Alessandro Da Rold per “la Verità”
L' Italia esce con le ossa rotte dalla partita sulla direzione generale dell' Esa, l' agenzia spaziale europea. Dopo i roboanti annunci del governo di Giuseppe Conte, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro con delega allo Spazio, si prevedeva una lunga trattativa nel council dell' agenzia.
A fronte dei 2,2 miliardi versati ci si sarebbe attesi un muro contro muro o almeno un gioco al rialzo per ottenere altri incarichi. E invece il 24 novembre, dopo appena due votazioni, è stato nominato l' austriaco Josef Aschbacher grazie a 18 voti su 21.
L' aspetto ancora più grottesco della vicenda è che, nel giorno della débâcle, su alcuni quotidiani è stata fatta passare la vittoria austriaca come un successo italiano, anche se a disposizione avevamo solo un voto. Per di più sono giornate di tensioni diplomatiche tra Roma e Vienna.
Dal momento che il cancelliere Sebastian Kurz, oltre a gestire nei prossimi anni tramite Aschbacher i soldi italiani nell' Esa, lascia aperti gli impianti sciistici mentre i nostri sono chiusi: gli italiani andranno così a portare altri soldi all' Austria.
Tra sci e spazio resta che la candidatura ufficiale di Simonetta Di Pippo per Esa si è rivelata un totale fallimento. E ancora di più lo è stata quella di Roberto Battiston, ex presidente dell' Asi. L' Italia si ritrova fuori dai giochi anche per altri incarichi, grazie al gruppo di esperti spaziali «all' amatriciana» intorno a Fraccaro.
Di fronte a questo risultato, infatti, la decenza e la capacità politica, ove ci fossero, dovrebbero suggerire un serio esame di coscienza per capire tutti gli errori commessi e l' inadeguatezza della squadra che contribuisce negativamente, purtroppo, alla definizione delle linee strategiche nel settore spaziale e nella sua governance. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Tanto che a palazzo Chigi c' è chi ha iniziato a minacciare di togliere la delega allo spazio a Fraccaro. Non sono mancate critiche anche al consigliere militare Carlo Massagli, dato già in uscita per una vicedirezione dell' Aise e ai suoi esperti spaziali improvvisati.
Sotto i riflettori c' è ancora Mariangela Dejana, consigliere per lo spazio di Fraccaro. Il suo curriculum è assente sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri -come invece previsto dalla legge: è stata sua la scelta di candidare la Di Pippo e si è impegnata a 360 gradi.
Da almeno un mese il nostro quotidiano ha chiesto una posizione chiara da parte di Fraccaro sulla vicenda Esa, ma non è mai arrivata risposta. Come mai il sottosegretario non ha ancora preso provvedimenti dopo la sconfitta europea? È libero nelle sue scelte o c' è dell' altro e non può?
Di curricula presenti in totale trasparenza sul sito della presidenza del Consiglio c' è quello del colonnello Aniello Violetti: quando è stato inserito nel bando per l' addetto spaziale in Usa mancava solo la foto. Ma oggi la Farnesina tace sulla scelta nonostante le interviste ai 10 candidati siano state fatte da quasi un mese.
Ancora pressioni politiche o altro? La sconfitta in Esa si aggiunge a una situazione già complessa nel settore aerospaziale. La filiera storica delle nostre aziende, fiore all' occhiello italiano, inizia a sentire le difficoltà della crisi economica. I soldi ci sarebbero, ma non è chiaro come siano investiti.
Nei mesi scorsi è comparso Primo Space, un fondo di venture capital nato da Primomiglio Sgr, con 58 milioni di euro destinati alle start up italiane. Ancora adesso non si sa come sia stato individuato e perché supportato dall' Asi, senza selezione preventiva di altre candidature.
Per di più Gianluca Dettori, fondatore di Primomiglio Sgr, ha frequentato il Kaufman Fellows come Salvo Mizzi, attuale direttore di Enea Tech, che dispone di 500 milioni di euro da destinare questa volta alle start up tecnologiche.
Mizzi, già in Invitalia Venture con Domenico Arcuri, è stato consigliere di Luigi Di Maio e poi advisor della fondazione Amaldi proprio su Primo Space. Gli interrogativi sulla gestione dei fondi pubblici non sono finiti qui. Asi avrebbe dovuto indire un bando per individuare l' incaricato di gestire i fondi Esa tramite Amaldi.
Ma ai tempi in cui Battiston era doppio presidente non fu fatto, chissà perché. A occuparsene è Lorenzo Scatena, segretario generale vicino al Pd cresciuto professionalmente nel consorzio Ipazia, esperto di energie rinnovabili, notoriamente di interesse per le tecnologie spaziali (?). Chi siano i destinatari dei fondi è uno dei tanti misteri che avvolgono la politica sullo spazio targata Pd-5 Stelle.
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