incursori 2 giugno sfilata rose

“SE AVESSIMO GRIDATO CI SAREBBERO STATE PUNIZIONI E TRASFERIMENTI” – GLI INCURSORI DEL COMSUBIN, CHE HANNO SFILATO IL 2 GIUGNO A ROMA, SVELANO PERCHÉ NON HANNO URLATO “DECIMA!”, LORO GRIDO DI BATTAGLIA: “NON TUTTI VOLEVANO UBBIDIRE, QUALCUNO HA DECISO DI FAR SCATTARE LA PROTESTA DELLE ROSE (LASCIATE CADERE IN PIAZZA VENEZIA)” – MA CHI HA DATO L’ORDINE PER EVITARE LE POLEMICHE? I VERTICI DELLE FORZE ARMATE NON ERANO STATI INFORMATI...

 

Estratto da "Il Messaggero"

 

incursori - sfilata 2 giugno

Le verifiche, al Ministero della Difesa, le avevano fatte scattare subito, già qualche ora dopo la fine della parata ai Fori Imperiali. Ancora prima che Il Messaggero raccontasse di quell'ordine arrivato agli incursori del Comsubin che per la prima volta non hanno potuto ripetere lo storico grido di battaglia "Decima".

 

I vertici delle forze armate, neppure lo Stato maggiore della Marina, non erano state informate della decisione e per questo è stato deciso di avviare subito una verifica interna per ricostruire esattamente la vicenda.

incursori lasciano cadere rose alla sfilata del 2 giugno

 

Che ora innesca anche le polemiche. Perché la protesta silenziosa degli incursori, costretti a obbedire ma decisi a ribellarsi, ha colpito nel segno: dieci rose fatte cadere dalle mani di fronte all'Altare della patria, in piazza Venezia, quando la marcia era oramai quasi finita.

 

In pochi se n'erano accorti ma il video registrato da qualcuno che sapeva in anticipo e le foto pubblicate ieri sul giornale hanno fatto scoppiare una polemica opposta a quella del 2023, quando l'urlo degli operatori del Comsubin venne interpretato come grido fascista (considerata la vicenda di quella parte di flottiglia che dopo l'armistizio del 1943 decise di rispondere agli ordini della Repubblica sociale e non al comando alleato) e contestato dopo l'applauso appassionato del presidente del Senato.

 

incursori lasciano cadere rose alla sfilata del 2 giugno

Stavolta la vicenda è ribaltata, una specie di autocensura che aveva come obiettivo anche quella di non associare la tradizione del grido con la campagna elettorale del generale Vannacci, che ha deciso di utilizzare proprio la X in riferimento alla "Decima".

 

Esploso il caso, ora gli incursori fanno trapelare altri particolar della vicenda, ma senza indicare né nomi né cognomi, come tradizione dei reparti speciali che non fanno neanche mai vedere il volto. «Ci era stato detto che se avessimo gridato ci sarebbero state punizioni e trasferimenti. Il gruppo a quel punto si è spaccato, non tutti volevano ubbidire e per questo qualcuno ha deciso di far scattare la protesta delle rose».

il presunto saluto romano del comsubin alla parata del 2 giugno 2023

 

Ieri al comando del Comsubin c'è stata un'assemblea per fare in modo che la protesta degli incursori non crei fratture nel reparto, considerato un'elite a livello internazionale. […]

 

Coinvolto nella polemica dello scorso anno, anche stavolta interviene sul caso il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Non sono d'accordo sul fatto che Vannacci abbia tirato in ballo la Decima - sottolinea- Nessuno ha mai tirato in ballo la Decima Mas che peraltro è stata costituita prima della Repubblica sociale. I militari del Comsubin nella sfilata del 2 giugno hanno sempre gridato "Decima" tranne quest'anno per non confondersi nella campagna elettorale. L'unico effetto è che stavolta non hanno potuto farlo e non mi pare un gran bel risultato». […]

LA REAZIONE DI MELONI E LA RUSSA AL PASSAGGIO DEGLI INCURSORI DEL GOI ALLA PARATA DEL 2 GIUGNO 2023 GRUPPO OPERATIVO INCURSORI - COMSUBIN - PARATA DEL 2 GIUGNO 2023

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…