giorgetti salvini draghi

"BERLUSCONI CAPO DELLO STATO? POCHE POSSIBILITA'. SALVINI RILANCIA LA SUA CANDIDATURA PER EVITARE DI PARLARE DI ALTRE COSE SERIE” - NON POTENDO INCHIAVARDARE DRAGHI A PALAZZO CHIGI, GIORGETTI VUOLE BLINDARLO AL QUIRINALE: "DIVENTEREBBE COME DE GAULLE. DA GENNAIO I PARTITI SMETTERANNO DI COPRIRLO, LA COALIZIONE SI SPACCHERA' E DRAGHI NON PUO' SOPPORTARE UN ANNO DI CAMPAGNA ELETTORALE" - NO A MATTARELLA, L'IPOTESI CASINI, I SOLDI EUROPEI "BUTTATI" SENZA DRAGHI, LA BOCCIATURA DI MICHETTI (“IL CANDIDATO GIUSTO SAREBBE STATO BERTOLASO”), L’ENDORSEMENT A CALENDA...

Andrea Malaguti per "la Stampa"

 

giancarlo giorgetti 2

Nord. Bisognerebbe scriverlo maiuscolo. Perché l'impressione - o forse è uno scherzo del cervello - è che qualunque frase esca dalla bocca di Giancarlo Giorgetti finisca con uno stentoreo Nord. Detto in varesotto e in tonalità Bossi, il suo vero, riconosciuto, punto di riferimento. «Il 99% di quello che so l'ho imparato da lui e a dire il vero gli farei ancora gestire la partita del Quirinale». Produttività, lavoro e una sfumatura della fu Romaladrona.

 

Che un tempo era anche la sinfonia preferita di Matteo Salvini e oggi invece è il terreno scivoloso che divide il ministro e il suo Capitano, sfiancato dalla Meloni e pervicacemente avvinghiato all'idea dal partito nazione. E poi c'è Draghi. Passione di Giorgetti, ossessione di Salvini, capace di suscitare una sottile e inedita diffidenza, un sentimento piccolo, come una capocchia di spillo, che per loro - e per i destini della Lega - ha però un peso specifico importante.

giancarlo giorgetti 1

 

Così, in un elegante albergo nel centro di Torino, Giancarlo Giorgetti, nel corso di un pranzo ritagliato tra un incontro e l'altro per la campagna elettorale di Paolo Damilano, decide di fare il punto con «La Stampa» sullo stato dei suoi rapporti col Capitano e con Draghi, sulla corsa al Colle e sulle aspettative per il voto di domenica.

 

Ministro Giorgetti, ci sono due Leghe?

«Una sola, fatevene una ragione».

 

Per lo meno ci sono due linee.

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

«Per niente. Al massimo sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche direi che in una squadra c'è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist». Lei a Varese ha detto: ci rifacciamo alla Lega lombarda, che univa le comunità e faceva il bene della propria gente. «E' vero, qual è il problema?».

Nessuno. Solo che mentre lei richiamava le radici del Nord a Tor Bella Monaca Salvini diceva: io mi sento romano d'adozione.

«Bisogna vedere come la pensano i romani».

 

Secondo lei?

«Vedremo la prossima settimana. Ma è vero che la Capitale ci ospita, anche se io vivo nella campagna di Varese».

 

Chi vince le amministrative a Roma?

«Dipende da quanto Calenda riesce a intercettare il voto in uscita dalla destra. Nei quartieri del centro penso che sarà un flusso significativo. Ma non so come ragionino le periferie. Se Calenda va al ballottaggio con Gualtieri ha buone possibilità di vincere. E, al netto delle esuberanze, mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma».

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

 

E se al ballottaggio ci vanno Gualtieri e Michetti?

«Vince Gualtieri».

Michetti è un candidato sbagliato?

«Non lo so. Ma so che il candidato giusto sarebbe stato Bertolaso».

A Milano?

«Sala può vincere al primo turno».

Non le piace Bernardo?

«Non è questo il punto. Per altro i candidati non li ho scelti io. Faccio il ministro e mi occupo d'altro. Come è giusto che sia».

 

Però, qui a Torino, si sta occupando di Damilano.

«Lo facevo già prima di entrare al ministero dello Sviluppo economico. Credo che possa vincere al secondo turno».

 

Il centrodestra al secondo turno non vince mai.

«Statisticamente è così. Ma qui il caso è diverso. Paolo è un candidato civico. Il voto politico si esprimerà al primo turno. Poi conterebbe la persona e la città potrebbe convergere su di lui».

Ministro, quante possibilità ci sono che Berlusconi faccia il presidente della Repubblica?

«Poche».

matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

 

Allora, perché Salvini rilancia la sua candidatura?

