PASSWORD E CHIUDO – LA MINISTRA DELL’INNOVAZIONE PAOLA PISANO NE COMBINA UN’ALTRA: IN UN’INTERVISTA RADIOFONICA ANNUNCIA LA “PASSWORD DI STATO” ANCHE PER ACCEDERE AI SERVIZI DEI PRIVATI, MANCO FOSSIMO IN CINA O IN RUSSIA, POI SI RIMANGIA TUTTO – L’AUTO AUTONOMA, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, I RINGRAZIAMENTI A CASALEGGIO: TUTTE LE GAFFE
LA PUNTATA DI “ETA BETA” CON PAOLA PISANO
https://www.raiplayradio.it/audio/2019/12/ETA-BETA-8ff59586-e534-431d-b724-50f7a4ae0d28.html
IL PIANO DEL GOVERNO PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA È STATO SCRITTO “CON IL CONTRIBUTO” DI DAVIDE CASALEGGIO! LO HA AMMESSO CANDIDAMENTE LA MINISTRA PER L’INNOVAZIONE PAOLA PISANO (DAGOSPIA DEL 21 DICEMBRE)
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/paese-mano-casaleggio-ndash-piano-governo-222382.htm
luigi di maio chiara appendino paola pisano
1 – MINISTERO INNOVAZIONE: PISANO SI RIFERIVA A SPID, NESSUNA NUOVA PROPOSTA
(LaPresse) - "Nessuna nuova proposta, né nuova password di Stato. La ministra Paola Pisano alla trasmissione Eta Beta su Radio 1 Rai si riferiva alla Spid, già usata da 5 milioni di italiani. L'intenzione da discutere con tutti gli interlocutori istituzionali competenti è solo quella di affidarne la gestione direttamente allo Stato". Lo precisa in un Tweet il ministero dell'Innovazione.
2 – «PASSWORD DI STATO PER TUTTI» IL MINISTRO SCATENA LA POLEMICA
Francesco Malfetano per “il Messaggero”
«Avremo un'unica e sola user e password per accedere a tutti i servizi digitali della Pubblica Amministrazione, (credenziali ndr) che potrebbero essere utilizzate per accedere anche ai servizi privati».
Con queste parole ieri mattina Paola Pisano, ministra dell'Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione, ha cercato di spiegare agli ascoltatori di Eta Beta su Radio1, la tanto attesa rivoluzione digitale a cui sta lavorando con il nuovo ministero voluto dal governo Conte bis. Una visione del futuro della Penisola e dei suoi cittadini-utenti che però ha finito con infiammare i social e il dibattito politico.
Su Twitter ad esempio, l'hashtag #Pisano è schizzato in cima alle tendenze grazie ai cinguettii indignati di migliaia di profili che accusano la ministra di voler far recitare alle istituzioni un ruolo di garante delle identità degli utenti sul web che però non gli compete. «Per esempio - ha continuato al microfono di Radio1 la Pisano - user e password potrebbero essere utilizzate per i nostri conti in banca, prenotare un'auto in sharing, andare al cinema, comprare su Amazon». In pratica gli account «dovrebbero essere dati dallo Stato» perché «è lo Stato l'unico soggetto che ha davvero certezza che quello è quel cittadino».
IL PIANO
Una versione confermata da quanto si trova scritto nel Piano Nazionale Innovazione, il documento programmatico presentato a Roma lo scorso 17 dicembre che si propone di trasformare l'Italia in un «Paese innovativo» entro il 2025: «Ogni cittadino - si legge - deve disporre di un'identità digitale unica, gratuita, facile da usare, che gli permetta di identificarsi in maniera sicura e accedere a tutti i servizi digitali pubblici e privati (es: home banking, prenotazione di viaggi e vacanze, servizi di customer care) in Italia e in Europa».
davide casaleggio luigi di maio
Posizioni discutibili che se da un lato potrebbero aumentare i rischi di violazione legando ogni aspetto della nostra vita digitale pubblica e privata ad un account unico - prontamente ribattezzato password di Stato - dall'altro aprirebbe scenari orwelliani sul controllo che le istituzioni potrebbero esercitare sul cittadino.
