Musica per le orecchie del manettaro Travaglio.
— Ora Basta (@giuslit) September 23, 2019
Poi lui e Conte ci spiegheranno come si fa a mettere in galera i CEO di società con sede in Olanda, Lussemburgo, Irlanda che non hanno nemmeno nominato un rappresentante fiscale in Italia, pur effettuando qui operazioni imponibili. pic.twitter.com/Kf5pxWmMEt
Carlo Di Foggia per "il Fatto quotidiano”
Era un cavallo di battaglia dei 5Stelle. Poi è arrivato il governo con la Lega e il condono chiamato "pace fiscale". Cambiata la maggioranza, e subentrato il Pd, Giuseppe Conte prova a riaprire il capitolo, sperando in una sorte migliore. S' intende l' inasprimento delle pene per chi evade, declinato sempre con "i grandi evasori". Dopo averlo evocato alla festa della destra di Fratelli d' Italia di Atreju (beccandosi pure qualche fischio), il premier lo ha ribadito ieri a Lecce, sul palco insieme a Maurizio Landini per le "Giornate del Lavoro" della Cgil.
MAURIZIO LANDINI GIUSEPPE CONTE
Davanti a una platea certo meno ostile, Conte ha tracciato una linea in vista della manovra. Sul fisco ha spiegato che la stagione dei condoni deve finire: per lui le definizioni agevolate sono "una 'una tantum'" perché "non posso diventare parte integrante della disciplina fiscale". "Chi sbaglia deve pagare", ha detto prima di dirsi "favorevole a pene detentive per i casi di conclamata e grave evasione". Non poteva mancare la necessità di "alleggerire la pressione fiscale". Anche se "non abbiamo molte risorse", ha premesso, "già quest' anno stiamo lavorando per dare un segnale significativo sul cuneo fiscale".
GIUSEPPE CONTE MAURIZIO LANDINI
Insomma, lo spazio per grandi interventi è quel che è.
Per questo, provvedimenti dal forte impatto mediatico possono essere utili al governo. I 5Stelle, ovviamente, rilanciano. "Ogni tanto qualcuno prova a insinuare che abbiamo cambiato idea sui grandi evasori! No, per nulla", replica il viceministro all' Economia Laura Castelli ( M5S ) alle indiscrezioni apparse sui giornali. Dal Pd silenzio assoluto.
L' uscita del premier - che oggi sarà a New York con Di Maio per l' assemblea delle Nazioni Unite - non è però peregrina. Lo stesso programma di governo M5S-Pd prevede "l' inasprimento delle pene, incluse quelle detentive, per i grandi evasori". Non è chiaro, però, cosa s' intenda. Per cifre assi elevate, il carcere è già previsto.
Ma dopo le riforme degli ultimi anni, i ritardi degli accertamenti a causa delle risorse esigue della macchina fiscale e il rischio prescrizione il panorama vede un esiguo numero di condanne ed è assai difficile trovare detenuti per reati tributari. Nel 2015, poi, la riforma fiscale del governo Renzi ha aumentato le soglie che fanno scattare il penale per i reati di infedele e omessa dichiarazione da 50 mila a 150 mila euro e per l' omesso versamento Iva da 50 mila a 250 mila. L' ex premier, ora quarto attore della maggioranza, difficilmente darà l' assenso a un ritorno alle vecchie norme.
Già nel governo gialloverde i 5Stelle avevano promesso un intervento - peraltro previsto dal contratto con la Lega - poi saltato in cambio dell' addio alla versione potenziata della pace fiscale (che comprendeva, in parte, anche le frodi). Il premier vorrebbe inserirlo all' interno di una riforma del sistema fiscale che giudica "iniquo e inefficiente". In parte potrebbe entrare in un decreto fiscale collegato alla manovra.
Al momento, però, non c' è una traccia concreta sulla strada che si vuole intraprendere.
L' unica risale a novembre 2018, al blitz tentato dal M5S con un emendamento alla legge anticorruzione. Quel testo riduceva di 50 mila euro le soglie alzate da Renzi per l' infedele e l' omessa dichiarazione e per l' omesso versamento dell' Iva, con le pene che passavano da un minimo di uno e un massimo di 3 anni di reclusione a 2 e 5 anni (per omessa dichiarazione si rischiava, con le nuove disposizioni, dai 2 ai 6 anni).
giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede
L' emendamento triplicava la reclusione prevista per la frode fiscale (da un minimo di 4 a un massimo di 8 anni) e aumentava quella per l' evasione con l' uso di documenti falsi o operazioni simulate. Il no della Lega fermò il testo, mai depositato. Conte ora riapre la partita, almeno a parole.
Intanto ieri Di Maio e Renzi si sono trovati d' accordo nel bocciare i piani, avallati dal premier, di aumentare le tasse sui biglietti aerei e bevande gasate per finanziare la scuola.