Stefano Montefiori per il “Corriere della sera”
La sera prima dello schiaffo Emmanuel Macron si trovava a Lione, alla cena del Fondo mondiale contro l' Aids in compagnia di Bono, il cantante degli U2. Il presidente ha voluto riaccompagnare la rockstar all' Hotel Intercontinental a piedi, una passeggiata di un' ora e mezza per parlare di aiuti allo sviluppo più che di intrighi a Bruxelles. È possibile che in questa fase Macron sia caduto in uno dei suoi tipici errori, l'eccesso di sicurezza, perché pochi minuti dopo la clamorosa bocciatura di Sylvie Goulard il presidente appare sorpreso, irritato, scavalcato dagli eventi.
«Non capisco», ammette con candore Macron alla conferenza stampa del Fondo mondiale, sempre a Lione, allargando spesso le braccia. «Avevo fatto tre nomi alla presidente Von der Leyen, lei mi ha detto che voleva lavorare con Goulard e che avrebbe sondato i presidenti dei gruppi principali, il socialista, il popolare e Renew. Mi richiama e mi dice "Ok, Goulard va bene a tutti"». Macron spalanca gli occhi.
sylvie goulard ed emmanuel macron
«Io ero qui con voi, non ho potuto occuparmi di queste cose, ma quando la presidente della Commissione e i tre presidenti di gruppo si mettono d' accordo su qualcosa, non capisco come la situazione possa poi cambiare in questo modo».
Il presidente sembra oscillare tra la collera per la promessa tradita e la voglia di salvare il salvabile, ovvero conservare per la Francia il vastissimo portafoglio che comprende mercato interno, politica industriale, digitale, difesa e spazio. «Sono molto disteso», dice a un certo punto, mentre il linguaggio del corpo indica palesemente il contrario. «Quel che mi importa è il portafoglio, ma ho bisogno di comprendere che ruolo hanno avuto il risentimento e forse la meschinità...Ho bisogno di comprendere», ripete.
Quel che Macron forse ha già intuito è che attraverso Goulard i gruppi parlamentari hanno voluto colpire lui. La candidata aveva grandi qualità e competenze, non è mai stata formalmente indagata per gli impieghi fittizi e la sua consulenza per il think tank americano Berggruen è avvenuta in modo legale, forse discutibile ma non tale da scandalizzare davvero un Parlamento dove almeno un terzo dei deputati cumula mandati.
SYLVIE GOULARD URSULA VON DER LEYEN
Goulard sembra pagare colpe che molti imputano non a lei ma a Macron: il rifiuto del sistema degli Spitzenkandidaten , che avrebbe garantito la presidenza della Commissione al candidato del primo partito e quindi a Manfred Weber del Ppe; il tentativo di fare di Renew Europe l' ago della bilancia tra popolari e socialisti non abbastanza forti da soli; la tentazione di approfittare della debolezza di una Angela Merkel a fine regno per imporre la sua presidente della Commissione (Von der Leyen), la sua candidata al portafoglio più importante (Goulard), e quindi la sua visione dell' Europa.
merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 4
Nella bocciatura di Goulard c' è un po' di orgoglio del Parlamento e tanta vendetta personale. Per Macron una sconfitta non gravissima, se la Francia riuscirà a conservare un portafoglio dalle competenze intatte. Se il dicastero invece venisse ridimensionato, lo sarebbero anche le ambizioni europee di Macron.