"CHI È TUO PADRE?" – ALTRO CHE GOSSIP, IL PUTIFERIO INNESCATO DAL PRINCIPE HARRY CON LA SUA AUTOBIOGRAFIA È LA PIÙ GRANDE CRISI PER LA MONARCHIA BRITANNICA DALLA MORTE DI LADY D – NEL LIBRO HARRY RACCONTA CHE RE CARLO SCHERZAVA E GLI CHIEDEVA CHI FOSSE IL BABBO - L’ACCUSA DI USARE GLI UFFICI STAMPA DI PALAZZO PER MANIPOLARE L’OPINIONE PUBBLICA – QUELLA VOLTA CHE FUGGÌ DALLA BASE MILITARE PER EVITARE I CONTROLLI ANTIDROGA…
1. LA MONARCHIA IN CRISI COME CON DIANA
Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Il "caso Harry" non è mai stato una storia puramente di gossip, ma ora è diventato la crisi più seria per la monarchia britannica dal divorzio e dalla morte della principessa Diana: come se la madre, a quanto pare da lui contattata tramite una veggente, avesse passato al figlio il testimone di una staffetta contro i Windsor.
All'inizio era una questione di gelosia per Meghan, che toglieva le prime pagine a Kate e di conseguenza al marito. Ma con le rivelazioni della sua autobiografia Harry ha screditato Carlo (un re che scherza sulla propria dubbia paternità dicendogli "chi è tuo padre?") e William (un futuro re che salta addosso al fratello, come in un dramma di Shakespeare); ha accusato Buckingham e Kensington Palace di usare uffici stampa pagati dal contribuente per manipolare l'opinione pubblica, come sottolinea perfino la Bbc , solitamente deferente verso la casa reale; e ha fatto sentire l'assenza di una figura simbolo di imparzialità come fu per 70 anni la regina.
"Questa vicenda sottolinea i limiti dei sistemi ereditari", commenta il Guardian, che è un quotidiano filo repubblicano ma riflette una legittima opinione. Finché c'era Elisabetta II, sul Regno Unito eravamo tutti monarchici, affascinati dalla fiaba di The Crown e dal ruolo storico della sua principale interprete. […]
2. IL CAPO SQUADRONE DELLA RAF: “IL PRINCIPE HARRY FUGGÌ DALLA BASE MILITARE PER EVITARE I CONTROLLI ANTIDROGA”
Emanuela Minucci per www.lastampa.it
lady d con il principe harry bambino
C’è molto contro gli altri – fratello William in testa – nel libro «The Spare» il figlio di scorta, l’autobiografia dell’ex principe Harry. Ma anche qualcosa contro di sè. E quel capitolo riguarda la cocaina, assunta quando Harry prestava servizio come capo squadro della Raf, Royal Air Force.
Nel libro però c’è qualcosa che Harry non confessa. Ovvero che nel 2011 gli fu permesso di lasciare la sua base di elicotteri Apache per «urgenti affari di palazzo» quando in realtà i militari stavano per essere sottoposti a un test antidroga. Secondo quanto riferito, la RAF Wittisham nel Suffolk è stata messa al sicuro da guardie armate nel maggio 2011 prima che a tutti i cadetti, junior e senior, fosse ordinato di fornire campioni di urina.
E si legge che il duca di Sussex sia partito con la sua Audi A3 per tornare a Londra, nonostante fosse appena tornato dal matrimonio del fratello, il principe William. L'ex sergente maggiore Mark «Oz» Wilson, ora 38enne, che era responsabile della disciplina dello squadrone, ha detto al Sun: «Non potevo credere che a Harry fosse stato permesso di andarsene». Si ritiene che Harry sia stato l’unico militare non testato sulla base. All'epoca prestava servizio con 656 Squadron, 4 Regiment Army Air Corps.
l auto di diana dopo l incidente a parigi
Ma nella sua autobiografia bomba. «Spare», Harry ammette soltanto di essersi ubriacato di coca e erba prima di arruolarsi nell'esercito nel 2005, e di «essersi sballato» con la marijuana dopo il suo primo appuntamento con Meghan.
Stando ad un’anticipazione della suo memoir Spare riportata in esclusiva da People, il principe nel 2007 - mentre si trovava a Parigi per la Coppa del Mondo di rugby - avrebbe chiesto al suo autista di passare nella galleria sotto il Ponte de l’Alma, alla stessa andatura della vettura in cui perse la vita sua mamma.
In un passaggio riportato in anteprima da People, ad esempio, il duca di Sussex rivela che quindici anni fa ha chiesto al suo autista di attraversare il tunnel parigino dove perse la vita sua mamma, Lady Diana, nell’agosto 1997. Harry si trovava in Francia per la Coppa del Mondo di rugby, che - si legge nello stralcio - gli aveva messo a disposizione un driver. «Durante la mia prima notte laggiù, gli chiesi se conosceva quella galleria. Guardai i suoi occhi nello specchietto retrovisore che si ingrandivano». Certo che la conosceva. Gli disse poi che voleva attraversarla ad un’andatura precisa: 65 miglia all’ora (circa 100 km/h).
«L’esatta velocità a cui andava la vettura di mia mamma, secondo i rilevamenti della polizia, al momento dell’incidente. Non 120 miglia all’ora, come riportato dalla stampa», chiarisce il principe. Che avvertì inoltre l’autista che niente, di quell’esperienza, sarebbe dovuto trapelare. «Siamo passati davanti al Ritz, dove mia mamma ha consumato il suo ultimo pasto, poi abbiamo imboccato la galleria».
«Abbiamo superato il punto dove presumibilmente c’è stato l’urto che ha fatto sbandare l’auto. Mi sono sporto in avanti, ho guadato la luce trasformarsi in una specie di arancione, ho osservato i piloni di cemento sfrecciare. Li ho contati, ho contato i miei battiti e in pochi secondi siamo riemersi», dall’altra parte del Ponte de l’Alma. «Mi sono seduto e con calma mi sono chiesto se fosse tutto lì».
«È soltanto un tunnel dritto e breve», scrive Harry, che lo aveva sempre immaginato come «un passaggio infimo e pericoloso». «Non c’era motivo che qualcuno morisse al suo interno», aggiunge il duca, ricordando di aver chiesto al driver di attraversarlo una seconda volta. «Pensavo che passare lì dentro avrebbe messo fine alla mia sofferenza, ad un decennio di dolore inesorabile». Ma non è stato così.
spare l autobiografia del principe harryregina elisabetta harry meghanroyal family (senza harry) al balcone di buckingham palace principe harry e meghan markle 3harry e meghan 1principe harry e meghan markle 1principe harry e meghan markle 2principe william e principe harry