giuseppe conte beppe grillo

SCISSIONE, SCISSIONE! - CONTE TORNA AD ACCAREZZARE L'IDEA DI FARSI UN SUO PARTITO PER IL QUALE, GIÀ AL TEMPO DELLA CADUTA DEL SUO SECONDO GOVERNO, SI DICEVA FOSSE PRONTO IL LOGO E IL NOME: "CON-TE" - UN CONTENITORE POLITICO DA PIAZZARE AL FIANCO DEL PD OPPURE "DI LOTTA", PER PUNTARE A RACCOGLIERE DI BATTISTA E FUORIUSCITI - LO STOP A CONTE POTREBBE DURARE FINO A FINE MAGGIO, CON RISULTATI IN TERMINI DI LEADERSHIP POTENZIALMENTE DEVASTANTI…

F. Mal. per "il Messaggero"

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

 

«Ora abbiamo bisogno di un buon avvocato». Tra i parlamentari cinquestelle non proprio felici dell'operato contiano dei mesi scorsi c'è chi azzarda un po' di (facile) ironia. L'impasse in cui il Tribunale di Napoli ha gettato il Movimento rendendo il garante Beppe Grillo unica carica riconosciuta è del resto un vespaio da cui qualche dimaiano spera di uscire senza il leader. L'idea è che Giuseppe Conte finisca con il comprendere come quel «logoramento» interno che tante volte ha denunciato, si stia sommando a quello della sua immagine di uomo politico.

 

conte grillo

E che il tutto, peraltro, faccia il paio con il pericolo - per Conte - che Grillo decida di far rinascere il direttorio che avrebbe voluto già a giugno scorso per non assegnare pieni poteri all'avvocato. In altri termini sperano che l'ex premier comprenda che uscire da vincitore dal campo di battaglia che sono diventati i 5S, è per lui praticamente impossibile. O, almeno, che in questo modo il suo appeal politico si avvii verso un forte ridimensionamento anche qualora dovesse resistere al timone dei pentastellati. «Oggi non può neppure decidere le candidature alle comunali di giugno» ribadisce un parlamentare grillino.

meme su giuseppe conte e beppe grillo

 

IL FATTORE TEMPO

Il tempo infatti, non gioca a vantaggio dell'avvocato. E non solo per il voto delle amministrative. A più di un anno dalla caduta del suo secondo governo, e con la travagliata esperienza delle elezioni per il Quirinale alle spalle, l'entusiasmo attorno a Conte è da tempo iniziato a scemare. Quindi, si interroga chi gli è vicino, cosa accadrebbe se restasse commissariato da Grillo in attesa del verdetto finale di Napoli? Del resto secondo Lorenzo Borrè, l'avvocato degli attivisti che hanno impugnato la sua elezione, per archiviare in un modo o nell'altro la pratica dovrebbero volerci almeno 100 giorni.

 

il vaffa di grillo a conte tweet

A dispetto di quanto ritenuto da alcuni infatti, il prossimo primo marzo la causa non terminerà, ma sarà solo «trattenuta in decisione esclusivamente per la pronuncia sull'eccezione di incompetenza territoriale». Eccezione che inoltre «contempla la concessione di un ulteriore termine di 80 giorni per il deposito di comparse conclusionali e repliche». Vale a dire che la passione contiana potrebbe durare fino a fine maggio, con risultati in termini di leadership potenzialmente devastanti.

 

Non a caso si vocifera che l'ex premier sia tornato ad accarezzare l'idea di farsi un suo partito. Una formazione per cui, già al tempo della caduta del suo secondo governo, si diceva fosse pronto il logo e il nome: ConTe. Le opportunità in questo caso sarebbero ben due. Da un lato l'avvocato potrebbe semplicemente abbandonare la nave 5S e traslocare - con lo statuto abolito ben in vista - in una nuova formazione, sperando che i più lo seguano nel progetto di creare una creatura progressista.

conte grillo

 

Un partito legato all'alleanza di centrosinistra con Pd e LeU che però, in un'eventuale futuro, finirebbe per calpestare i piedi a chi inevitabilmente non lo seguirebbe: Luigi Di Maio e i suoi.

 

I FEDELISSIMI

E allora sul tavolo di Conte torna a farsi strada anche l'idea, in vista del voto del 2023, di raggruppare un manipolo di fedelissimi per dare vita ad un partito più di lotta e meno di governo. Una forza politica in cui accogliere non solo l'ex di lusso dei 5S Alessandro Di Battista, ma anche tutti quegli eletti espulsi all'indomani del voto a favore del governo Draghi.

 

conte grillo

Aficionados contiani che negli ultimi giorni sono tornati davvero a sperare che il loro leader li raggiunga. La reunion di ribelli movimentisti infatti, ad esempio, attingerebbe a piene mani dai gruppi parlamentari dell'Alternativa c'è e, nelle intenzioni di Conte, sarebbe in grado di garantirgli quel legame con il territorio che fino ad oggi, tra i cinquestelle, gli è sempre mancato.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...