elisabetta trenta e il marito claudio passarelli casa

QUANTO FA TRENTA PER 141? UN CHILO DI BUFALE - LA MINISTRA E IL MARITO PAGAVANO 141 EURO PER L'APPARTAMENTO DI 180 MQ IN CENTRO, E NON I 540 CHE LEI AVEVA DICHIARATO PUBBLICAMENTE - I DUE ORA LASCERANNO LA CASA, TORNERANNO NEL PIGNETO ''DOVE SPACCIANO SOTTO CASA''? IN REALTÀ IL MARITO, NOMINATO AIUTANTE DI CAMPO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA DIFESA 24 ORE DOPO LA FINE DEL MANDATO DELLA MINISTRA, HA DIRITTO A UN'ALTRA ABITAZIONE

 

 

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della sera

 

ELISABETTA TRENTA

Elisabetta Trenta ha deciso di traslocare prima di essere cacciata dai 5 Stelle. A convincerla sono state le pressioni dei vertici del Movimento, primi fra tutti Luigi Di Maio e Stefano Buffagni, ma soprattutto il rischio di essere sbugiardata in Parlamento. La relazione preparata al ministero della Difesa per rispondere alle interrogazioni di deputati e senatori sull' alloggio di servizio che aveva ottenuto quando era ministra e poi ha fatto assegnare al marito, svela infatti nuovi dettagli sulla procedura seguita. E soprattutto il canone mensile: 141,76 euro. Una cifra ben inferiore a quella che la stessa Trenta aveva sostenuto di pagare: «Oltre 540 euro, che è tanto».

 

Si chiude dunque il «caso», ma rimane aperta l' inchiesta e soprattutto la ferita nei rapporti con i Cinque Stelle che l' avevano sfidata a «chiedere l' assegnazione di un nuovo appartamento, se davvero ha i titoli per averlo».

Sono le 9 di ieri quando Trenta si arrende e parla anche a nome del coniuge, il maggiore dell' esercito Claudio Passarelli: «È tutto regolare, ma mio marito ha comunque presentato un' istanza di rinuncia per l' alloggio. Traslocheremo». A Radio24 aggiunge: «Nulla ci fa sentire in imbarazzo, lo facciamo per salvaguardare la serenità della famiglia, spero che questo atto di amore serva a tacitare la schifezza mediatica che è caduta su di me». Poi affronta il problema con il Movimento.

 

ELISABETTA TRENTA - LA CASA A SAN GIOVANNI

Domenica aveva detto di aver «spiegato a Di Maio come stanno le cose», ora si sfoga: «Non sono stata trattata bene, ma nei valori del M5S ci credo, non ho nessuna intenzione di lasciare il Movimento.

Mi è dispiaciuto che, prima di parlare e giudicare, nessuno mi abbia chiamata per chiedermi come stanno le cose. La mia faccia è pulita, non smetterò di fare politica e di essere del Movimento. Ma forse una pausa di riflessione me la prendo, non ho deciso nulla».

 

E sul suo rapporto con il capo politico - al quale si era proposta come uno dei dodici «facilitatori» - aggiunge: «Credo che Di Maio, con cui ho parlato, abbia capito le mie ragioni. Io sono un militare e so che prima di comandare le persone ci si parla, so che un comandante difende i propri uomini».

ELISABETTA TRENTA E IL MARITO CLAUDIO PASSARELLI

 

 

A questo punto saranno l' indagine amministrativa avviata dallo Stato maggiore e quella della Procura militare a dover stabilire se la procedura sia stata corretta. Quanto accertato finora dimostra che sono bastate poche ore per avere la certezza che l' assegnazione sarebbe stata trasferita dalla moglie al marito. Il 5 settembre, giorno delle dimissioni del governo Conte, ha segnato l' uscita dal dicastero di Trenta. Nemmeno 24 ore dopo il marito è stato infatti nominato aiutante di campo del segretario generale della Difesa.

 

Trenta - così come prevede la legge - aveva 90 giorni per liberare l' alloggio e tornare nel proprio appartamento al quartiere Pigneto. Invece il 2 ottobre la pratica è stata chiusa e le carte relative a quella stessa casa sono state intestate a Passarelli. Secondo la versione fornita dallo Stato Maggiore «Passarelli aveva dichiarato di possedere un immobile a Roma e un altro a Campobasso che ai fini dell' assegnazione non rappresentava motivo ostativo perché il personale titolare di alloggio Asi può usufruire di un appartamento di servizio pur disponendo di proprietà alloggiativa nella stessa circoscrizione».

 

GIUSEPPE CONTE ELISABETTA TRENTA

Spetterà ai magistrati accertare se davvero questo iter sia legittimo, se possano esserci stati favoritismi. La Difesa stabilirà invece se Passarelli abbia diritto a un nuovo alloggio di servizio. Di certo rimane che la cifra pagata ogni mese dalla coppia è ben inferiore a quella comunicata pubblicamente dalla ex ministra. E anche questo sarà sottolineato in Parlamento. Secondo quanto risulta alla Difesa «il canone mensile è di 141,76 euro mentre vengono versati 173,19 euro per l' utilizzo del mobilio». Totale 314,95 euro, arredamento compreso.

 

 

TRENTA COSTA BONISOLI TONINELLI LEZZI GRILLO

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”