matteo salvini giuseppe conte

“CHE TRISTEZZA CONTE, SI È VENDUTO A MERKEL E MACRON” – SALVINI HA MESSO NEL MIRINO IL PREMIER DIMISSIONARIO. LO RITIENE COLPEVOLE DI AVER CONDIZIONATO NEGATIVAMENTE IL M5s E L’AZIONE DI GOVERNO – L'AVVISO AI 5STELLE: "COL PD DIVENTA PARTITO DI SISTEMA" – INTANTO L’EX VICEMINISTRO RIXI: “SE NASCE UN GOVERNO TRA I DEM E I GRILLINI I VINCITORI SONO I DUE MATTEO". ECCO PERCHE'

Amedeo Lamattina per la Stampa

 

meme sulla crisi di governo conte e salvini

Matteo Salvini non crede più veramente alla possibilità che Luigi Di Maio accetti la sua offerta, un nuovo governo gialloverde con il capo dei 5 Stelle a Palazzo Chigi. Non ci crede perché ci sarebbero una serie di punti programmatici, tutti quei "no" che hanno portato alla crisi, che per incanto dovrebbero trasformarsi in sonori "sì".

 

Nella nuova squadra, inoltre, non ci dovrebbe essere nemmeno l' ombra del ministro della Difesa Trenta e di quello alle Infrastrutture Toninelli. Il quale, detto per inciso, crede che in un eventuale nuovo esecutivo giallorosso ci sarà posto per lui.

 

meme sulla crisi di governo conte e salvini

I leghisti raccontano che avrebbe addirittura minacciato Di Maio di non sostenere, insieme a una decina di suoi parlamentari fedeli, la nuova creatura M5S-Pd. Ma questa è un' altra storia. Il punto rimane che Salvini sta cercando di gettare sabbia negli ingranaggi che faticosamente Di Maio e Zingaretti stanno provando a far girare, sapendo che proprio Di Maio rischia alla fine di essere l' anello debole di tutta la catena.

 

In ogni caso di Conte il non dimissionario ministro dell' Interno non vuol sentire parlare. È lui che, secondo il leghista, ha condizionato negativamente le scelte dei grillini, prendendo in mano la situazione del governo dopo la sconfitta elettorale alle Europee: l' involuzione dell' azione di governo è colpa sua.

 

meme sulla crisi di governo conte e salvini

Compreso il compromesso europeo che ha portato Ursula Von der Leyen alla presidenza. «Conte si è venduto a Merkel e Macron», sostiene Salvini. Ecco il rischio che corre ora Di Maio. Il capo leghista pensa che l' eventuale alleanza con i Dem trasformerebbe M5S «in un partito di regime, organico al sistema e sarebbe la sua morte per un movimento che è nato per interpretare il sentimento anti-establishment degli italiani».

 

Insomma, con la Lega Di Maio, emancipato da Conte, potrebbe tornare alle origini e non farsi fregare da Renzi.

 

Questo, tra l' altro, di fronte alla fregatura già presa dallo stesso Carroccio, unico responsabile della situazione politica attuale. Ma non ci sono contatti diretti, solo whatsapp e il canto della sirena Salvini. Telefonate tra parlamenti e sottosegretari che hanno lavorato insieme per mesi, niente però di organico, in grado di chiudere il canale con il Pd.

SALVINI CONTE

 

«Se loro dovessero fare un nuovo governo - afferma l' ex viceministro Edoardo Rixi - i due vincitori sarebbero Salvini e Renzi». A vincere sarebbero i due Matteo, secondo lui, perché l' ex premier «terrebbe il dito sul pulsante che può far deflagrare il governo quando vuole». L' altro Matteo dall' opposizione dà all' alleanza giallorossa otto mesi di vita e poi alle politiche passerà all' incasso. Senza contare che in mezzo ci sono importanti voti regionali.

matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte 1

 

Adesso però il vero nemico è Conte, che a Biarritz dice quello che Di Maio ancora non afferma in maniera categorica: l' esperienza con la Lega è morta e sepolta. E Salvini si infuria. «Conte che per un anno ci ha aiutato a fermare i barconi e a chiudere i porti, in una settimana passa dalla Lega al Pd? Che tristezza».

 

Il capo della Lega carica tutto il suo astio su Conte, gli attribuisce la colpa di aver fatto naufragare il governo, non gli perdona i colpi che gli ha assestato nel discorso al Senato. Ha il sospetto che le parole del premier a margine del G7, quando dice che non contano le persone ma i programmi, siano un' apripista per l' intesa giallorossa. A Salvini interessa sganciare Di Maio da Conte. Per poi magari lasciarlo in mezzo al mare, andare a elezioni a ottobre e incassare tutto.

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senatosalvini conte

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME