matteo salvini giorgia meloni 1
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
Donald Trump scende in campo. Non solo negli States per la corsa al secondo mandato presidenziale. Ma anche in Italia. Ovviamente non in prima persona, ma per interposta leadership. Il suo passo, infatti, sta tastando anche il nostro terreno in vista di eventuali elezioni anticipate. E le sue scelte sono state già compiute. La preferenza rimane nel perimetro cosiddetto "sovranista". Il favore, però, non è per Matteo Salvini bensì per Giorgia Meloni.
[…] la capa di Fratelli d' Italia, […] nel tardo pomeriggio di martedì 12 novembre […] è stata invitata dall' ambasciatore statunitense a Roma, Lewis Eisenberg, ad un incontro super riservato. Il faccia a faccia si è svolto nella residenza del diplomatico Usa, Villa Taverna. […] : l' amministrazione di Washington trasmette il suo apprezzamento. Al punto da rendersi disponibile a collaborare per un nuovo viaggio negli Stati Uniti della Meloni all' inizio del 2020. Una missione organizzata per farle varcare i cancelli della Casa Bianca per parlare direttamente con Trump o in alternativa con il vicepresidente Pence. L' agenda e le date sono ancora definire. Nelle intenzioni della presidente di Fdi ci sarebbe anche il tentativo di fare conoscenza, nella stessa occasione, con i pezzi forti del Grand Old Party, ossia del Partito Repubblicano.
Il secondo effetto è probabilmente ancora più concreto. Fare affidamento sull' amicizia americana significa, ad esempio, poter contare su un sostegno potente in una futura campagna elettorale. A partire dalle piattaforme che costituiscono il vero trampolino per agevolare le vittorie: web e social media. […] Il placet di Washington […] è potenzialmente in grado di […] ridefinire i rapporti di forza della destra italiana. […]
[…] Il nodo per Salvini è sempre lo stesso: i rapporti del leader lumbard con la Russia e con gli "ambasciatori" di Putin. Il presidente americano non si fida di chi ha intavolato relazioni intense con Mosca. […] L'Amministrazione Usa punta a sollecitare e sostenere in Europa interlocutori certamente di stampo sovranista, preferibilmente antieuropeisti e sicuramente fedeli alla Nato. […]
[…] La simpatia statunitense per la Meloni […] si muove nella previsione che le elezioni in Italia non si terranno a scadenza naturale, ossia nel 2023. Ma ben prima. […] il leader leghista ha iniziato a manifestare una qualche insofferenza nei confronti della sua alleata che non chiama mai per nome ma facendo ricorso a un paio di fiabe disneyane: quella dei sette nani e quella più recente di Malefica. Difficilmente le risponde al telefono […] Sia Salvini sia Meloni ne sono consapevoli. Semmai non trovano ancora una risposta ad un altro interrogativo: con chi si schiererà Berlusconi?
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