casini meloni

I PRIMI QUARANT’ANNI DI CASINI IN POLITICA: “SMETTERE? SOLO SE LO DECIDE CHI VOTA” – "PIERFURBY" STRONCA IL PRESIDENZIALISMO: “IN UN PAESE LITIGIOSO COME IL NOSTRO UNA FIGURA SUPER PARTES È INDISPENSABILE. NON TROVO ALCUNA UTILITÀ NEL TRASFORMARE QUESTO GARANTE NELL’EPICENTRO DELLO SCONTRO TRA I PARTITI - I PEGGIORI NEMICI DELLA MELONI STANNO NELLE FILE DELLA MAGGIORANZA: C’È UN’EVIDENTE INADEGUATEZZA. LA SCHLEIN? È MENO ESTREMISTA DI COME LEI STESSA VUOLE FARSI RAPPRESENTARE..."

Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

pierferdinando casini foto mezzelani gmt 046

Pier Ferdinando Casini. Deputato a 27 anni, il 12 luglio del 1983 entra per la prima volta in Parlamento. C’era ancora l’Urss e l’Italia di Bearzot aveva da poco vinto i mondiali. Da allora quarant’anni di politica ininterrotti, undici legislature, che ne fanno l’uomo del Parlamento più longevo della Repubblica nella contabilità dei mandati elettivi.

 

 

All’anagrafe gli anni sono sessantasette. Due volte sposato, quattro figli, tifosissimo del Bologna, difficilmente rinuncia alla corsetta mattutina.

Mille incarichi, tra i quali la presidenza della Camera. A gennaio dell’anno scorso è stato tra i tre candidati più accreditati nell’elezione che ha poi portato alla conferma di Sergio Mattarella come capo dello Stato.

 

In politica da ragazzo. Ha mai pensato di smettere?

«La politica è una passione, prima che una carriera: se contrai questo virus non ci sono vaccini. Mai pensato di smettere, qualche volta ho temuto che gli elettori mi obbligassero a smettere...».

pierferdinando casini arnaldo forlani

 

Che direbbe a Caterina, la più giovane delle sue figlie, se volesse fare politica?

«Da un lato ne sarei contento, dall’altro la inviterei a crearsi prima una professione solida. La società della rete difficilmente consentirà carriere politiche così lunghe come è capitato a me e alla mia generazione».

 

(...)

pier ferdinando casini durante i funerali di stato di arnaldo forlani

La fine della Prima repubblica è stata un buon affare?

«Non è stata determinata da Tangentopoli come molti pensano, ma dalla caduta del muro di Berlino. Il mondo che cambiava richiedeva interpreti nuovi. Inutile vivere di nostalgia: tutto nella vita ha un inizio e una fine».

 

E il presidenzialismo?

«In un Paese litigioso come il nostro una figura super partes, una sorta di pater familias, è indispensabile per comporre i conflitti e garantire un rispetto istituzionale. Non trovo alcuna utilità nel trasformare questa figura nell’epicentro dello scontro tra i partiti».

 

È vero che i politici sono dei gran bugiardi?

«Un mio maestro mi insegnò che un politico intelligente non dice bugie, perché perderebbe ogni affidabilità. Al massimo, in certe circostanze, è meglio ricorrere alle omissioni...».

pier ferdinando casini arnaldo forlani giulio andreotti

 

Politica in perenne affanno, ma anche l’antipolitica pare azzoppata.

«L’antipolitica è stata un’illusione ottica che ha fatto il suo tempo prima del previsto. E sa perché? Perché la democrazia e il Parlamento hanno un grande contenuto pedagogico: quando questi ragazzi sono entrati dentro i Palazzi del potere ne hanno capito la complessità e hanno dovuto superare i loro pregiudizi.

 

Comunque, non dimentichiamo mai che il miglior alleato dell’antipolitica è la cattiva politica, la corruzione in primo luogo. La questione morale, che racchiude l’eterno conflitto tra il bene e il male, non è invenzione di qualche giornalista».

 

Lei è stato fondatore del centrodestra e oggi è stato rieletto nel centrosinistra. Come si giudica? E come giudica Meloni e Schlein?

orfeo casini foto mezzelani gmt 098

«Io non mi posso giudicare, so solo che si è mosso tutto... Ero atlantista, europeista e degasperiano sui banchi di scuola. Mi sembra di essere lo stesso, 40 anni dopo, sui banchi del Senato. La Meloni certamente ha doti di leadership e ha fatto una sua lunga marcia. I suoi peggiori nemici stanno nelle file della maggioranza: c’è un’evidente inadeguatezza.

 

La Schlein è meno estremista di come viene rappresentata e di come lei stessa vuole farsi rappresentare. Ha davanti una sfida difficile e andrà giudicata con quella calma che mi sembra il Pd non sia mai disposto a riservare ai suoi leader».

Quarant’anni di politica. Qual è stato il giorno più brutto e quello più bello?

«Il giorno più bello è stato quello della seconda elezione di Mattarella, quando ricevetti un bell’applauso da tutti i miei colleghi. Il più brutto? Me ne sono dimenticato perché sono un positivo».

pierferdinando casini con il libro presentato foto di bacconicola zingaretti dario franceschini gianfranco fini pierferdinando casini foto di bacco (1)pierferdinando casini gianni letta foto di bacco (2)nicola zingaretti dario franceschini gianfranco fini pierferdinando casini foto di bacco (2)gianfranco fini pierferdinando casini foto di bacco (1)nicola zingaretti pierferdinando casini maurizio gasparri foto di baccopierferdinando casini foto di bacco (3)pierferdinando casini foto di bacco (2)pierferdinando casini foto di baccopierferdinando casini goffredo bettini foto di bacco (1)pierferdinando casini foto di bacco (2)SILVIO BERLUSCONI PIERFERDINANDO CASINI

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