1.IN ARRIVO IL RAPPORTO SU HUAWEI. LE PRESSIONI AMERICANE E L'IMPOSSIBILITÀ DI CHIUDERE LA PORTA AI MILIARDI CINESI
DAGONEWS
A fine luglio ci sarà una riunione del Copasir in cui sarà presentata tutta la documentazione dettagliata su Huawei, le sue attività in Italia e in Europa e i rischi per la sicurezza nazionale legati all'affidare a una compagnia cinese l'infrastruttura delle telecomunicazioni di nuova generazione (5G).
Gli americani, dopo averlo annunciato più volte, avrebbero dato le prove ai servizi di intelligence occidentali della capacità del gigante della rete di includere delle backdoor, delle porte sul retro, in grado di raccogliere dati e informazioni sensibili, da girare poi al regime di Pechino e ai suoi apparati di sicurezza.
l ambasciatore americano lewis m eisenberg con la moglie judith ann foto di bacco
Anche senza la pistola fumante dello spionaggio politico e industriale, la faccenda cambierebbe poco: ci fidiamo a consegnare le nostre vite, dai nostri personalissimi telefoni 5G alle auto a guida autonoma, dalla sanità a distanza fino agli scambi ferroviari, alla tecnologia cinese? La risposta è facile, e sarebbe ''no''. Eppure la Cina è riuscita in questi 20 anni a creare un tale rapporto di codipendenza con le economie occidentali, da rendere questo punto molto delicato.
Boris Johnson ha dato l'impressione di aver sposato la linea trumpiana, mettendo al bando Huawei. Ma lo farà dal 2026, e nel frattempo ci sarà tutto il tempo di ''aggiustare'' il rapporto. Anche perché se oltre alla Brexit ci si mette la rappresaglia di Pechino e il taglio degli scambi e delle commesse, il Regno Unito rischia di tracollare.
lewis eisenberg luigi di maio virginia saba villa taverna ph andrea giannetti:ag.toiati
È lo stesso motivo per cui la Germania, il paese europeo con il maggior numero di scambi con la Cina, continua a prendere tempo su Huawei.
Ed è per questo che Di Maio, nel suo incontro con l'ambasciatore americano Lewis Eisenberg, ha rassicurato sulla fedeltà al patto atlantico, ma sottolineando la componente economica: l'Italia non può permettersi di mandare a quel paese il suo amico Xi Jinping, non ci possiamo permettere una guerra con uno dei paesi più potenti sul piano commerciale. Quindi vanno bene le paure sulla sicurezza, ma se gli Stati Uniti nel frattempo non aumentano le importazioni dall'Italia (e non lo stanno facendo), non possiamo abbandonare il mercato cinese.
2.I DUBBI DEL GOVERNO SUL 5G HUAWEI IL PD FRENA E DI MAIO TRATTA CON GLI USA
Estratto dall'articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
La scorsa settimana una macchina del governo italiano si è presentata al cancello principale di Villa Taverna a Roma, la residenza dell' ambasciatore Usa, Lewis Eisenberg. Dentro quella vettura c' era il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Non era un incontro di routine. Sul tavolo diversi gli argomenti da affrontare, ma su tutti ce n' era uno che per l' alleato statunitense è dominante: la rete 5G (la più moderna infrastruttura di telecomunicazioni) e la presenza della cinese Huawei nel nostro Paese.
Non è una novità, per gli americani. Lo è invece per l' esecutivo nostrano. Perché proprio la posizione sul colosso telefonico sta lentamente ma progressivamente cambiando.
Dopo il famoso e controverso summit che apriva la strada agli accordi per la "Nuova Via della seta", qualcosa è stato corretto nella coalizione giallorossa. E l' iniziale via libera alle operazioni e alle costruzioni di Huawei sta per essere rimessa in discussione.
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E forse non è un caso che ieri il Consiglio dei ministri abbia di nuovo discusso un ulteriore allargamento del Golden Power (su indicazione di molti alleati internazionali, tra cui gli stessi Usa) (…)
3.E IN GERMANIA MERKEL RINVIA DA MESI PER NON SCONTENTARE PECHINO
Estratto dall'articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
Sulla questione cruciale del 5G, Angela Merkel continua a prendere tempo. Da mesi.
All' ultimo congresso, persino la Cdu le si è rivoltata contro, votando una mozione per obbligare il governo a una discussione parlamentare. E una fetta consistente dei conservatori, capitanata dal presidente della Commissione Esteri, Norbert Roettgen, si batte per una legge che escluda la possibilità dell' ingresso di Huawei nel 5G tedesco.
«La strategia di Merkel - spiega un esponente di spicco del partito - è aspettare che l' Europa elabori una posizione comune sul 5G». La cancelliera si nasconde dietro Bruxelles per due motivi, elabora la fonte: «Primo, perché vuole prendere altro tempo e fare in modo che quell' eventuale decisione europea neutralizzi le ragioni dei dissidenti interni».
In secondo luogo, «ogni giorno che passa, le aziende delle telecomunicazioni montano un pezzo di infrastruttura Huawei in più nelle loro reti. In questo modo, più passa il tempo, più sarà difficile escluderli ».
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