Matteo Pucciarelli per www.repubblica.it
Nel braccio di ferro in corso tra Giuseppe Conte e il 'suo' capogruppo alla Camera Davide Crippa ci va di mezzo Rocco Casalino. Al dominus della comunicazione del M5S, accusato dai critici di non limitarsi solo a quella ma di condizionare pesantemente anche la linea politica del partito, non sta venendo rinnovato il contratto annuale con la Camera, scaduto a inizio luglio. Casalino infatti, che da portavoce a Palazzo Chigi guadagnava 150 mila euro l'anno, ha un doppio contratto: uno con il gruppo 5 Stelle a Montecitorio, l'altro con quello del Senato. Per una cifra complessiva che si avvicina al precedente reddito annuale.
giuseppe conte e rocco casalino
La soluzione era stata trovata un anno fa, e già allora la cosa non era andata giù a Crippa, dato che si trattava di una specie di escamotage per pagare lo spin doctor di Conte senza addebitarne il costo alle casse del partito. Stavolta però il capogruppo, ormai in piena rotta di collisione con i vertici del Movimento, si è opposto. Anche perché la scissione di Luigi Di Maio si è portata via con sé parecchie risorse economiche (ogni eletto vale circa 50 mila euro annui di fondi per il funzionamento del gruppo).
Parlando con Adnkronos il mese scorso, la tesoriera Francesca Galizia era stata chiara: "Faremo delle valutazioni sui contratti in scadenza, principalmente le consulenze esterne, dobbiamo rivederle e rivalutarle anche nell'ottica di un efficientamento degli uffici. Un conto era avere tanti deputati che andavano seguiti e un conto averne molti meno".
rocco casalino con giuseppe conte
Ovviamente mettersi di traverso se di mezzo c'è il potente consigliori di Conte non è un semplice atto di gestione amministrativa, ma una sorta di dichiarazione di guerra sul piano politico. Crippa è notoriamente contrario alla linea di rottura con il governo impressa da Conte. In queste ore si parla molto di un suo possibile addio al Movimento, guidando un altro drappello di responsabili pronti a sostenere Mario Draghi. Ma per intanto il capogruppo fa valere i suoi poteri decisionali: basta consulenze a Casalino, perlomeno con i soldi della Camera.