Una contorsione evidente su cui la ministra ha deciso di intervenire successivamente con un tweet nel tentativo di chiarire la faccenda. «Vediamo di sgombrare il campo da ogni equivoco - ha cinguettato - l'identità digitale sarà rilasciata dallo Stato e servirà a identificare il cittadino in modo univoco verso lo Stato stesso. In futuro, per aziende e cittadini che lo vorranno, potrebbe essere un ulteriore sistema di autenticazione».
Il condizionale inserito dalla Pisano però non ha placato le polemiche portando l'ex assessore all'Innovazione del Comune di Torino al centro del dibattito politico per la seconda volta in pochi giorni. Dopo mesi di accuse sul suo immobilismo infatti, a fine dicembre, la comparsa tra i ringraziamenti del Piano Nazionale Innovazione del nome di Davide Casaleggio, fondatore della Piattaforma Rousseau del M5S, aveva fatto allungare qualche ombra sul suo operato. Come allora, a scagliarsi contro la ministra sono state diverse formazioni politiche. «Sono molto perplessa - ha commentato la deputata del Pd Marianna Madia, ex ministro della PA - Credo occorra un confronto urgente sulle scelte complessive del governo in materia di digitale e dati».
«Il Grande Fratello al governo. Questi sono pericolosi» ha invece twittato il segretario della Lega Matteo Salvini, seguendo a ruota le esternazioni di Matteo Renzi: «L'idea è inquietante prima ancora che sbagliata. Siamo un Paese in cui lo Stato deve fare meno, non controllare di più».
3 – NON SIAMO ABBASTANZA INNOVATIVI PER CAPIRE LA MINISTRA PISANO E LA PASSWORD DI STATO?
Umberto Rapetto per www.startmag.it
Tra le mille polemiche dopo l’annuncio – subito dopo “rimangiato” – di una possibile “password di Stato”, Umberto Rapetto trova simpaticamente altre curiose dichiarazioni della ministra per l’Innovazione nel corso dell’intervista a Radio 1-Rai
Non di rado competenza e professionalità emergono a sorpresa. Basta un nulla – anche una banale intervista radiofonica – per evidenziare le capacità di chi ha le redini del nostro futuro.
Sabato mattina, nel corso del programma “Eta Beta” di Radio 1-Rai la ministra Paola Pisano, titolare del dicastero dell’Innovazione, ha presentato una geniale soluzione al problema di account e password. Per evitare che gli utenti siano costretti a scervellarsi per trovare una combinazione alfanumerica impenetrabile e diversa per ogni ambito di utilizzo, potrebbe (o dovrebbe) essere lo Stato a fornirla ai cittadini evitando loro ogni fatica, scongiurando fastidiose dimenticanze, limitando errori di digitazione o inserimento di credenziali corrispondenti a profili registrati su altre piattaforme.
Fantastico! E la valenza di una simile trovata è testimoniata dal sincero entusiasmo della comunità hacker, favorevolmente impressionata da una simile iniziativa di semplificazione destinata ad agevolare utenti e pirati in piena par condicio.
Nonostante la creatività dimostrata, la ministra è stata impietosamente accusata di aver sparato una “gragnuola di corbellerie” e una moltitudine di iscritti a Twitter (forse intimoriti di doversi servire da subito della “password di Stato” non ancora recapitata…) si è lasciata scappare gratuiti apprezzamenti come “demenziale”, “ignorante, gravemente ignorante”, “ignorante seriale” e addirittura “pericolosa”. I soliti adulatori hanno anche voluto anche precisare che “questo non è il mestiere più adatto a lei”, forse sottintendendo che cotanta esperienza e preparazione meriterebbe incarichi di ben più elevato rango magari a livello internazionale.
Per non dispiacere chi muoveva pacate critiche e al tempo stesso per assicurare l’assoluzione della ministra da qualsivoglia immeritato addebito, non è mancato chi ha scritto “Signora Pisano qualcuno le ha hackerato il profilo e sta scrivendo idiozie a suo nome… spero”.
