando quelli che dietro le quinte biasimano la «fuga» del segretario. Lui, Zingaretti dice però di non volerne più sapere. «Ha lanciato l'idea del congresso in Direzione, lo hanno spernacchiato, volevano fare le primarie per scalzarlo e rischiavamo di restare fino a novembre con questo stillicidio, quindi per amore del partito ha mollato e non torna. Fine dei giochi», assicurano i suoi.

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME