Angelo Scarano per www.ilgiornale.it
La Corte di Strasburgo ha respinto il ricorso della Sea Watch. Di fatto la Cedu, la Corte per i diritti dell'uomo ha rifiutato l'istanza presentata contro l'Italia dall'ong tedesca. Il braccio di ferro tra la Sea Watch e il governo va avanti ormai da qualche giorno. La Corte "ha indicato al governo italiano che conta sulle autorità del Paese affinché continuino a fornire tutta l'assistenza necessaria alle persone che si trovano a bordo della nave in condizioni di vulnerabilità a causa della loro età o delle loro condizioni di salute".
La nave si trova in stand by a 15 miglia nautiche da Lampedusa. Il Viminale ha vietato all'imbarcazione l'ingresso nelle acque territoriali italiane. Il tutto applicando il dcereto sicurezza bis che prevede, in caso di forzo del blocco, la confisca della nave e una multa salata. La "capitana" della Sea Watch proprio questa mattina ha fatto sapere di voler forzare il divieto imposto dal Viminale per poter far sbarcare i migranti in Italia.
L'esecutivo ha chiesto all'Olanda (Paese di bandiera della nave) di interessarsi della vicenda. Ma dai Paesi Bassi per il momento non arrivano notizie con indicazioni di sbarco. In Germania invece è braccio di ferro tra almeno 50 Comuni che hanno dato disponibilità per l'accoglienza e il ministro degli Interni Sehofer che ha chiuso le porte alle possibilità di sbarco. La situazione dunque non si sblocca. Salvini ha commentato così il verdetto della Cedu: "Anche la Corte Europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell’Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna". La sentenza di Strasburgo arriva dopo quella del Tar che aveva respinto il ricorso contro il divieto imposto dal Viminale. Il braccio di ferro dunque continua e a quanto pare è destinato a durare a lungo.
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