Ma chi ha ascoltato con attenzione l’intervista su Radio 1 ha riconosciuto la grande passione della ministra per i veicoli senza conducente (un po’ come le Istituzioni senza una guida) già manifestata con dichiarazioni memorabili come “La mobilità autonoma e connessa soddisfa il bisogno primario dell’essere umano” (forse di quello non in grado di mettersi al volante di qualsivoglia mezzo di trasporto).
navya il bus elettrico a guida autonoma di merano 10
Sul tema specifico Paola Pisano aveva già dato il meglio di sé presentando un futuribile pulmino “driverless” che si muove lentamente nei vialetti del Campus One di Torino come evento epocale nell’innovazione tricolore. Nonostante il plauso delle associazioni delle industrie Tlc nazionali, una massa di invidiosi puntualizzatori non ha potuto fare a meno di sottolineare che “Olli” (questo il nome del veicolo) è stato prodotto all’estero e solo comprato, che aveva visto lo stesso mezzo quattro anni fa in Francia nei pressi di Nizza, che Olli con il nome EZ10 è prodotto dalla startup francese EasyMile e sviluppato tramite il progetto europeo CityMobile2, che è già in uso da tempo in numerose città e aeroporti in giro per il mondo…
navya il bus elettrico a guida autonoma di merano
Fermiamoci qui e non diamo peso alle malelingue, agli “haters” camuffati da persone che verificano le notizie, che approfondiscono certi argomenti, che cercano (e purtroppo) trovano spiegazioni non allineate a certe trionfalistici proclami di risultati raggiunti.
Torniamo all’intervista ad “Eta Beta” e ascoltiamo il passaggio in cui la ministra elargisce alcune perle di saggezza.
chiara appendino luigi di maio paola pisano
Al minuto 2’46” del podcast sul sito di Radio 1-Rai Paola Pisano dichiara testualmente: “Io credo che nel futuro quando noi compreremo un’auto autonoma vogliamo sapere come è sviluppato quell’algoritmo di intelligenza artificiale perché dobbiamo sapere che scelta farà quell’auto”.
Mentre ci si domanda legittimamente come faranno la massaia o il pensionato a eviscerare i segreti dell’algoritmo di intelligenza artificiale (fra l’altro coperto da comprensibile segreto industriale), non si resiste alla tentazione di proseguire l’ascolto perché la ministra correttamente si affretta a giustificare la necessità di conoscere certe cose.
navya il bus elettrico a guida autonoma di merano 9PASSWORD
L’esempio pratico è un po’ macabro: “Se noi ci troviamo davanti a un bambino e con di fianco un burrone dobbiamo sapere che il programmatore ha programmato quell’auto in modo tale che non investe il bambino ma vada nel burrone”.
Quello della ministra non è allarmismo, ma assennata avvedutezza. Il programmatore, infatti, potrebbe non aver previsto la possibilità di rallentare e ancor meno (figuriamoci!) quella di frenare. O il bambino o il burrone, nessuna altra possibilità e questo ovviamente è gravissimo.
La Pisano – nel vedersi già precipitare nel dirupo – si preoccupa giustamente per la propria incolumità e conclude: “Quindi questo significa che quell’auto secondo quell’algoritmo metterebbe in serio pericolo la mia vita e io prima di comprarlo lo voglio sapere”.
Lo vorrebbe sapere anche il bambino così da aver modo di evitare di attraversare la strada quando passa la ministra o qualche altro acquirente che ha preteso la configurazione del veicolo driverless escludendo a tutti i costi qualsivoglia ipotesi di uscita dalla carreggiata.
Chiudo il file audio del podcast e penso al titolo della puntata “Sarà un’Italia più tech? Voce ai protagonisti del 2020”.
Corro ad accendere radio e televisione, a collegarmi ai siti di agenzie e testate giornalistiche, ad aprire Twitter e altri mille social. Non mi voglio perder nulla.
Sento che anche oggi, al massimo domani, ci sarà qualche altra divertente dichiarazione che non mi farà pensare ai problemi di tutti i giorni e so con certezza che la mia, la nostra, gratitudine per certi benefattori non sarà mai sufficiente. Buon 2020.