mario draghi quirinale

QUESTO DRAGHI DOVE LO METTO? - GLI STATI UNITI NON VEDREBBERO MALE MARIOPIO AL QUIRINALE: È GIUDICATO FUNZIONALE ALLA POLITICA ESTERA AMERICANA VISTA LA SUA CHIARA INCLINAZIONE ANTI-CINESE - PER LA FRANCIA IL TRASFERIMENTO DI DRAGHI AL COLLE ASSICUREREBBE LA TENUTA DEL TRATTATO DEL QUIRINALE, INTESA BILATERALE RECENTEMENTE SIGLATA A ROMA - I TEDESCHI LO PREFERISCONO ALLA GUIDA DEL GOVERNO: TEMONO CHE I FUTURI ESECUTIVI NON SIANO IN GRADO DI ATTUARE LE RIFORME NECESSARIE PER I GIUSTIFICARE I FONDI DEL NEXT GENERATION EU…

Dario Fabbri per "la Stampa"

mario draghi al quirinale

 

Meglio Mario Draghi a Palazzo Chigi o al Quirinale? Nelle cancellerie internazionali ferve il dibattito sulla collocazione dell'attuale premier. Con posizioni diverse tra i principali interlocutori di Roma, per proprio tornaconto, per ampia o ristretta conoscenza della struttura nostrana, per considerazione antropologica del Belpaese. L'amministrazione statunitense denota idee molto chiare. Per gli apparati d'Oltreoceano Draghi dovrebbe migrare al Colle. Abituati a ragionare sul piano strategico, gli americani lo vorrebbero al Quirinale per evitare che finisca scalzato da manovre surrettizie o dall'umoralità dei partiti.

EDITORIALE DEL FINANCIAL TIMES SU DRAGHI AL QUIRINALE

 

Da decenni stanziati in Italia come potenza di riferimento, conoscono nel profondo gli italici meccanismi istituzionali, sanno che la Presidenza della Repubblica è in grado di imporre l'indirizzo generale, spesso trascendendo la lettera della Costituzione. Specie in assenza di statisti tra i leader dei partiti, come nel periodo attuale. Negli ultimi anni Washington ha lavorato proficuamente con la massima carica dello Stato, soprattutto con Giorgio Napolitano, meno con la presidenza del Consiglio.

 

ARTICOLO DI BILL EMMOTT SUL FINANCIAL TIMES SU DRAGHI AL QUIRINALE

Molto noto alle agenzie washingtoniane, Draghi è giudicato funzionale alla politica estera americana e la sbandierata inclinazione anti-cinese di questi mesi conferma tale convinzione. La sua eventuale ascesa al Quirinale garantirebbe gli Stati Uniti da azioni dei prossimi governi ritenute improvvide, come capitato con la firma nel 2019 del memorandum sulle nuove vie della seta. Simile è la posizione della politica francese. Per Parigi il trasferimento di Draghi assicurerebbe la tenuta del trattato del Quirinale, intesa bilaterale recentemente siglata a Roma, pensata per inibire il ritorno all'austerity da parte di Berlino.

 

emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3

Nell'interpretazione d'Oltralpe, soltanto la definitiva conversione dell'economista in deus ex machina corroborerebbe la fiducia dei tedeschi nei confronti del nostro Paese e dunque dell'intera Eurozona, probabilmente sopravvalutando la risolutezza della Germania. Proprio Berlino sembra molto indecisa su cosa augurarsi. Da sempre alla ricerca di una narrazione per salvare l'Italia nonostante la ritrosia dell'opinione pubblica locale, la dirigenza tedesca ha trovato in Draghi un escamotage perfetto.

 

mattarella e mario draghi al quirinale

Considerato estraneo allo stereotipo di inaffidabile fannullone che i teutonici tendono ad affibbiarci, di recente la Cancelleria ha potuto giustificare internamente l'approvazione del Next Generation Eu con la supposta non italianità del presidente del Consiglio. La sua eventuale dipartita da Chigi potrebbe minare tale fragile rappresentazione.

 

A digiuno dei nostri ingranaggi istituzionali, gli osservatori tedeschi riconoscono al Quirinale un peso eccessivamente ridotto, mentre temono che i futuri esecutivi non siano in grado di attuare le riforme necessarie a raccontare di un'Italia prossima al cambiamento.

mario draghi regala un mazzo di fiori ad angela merkel

 

Ancora diversa la posizione del Regno Unito, sebbene meno rilevante. Storicamente Downing Street e la City faticano a comprendere cosa accade nella Penisola e in queste ore schizofrenicamente alternano entusiasmo per Draghi al Quirinale o a Chigi, non solo per la sopravvivenza finanziaria del Belpaese, anche per l'attitudine del presidente del Consiglio ritenuta eccessivamente russofila e turcofoba.

 

Inclinazioni altrui, interessate e maliziose, puntualmente valutate alle nostre latitudini come asettiche pagelle incapaci di incidere sugli eventi, per questo utilizzate da questa o da quella fazione per sostenere la propria posizione. In realtà destinate ad avere sulla corsa al Quirinale un effetto assai superiore alla percezione generale.

mario draghi al quirinale

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…