PURGHE A CINQUE STELLE - CONTE MEJO DI PUTIN: PUNTA L’INDICE CONTRO I DISSIDENTI DENTRO IL MOVIMENTO E METTE NEL MIRINO L’ALA “GOVERNISTA” (FEDELE A DI MAIO) CHE SI È ESPOSTA A FAVORE DELL’INCREMENTO DELLA SPESA MILITARE - IL PROBLEMA PER PEPPINIELLO È SEMPRE IL SOLITO: I GRILLINI SONO SPACCATI E LUI NON CONTROLLA I GRUPPI PARLAMENTARI. QUINDI PRIMA O POI SI DOVRÀ ANDARE ALLA CONTA - IL FILO-RUSSO PETROCELLI OGGI VOTERÀ NO AL VOTO DI FIDUCIA SUL DL UCRAINA. E SARÀ ESPULSO…

-

Condividi questo articolo


Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI

 

Bracci di ferro, espulsioni e fibrillazioni. Il Movimento prova a tirare le fila dopo lo scontro con il governo sull'aumento delle spese militari. Giuseppe Conte va a Palazzo Madama per incontrare i senatori.

 

Cerca compattezza, ma il gruppo è diviso. Il leader «corregge» Palazzo Chigi e rivendica il fatto che sotto la sua guida la spesa per gli armamenti è passata «in 3 anni dall'1 al 1,4% del Pil», con Draghi invece «si chiede di passare subito al 2% in meno di due anni».

 

di maio conte di maio conte

Poi punta l'indice contro i dissidenti, soprattutto contro chi si è esposto a favore dell'incremento. Così, ragiona Conte, si mette in difficoltà il Movimento. L'ala contiana segue le orme del leader nella protesta.

 

Nel mirino finiscono soprattutto tre esponenti della commissione Difesa - Giuseppe Auddino, Antonella Campagna e Daniela Donno - non presenti, ma collegati da remoto. «Ho solo detto che occorreva puntare sulla gradualità delle spese militari», dice Campagna secondo quanto raccolto dall'Adnkronos .

SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO

 

Secondo ambienti vicini al presidente stellato, il gruppo è «tutto con il leader». I contiani, poi, festeggiano per le parole del ministro Guerini su una dilazione al 2028. «Grazie a noi il Paese risparmierà decine di miliardi», dice un big stellato.

 

MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE

Ma al netto delle dichiarazioni, i senatori sono ancora spaccati. L'ala «dissidente» parla di «toni inaccettabili» da parte dei falchi contiani, sostiene che il leader con la sua manovra ha «perso in credibilità e affidabilità non solo in Italia, ma anche in ambito internazionale». E arriva a parlare con stima di Giorgia Meloni, «che si è dimostrata responsabile non mettendo ai voti l'odg sulle armi».

 

GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

«Conte - rimarca un parlamentare - dovrebbe capire che se Draghi può arrivare al 2% è perché c'è chi lo ha portato all'1,4% e come lui stesso ha sottolineato in molti Paesi Nato non c'è stato un aumento».

 

La discussione, intanto, si sposta sul voto di fiducia sul Dl Ucraina. I senatori tirano un sospiro di sollievo: la spaccatura del gruppo è evitata.

 

«Se fosse stata data indicazione di non votare la fiducia, ci sarebbero stati effetti seri», ammette una fonte. Di sicuro, un no in Aula ci sarà: quello di Vito Petrocelli. Il senatore in assemblea scherza: «Vorrei smentire i giornali che dicono che sono filo russo, io in realtà sono filo cinese, le due cose sono incompatibili». Tuttavia i vertici hanno fatto sapere che «non saranno tollerate linee personali in dissenso con il gruppo».

GIUSEPPE CONTE VITO PETROCELLI GIUSEPPE CONTE VITO PETROCELLI

 

Quindi, sarà espulso. Petrocelli, però, potrebbe non essere solo. Secondo rumors di palazzo altri due senatori potrebbero dire un no.

 

Tre espulsioni, le prime dell'era contiana, suonano come un segnale al gruppo. «Chi viene sanzionato potrebbe impugnare il provvedimento sia nel merito sia con riferimento all'illegittimità dell'insediamento del nuovo collegio dei probiviri in quanto fondata su modifiche statutarie a loro volta illegittime», dice il legale Lorenzo Borrè. E aggiunge: «È come avvenuto di recente con il Tribunale di Palermo che ha annullato per motivi analoghi le sanzioni disciplinari irrogate a Riccardo Nuti». In serata, si diffondono le voci su una telefonata tra il leader M5S ed Enrico Letta.

 

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI

«Se ribadisco la collocazione nel campo progressista del M5S? - dice Conte al Tg1 - Far parte di questo campo significa tutelare gli interessi delle famiglie e delle imprese in difficoltà. Punto».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)