«Per evitare di parlare di altre cose serie».

Quali sono le altre cose serie?

«Draghi. La vera discriminante politica per i prossimi sette anni è che cosa fa Draghi. Va al Quirinale? Va avanti col governo? E se va avanti con chi lo fa?».

 

Lei che cosa vorrebbe?

«Vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può».

 

Perché?

«Perché appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente».

 

Fino ad oggi non si è preoccupato dei partiti.

«Da gennaio la musica sarà diversa. I partiti smetteranno di coprirlo e si concentreranno sugli elettori».

matteo salvini e giancarlo giorgetti 7

 

Morale?

«L'interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince».

 

Dopodiché cambierebbe il ruolo del Quirinale

«Draghi diventerebbe De Gaulle».

 

Questo Parlamento è pronto a eleggere il nuovo De Gaulle?

«Non lo so, ma questo è l'interesse del Paese».

 

Perfetto, mandiamo Draghi al Colle. Poi che succederà con i soldi europei?

«Che li butteranno via. Oppure non li sapranno spendere».

 

Scenario B: Draghi resta al suo posto. Mattarella?

«Mattarella resta solo se tutti i partiti lo votano. E la Meloni ha già detto che non lo voterà».

 

Salvini lo voterebbe?

«Penso di no».

 

Escluso il bis, allora.

«Complicato».

 

C'è aria di Casini.

matteo salvini e giancarlo giorgetti 6

«Ecco, non lo escluderei. Casini è amico di tutti, no?».

 

Ministro, perché la Bestia Morisi ha mollato Salvini?

«Boh, io non credo che dietro alla sua scelta ci siano motivazioni politiche».

 

Quindi non l'ha affossato lei?

«Ma figuriamoci, proprio no. Io lo rispetto tantissimo Morisi. È intelligentissimo. Fa un lavoro che io non capisco, perché sono a-social. Ma lui è super bravo».

 

Le piace anche quando spara a zero sui migranti o su Saviano?

«È da un po' che aveva smesso di farlo. Credo abbia fatto una scelta personale. Tutto qui».

 

Alla tre giorni sindacale organizzata da Landini a Bologna il commissario europeo al lavoro, Schmit, ha rilanciato il salario minimo europeo.

«Se non c'è la parità di acquisto nei Paesi europei è piuttosto difficile da realizzare. Poi col salario minimo togli legittimazione alla contrattazione, ammazzando il sindacato».

matteo salvini e giancarlo giorgetti 5

 

I sindacati esistono anche in Germania. «Un altro mondo e un'altra cultura». Per cui niente salario minimo con buona pace di Conte e Letta?

«Per cui il dibattito è aperto anche se va inserito in un discorso più ampio. E poi, a una settimana dal voto, questa discussione puzza di demagogia».

 

Che rapporto ha col ministro Orlando?

«Umanamente correttissimo. Certo che lui sconta un retroterra culturale particolare».

 

Lo ispira Landini, come sostengono molti suoi colleghi leghisti?

«Può essere. Io ho un ottimo rapporto anche con Landini, a dire la verità. Però il problema è un altro».

 

Quale?

«Recitano una parte. È tutto un copione, a cominciare dai tavoli di crisi. Tutta una rappresentazione per l'opinione pubblica. Come se fossimo negli anni '80. Invece sulle cose concrete possiamo incontrarci. E spesso lo facciamo».

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 4

E Bonomi?

«Ha fatto bene Renzi a dirgli di darsi una calmata. È come se anche la Confindustria non avesse il senso del momento».

 

Ha mai pensato a fare lei il front-man della Lega?

«Quella di cui parla lei mi sa che è la politica di copertina».

 

In realtà parlavo di politica di visione.

«Preferisco guardare lontano restando dietro. Se fai il front-man finisce che ti perdi nelle risse. Guardi quello che è successo a Letta».

 

Che gli è successo?

«L'hanno preso e scaraventato nella mischia. Ecco, io no, grazie».

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 1

 Ministro, un'ultima cosa. Che cosa pensa della sentenza sulla trattativa Stato Mafia «Penso che una storia come quella in Francia sarebbe durata due settimane. Lo Stato fa lo Stato».

giancarlo giorgetti a cernobbio giancarlo giorgetti a cernobbio giancarlo giorgetti matteo salvini a cernobbio Giorgetti VezzaliMARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTISALVINI E GIORGETTIMATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI FEDERICO DINCAMATTEO SALVINI E GIANCARLO GIORGETTI ALL HOTEL MIAMI DI MILANO MARITTIMAANTONIO FAZIO GIANCARLO GIORGETTIDARIO FRANCESCHINI GIANCARLO GIORGETTImatteo salvini e giancarlo giorgetti 3

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO