POTERE AI MILLENNIALS! - IL PARLAMENTO APPROVA LA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE CAMBIA L’ETÀ MINIMA PER VOTARE PER IL SENATO: SI PASSA DA 25 A 18 ANNI – MALPEZZI: “DICIAMO AI RAGAZZI CHE LA POLITICA HA BISOGNO DI LORO E DELLA LORO CAPACITÀ DI SCEGLIERE” – CECCANTI: “MILIONI DI CITTADINI MAGGIORENNI AVRANNO LA PIENEZZA DEI DIRITTI E DIVENTA COSÌ PRATICAMENTE IMPOSSIBILE CHE LE CAMERE NASCANO CON MAGGIORANZE DIVERSE”
Dalle prossime elezioni politiche l'età minima per poter votare per il Senato sarà 18 anni come per la Camera, e non più 25. Il Senato ha approvato la riforma costituzionale che attriCbuisce ai 18enni il voto per eleggere il Senato. Con questo voto il Parlamento ha approvato definitivamente la riforma che sarà promulgata tra tre mesi per consentire di chiedere il referendum confermativo, dato che alla Camera sono mancati i due terzi.
Voto ai 18enni per il Senato, Malpezzi: «La politica ha bisogno dei giovani»
«Oggi si chiude un percorso, nato nelle aule parlamentari, che dà un nuovo diritto a 4 milioni di cittadini italiani che prima non lo avevano. Diciamo ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni che la politica ha bisogno di loro e della loro capacità di scegliere». Lo ha detto in aula Simona Malpezzi, la presidente dei senatori del Pd, nel corso della sua dichiarazione di voto sul Ddl per introdurre al Senato il voto ai 18enni.
«Questo è un nuovo strumento per fare in modo che la loro partecipazione trovi uno sbocco. Una partecipazione -ha proseguito la presidente dei senatori del Pd- che tra i più giovani esiste ed è forte: prima del covid le piazze erano piene di giovani che manifestavano sui temi che stanno loro a cuore, dall'ambiente ai diritti».
Ceccanti: «Riforma in vigore fra tre mesi»
«Con il voto favorevole del Senato nell'ultima lettura della riforma che darà finalmente ai diciotto-venticinquenni l'elettorato attivo al Senato, il Parlamento afferma il proprio ruolo nell'aggiornamento costituzionale. Bisognerà attendere tre mesi per l'entrata in vigore perché a causa di alcune assenze non si è arrivati ai due terzi».
Lo afferma Stefano Ceccanti del Pd. «C'è di che essere soddisfatti non solo nel merito, perché alcuni milioni di cittadini maggiorenni avranno finalmente la pienezza dei diritti e perché diventa così praticamente impossibile che le Camere nascano con maggioranze diverse, ma anche per il metodo».