vladimir putin joe biden mario draghi

MENTRE STIAMO APPESI ALLA ROSA DEL CENTRODESTRA E AI DUBBI DI LETTA, IL MONDO BRUCIA – CI HA PENSATO IL PRESIDENTE AMERICANO BIDEN A RIPORTARE DRAGHI ALLA REALTÀ: IERI “SLEEPY JOE” HA INVITATO ANCHE IL PREMIER ITALIANO ALLA VIDEOCONFERENZA SULL’UCRAINA. UN’OCCASIONE PER RIBADIRE IL SOSTEGNO A KIEV E IL “COORDINAMENTO” TRA ALLEATI - L’ITALIA, INSIEME AI TEDESCHI, È LA PIÙ SCETTICA A UNA REAZIONE DURA CONTRO PUTIN. C’ENTRA IL GAS MA ANCHE I RAPPORTI ECONOMICI IN GENERALE: NON A CASO IL PRESIDENTE RUSSO DOMANI INTERVERRÀ A UN INCONTRO VIDEO CON IL MEGLIO DELL’IMPRENDITORIA ITALIANA

Estratto dell’articolo di Vincenzo Nigro per "la Repubblica"

 

mario draghi joe biden

Da giorni l'Italia sembra impegnata a seguire una soltanto "battaglia", quella che porterà un nuovo inquilino al Quirinale e forse imporrà un cambio anche a Palazzo Chigi. Ma ieri, invitando anche Mario Draghi alla videoconferenza con i leader di Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e con il segretario generale della Nato e i presidenti del Consiglio e della Commissione Ue Michel e Von der Leyen, il presidente americano Joe Biden ha ricordato all'Italia che in giro per l'Europa c'è dell'altro: il conflitto tra Ucraina e Russia che potrebbe diventare una guerra aperta.

MARIO DRAGHI E VLADIMIR PUTIN

 

È stata l'occasione, si è appreso da fonti di Palazzo Chigi, per «reiterare il sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina», ribadire «l'importanza di mantenere il più stretto coordinamento tra gli alleati » ma anche «l'esigenza di una risposta comune», capace da un lato di tenere aperto il dialogo con la Russia per allentare le tensioni, ma di chiarire nel contempo «le gravi conseguenze che un ulteriore deterioramento della situazione potrebbe comportare».

tensione alle stelle russia ucraina

 

L'Italia, assieme alla Germania, fra i cinque Paesi Ue sentiti ieri da Biden, è il più scettico su una reazione dura alle pressioni di Vladimir Putin. In effetti, nel gennaio del 2022, il Paese guarda molto a se stesso.

 

volodymir zelensky con i soldati ucraini

(…) «Ormai è chiaro che Draghi non ha potuto o non ha voluto seguire i temi di politica estera, come la Libia e adesso la partita Russia-Ucraina», dice un diplomatico. «Ma era inevitabile in quest' anno di transizione».

 

truppe russe ammassate al confine con l ucraina

A differenza di altri alleati Nato, l'Italia non ha annunciato l'invio di truppe nell'Europa orientale, ma da ieri è coinvolta nell'esercitazione Neptune Strike 22, mentre la prossima settimana la portaerei Cavour e altre unità parteciperanno con la Truman americana all'esercitazione francese Clemenceau nel Mediterraneo Orientale, proprio quando cominceranno le manovre russe nella stessa aerea.

 

mario draghi joe biden g20 9

Ma al netto di iniziative militari, l'Italia resta un campo di battaglia, se non altro a livello di propaganda. Domani scende in campo Putin in persona: il presidente russo ha accettato di intervenire a un incontro video con il meglio dell'imprenditoria italiana.

 

Coordinati dalla Camera di commercio italo-russa, imprenditori italiani di prima linea dialogheranno con il capo del Cremlino. Ci saranno di capi di Eni, Enel, Snam, poi Marco Tronchetti Provera di Pirelli, Andrea Orcel di Unicredit, Guido Barilla presidente del gruppo omonimo.  (…)

truppe russe a smolensk soldati russi Le aree di ammassamento delle truppe russe al confine con Ucrainaescalation militare tra russia e ucraina navi russe in crimea vertice biden putin sull ucraina

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...