vittorio colao bruno tabacci giorgio saccoccia

SPAZIO A COLAO! – MARIO DRAGHI HA CONFERITO LA DELEGA PER IL SETTORE AEROSPAZIALE CHE FU DI TABACCI AL MINISTRO PER L’INNOVAZIONE, E NON AL MISE DI GIORGETTI. IL MOTIVO? VOLEVA DARE UN SEGNALE AI PARTITI E AL SETTORE, DOPO I DISASTRI DELL’EX “LEONE” DEMOCRISTIANO – IN APPENA CINQUE MESI TABACCI ERA RIUSCITO A STRINGERE UN ACCORDO CON IL PRESIDENTE DI ASI, GIORGIO SACCOCCIA, CHE AVEVA CREATO GROSSI MALUMORI NEL RICCO COMPARTO INDUSTRIALE AEROSPAZIALE ITALIANO. NON SOLO: MANCANO TRE GIORNI ALLE NOMINE DI TRE DIREZIONI DELL'AGENZIA SPAZIALE EUROPEA E L'ITALIA RISCHIA DI RESTARE FUORI 

Alessandro Da Rold per “La Verità”

 

VITTORIO COLAO

Alla fine Mario Draghi ha scelto il ministro dell'innovazione Vittorio Colao come autorità delegata nel settore aerospaziale. Il nome dell'ex amministratore delegato di Vodafone era già circolato a poche ore di distanza dalle dimissioni di Bruno Tabacci, l'ex leone democristiano travolto dalle polemiche dopo appena 5 mesi di gestione delle deleghe spaziali.

 

chiara goretti 2

La nomina di Colao si aggiunge a quella di Chiara Goretti che sarà coordinatrice della segreteria tecnica del Pnrr.Più che la carriera del figlio di Tabacci in Leonardo - uno dei tanti errori lasciati in eredità dall'ex assessore di Milano - a Colao toccherà mettere mano a un settore che da ormai 3 anni si trova in difficoltà sopratutto dal punto di vista geopolitico, con l'Italia fanalino di coda in Europa.

 

BRUNO TABACCI

L'ex manager Rcs potrebbe essere stato scelto anche per tenere a bada i partiti, da sempre famelici in un settore redditizio (e che dà grande visibilità) come quello spaziale. Non è un caso che l'ex premier Conte abbia sempre cercato di tenere in disparte Colao nell'ultimo anno di governo (nonostante lo avesse interpellato) , anche perché probabilmente avrebbe fatto ombra sia al presidente del Consiglio sia ai partiti di maggioranza, in particolare i 5 stelle.

 

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

Di certo sarebbe stato naturale che le deleghe andassero al Mise di Giancarlo Giorgetti, ma Draghi ha scelto diversamente, forse anche per dare un segnale a tutto il settore dopo la fallimentare scelta di Tabacci. Negli ultimi 5 mesi l'ex Dc era riuscito a stringere un accordo di ferro con il presidente di Asi, Giorgio Saccoccia, quest' ultimo ancora dipendente di medio livello dell'Esa (agenzia spaziale europea): appare difficile che possa fare solo gli interessi dell'Italia anche perché poi tornerà in Europa visto che non si ravvisano segnali forti da parte di nessuno per mantenerlo nel suo ruolo a Roma.

 

GIORGIO SACCOCCIA ASI.

Di fatto tra Tabacci e Saccoccia era stato suggellato un accordo di questo tipo. In cambio di un'infornata di posti nelle società partecipate dall'agenzia spaziale, senza particolare attenzione a competenze, il presidente avrebbe avuto mani libere sulla gestione interna dell'Asi e sul Pnrr e quindi sui soldi del Recovery plan.

 

roberto battiston

Scelta quest' ultima che ha creato non pochi malumori nel comparto industriale aerospaziale italiano, anche perché l'attuale amministrazione Asi si troverebbe troppo spesso ad avvantaggiare alcune imprese del Sud penalizzandone altre a nord, tanto che alcune avrebbero minacciato di spostare la sede all'estero. Per di più gli stessi programmi spaziali a cui l'Italia partecipa sono in ritardo.

 

BRUNO TABACCI SI PRENDE LE DELEGHE ALLE POLITICHE SULLO SPAZIO

Tra questi c'è Platino, teorico fiore all'occhiello tecnologico avanzato di Asi dove siamo in ritardo già di 2 anni, un tempo enorme quando si parla di progetti spaziali. Ma il vero dramma delle scelte di Tabacci lo si sente in Europa. Sia il presidente Esa, Joseph Aschbacher, sia il delegato allo Spazio dell'Unione europea, Thierry Breton, ci hanno messo ai margini in questi mesi.

 

VITTORIO COLAO AL QUIRINALE CON IL TROLLEY

Tra appena 3 giorni, il 31 agosto, scade il bando di presentazione delle domande per tre importanti direttorati nell'agenzia spaziale europea, Esa. L'Italia arriva impreparata e rischia di restare fuori dopo aver perso la nomina del direttore generale, con le fallimentari candidature di Simonetta di Pippo e Roberto Battiston.

 

simonetta di pippo 2

Del resto che Tabacci fosse più impegnato a inserire suoi uomini di fiducia lo dimostra come non abbia ascoltato i consigli di diversi esperti del settore aerospaziale. Nei primi mesi di nomina gli era stato chiesto di fare pressione per avere un uomo al fianco di Breton in Europa, in modo da limitare lo strapotere della Francia. Tabacci non se ne è minimamente preoccupato. Ora tocca a Colao invertire la rotta.

giorgio saccocciaroberto battiston 2giorgio saccoccia vittorio colao agli stati generali

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…