Francesco Grignetti e Giuseppe Legato per “la Stampa”
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È il reato più temuto dagli amministratori, l'abuso d'ufficio. E ora il governo promette di riscriverlo radicalmente, circoscrivendo meglio quali condotte sono reato e quali no. Al nuovo «abuso d'ufficio» sarà dedicato un capitolo del Decreto Semplificazioni. In estrema sintesi, quando la legge concede un margine di interpretazione, non potrà essere contestato un reato se poi un sindaco sceglierà questa o quell'interpretazione.
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«Già, non è facile per gli ottomila sindaci - ironizza, con amarezza, Giuseppe Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell'associazione nazionale comuni italiani - terminare il mandato senza incappare in un'accusa di abuso d'ufficio. Per noi è una condanna anticipata con i titoli sui giornali e processo virtuale. E siccome abbiamo calcolato che solo il 2% dei procedimenti termina con una condanna, è una beffa». Decaro a nome dei suoi colleghi non chiede l'abolizione del reato. «Chiediamo che sia meglio determinato il perimetro».
L'Anci ha calcolato che sono stati ben centomila i procedimenti per abuso d'ufficio contro i sindaci negli ultimi anni. «Il 60% dei quali è archiviato già in istruttoria. E indispensabile riscrivere il reato». Nel frattempo, non soltanto vi sono state carriere politiche rovinate, ma un'infinità di dossier si è incagliato. Ed è per questo motivo che a sostegno della riforma c'è un coro trasversale: sono a favore l'Anci e l'associazione costruttori, Matteo Renzi come Vincenzo De Luca.
patrizia baffi attilio fontana
Forza Italia sarebbe pure a favore, ma Enrico Costa vuole capire meglio perché non s' è abolito proprio il reato. Una rapida carrellata degli ultimi mesi racconta tante assoluzioni: per il sindaco di Milano, Beppe Sala, finito a processo per un appalto Expo, come per Virginia Raggi, indagata per il nuovo stadio su esposto di ex Cinquestelle. Possono vantare un'assoluzione anche i Governatori della Lombardia Attilio Fontana (il caso era legato alla nomina in un organismo regionale di un suo ex socio di studio legale) o della Puglia Michele Emiliano (nomina nel cda di InnovaPuglia, società in house, dell'allora sindaco di Bisceglie).
All'Aquila hanno appena assolto dalle accuse di abuso d'ufficio e falso ideologico anche l'ex presidente della Giunta d'Abruzzo Luciano D'Alfonso, attuale senatore. Ed è stato assolto l'ex presidente del Molise, Michele Iorio, per una vicenda legata allo zuccherificio. Anche De Luca in Campania ha superato indenne il processo Crescent, per un complesso immobiliare sul lungomare di Salerno. Tutti con il fiato sospeso fino all'ultimo perché una condanna per abuso d'ufficio, anche in primo grado, significa la decadenza per effetto della Legge Severino.
Altri trattengono il sospiro. Il senatore leghista ed ex sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, è stato rinviato a giudizio in relazione ad alcune donazioni per i terremotati. E la sindaca Chiara Appendino, sotto processo per un falso in bilancio e abuso d'ufficio, è in attesa di sentenza. I pm ne hanno chiesto la condanna a 1 anno e 2 mesi e negli ambienti della procura già si dice che se la bozza di riforma passerà cosi com' è, l'accusa diverrebbe quasi insostenibile: se non è contestabile l'abuso d'ufficio ogni volta che una norma di legge è suscettibile d'interpretazione, sarà molto complesso - e non solo nel processo Ream - sostenere un'accusa.