di maio autostrade

5 STELLE IN MEZZO A UNA AUTOSTRADA – CONTE AL BIVIO: IL PROSSIMO 30 GIUGNO SCADRANNO I 6 MESI DI TEMPO PREVISTI PER CHIUDERE LA PARTITA AUTOSTRADE. A QUEL PUNTO O SI TROVA UNA QUADRA CON I 5 STELLE, OPPURE CONTE DOVRÀ SPIEGARE PERCHÉ DEVE DARE 23 MILIARDI AI BENETTON - E DI MAIO, PER NON FAR CADERE IL GOVERNO MA SOPRATTUTTO IL SUO “POLTRONIFICIO”, SI VESTE SUBITO DA POMPIERE PARTENOPEO E PARTE-DEMOCRISTIANO PER FAR INGOIARE IL BOCCONE AMARO DI UN ACCORDO AGLI ORTODOSSI FICO, DI BATTISTA E BUFFAGNI

DAGONOTA

 

GIUSEPPE CONTE ALL INAUGURAZIONE DEL PONTE DI GENOVA

Il prossimo 30 giugno scadranno i 6 mesi di tempo previsti per chiudere la partita Autostrade. A quel punto o il governo trova un accordo sulla vicenda della revoca, che contempli anche la modifica dell'art. 35 del Milleproroghe e consenta ad Aspi di tornare ad essere ‘’bancabile’’ - vale a dire: poter ricevere finanziamenti dagli istituti di credito -, oppure il gruppo Benetton potrà decidere di restituire l'asset autostradale, avendo in cambio l'intero valore della Concessione alla sua scadenza (2038). Il valore è calcolato intorno ai 23 miliardi.

 

di maio funerali genova

Conte è stato fermo due anni. Ora si trova di fronte la scadenza del 30 giugno, che non può essere oltrepassata perché è prevista dalla Convenzione Unica. Quindi o si trova una quadra con i 5stelle, oppure dovrà spiegare perché deve dare 23 miliardi ad Aspi

 

OPERE CHE RISCHIANO DI SALTARE CON UN EVENTUALE CRAC DI AUTOSTRADE

 

DI MAIO MEDIATORE: ESECUTIVO COMPATTO, MA NO AI RICATTI

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

Luigi Di Maio frena le fughe in avanti dei Cinque Stelle e le tensioni in seno all' esecutivo. Il mantra è evitare l' incidente, il casus belli almeno finché non ci sarà una posizione chiara. Il governo non può cadere in questo momento delicato per il Paese e l' ex capo politico prova a fare da collante: «La maggioranza è compatta, ma no ai ricatti», ribadisce nel corso di un confronto con i suoi fedelissimi.

 

Per capire la situazione bisogna riavvolgere il nastro di quarantott' ore, quando è esploso il botta e risposta tra la maggioranza e Atlantia. Prima il comunicato della società, poi la presa di posizione dei pentastellati che non vogliono arretrare.

RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Ma il ministro degli Esteri sa che questo non è il momento - proprio mentre in Europa si gioca la partita sul recovery fund - per esacerbare gli animi nell' esecutivo. E nemmeno per stravolgere i delicati equilibri che regolano il Movimento. Ecco perché l' ex leader si trova a vestire i panni del diplomatico, del pompiere.

 

Ascolta i segnali di sintonia degli alleati, rassicura anche i dem (con la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli a dir poco seccata dopo l' attacco del suo vice Giancarlo Cancelleri).

roberto tomasi autostrade per l'italia

 

Di Maio sa bene che il tema concessioni è molto sentito nel Movimento. E che può cementare malumori. Lo si è visto anche dalla difesa di Alessandro Di Battista a Stefano Buffagni, finito al centro della polemica con Atlantia (non a caso il deputato lombardo sta lavorando in prima linea al dossier cercando una soluzione che possa soddisfare i Cinque Stelle). Per quello l' ex capo politico parlando con i suoi prova a fare quadrato.

 

GIUSEPPE CONTE A GENOVA

Cerca di dare una prospettiva, che vada oltre la legislatura corrente. «Il tema autostrade riguarda un tema storico del nostro Paese, ovvero, quello delle concessioni di beni e servizi pubblici. In diversi casi, i nostri beni dello Stato sono stati concessi ad un prezzo e un tempo congruo, in tanti altri sono stati svenduti, a tal punto che quando lo Stato vuole riprenderseli, ha serie difficoltà», argomenta con i suoi.

 

autostrade benetton

Ma la posizione è quella di rassicurare che non ci saranno scossoni in grado di mettere alla prova la tenuta dell' alleanza giallorossa: «Il governo è sempre stato compatto sulla procedura che riguarda Autostrade. Tutti riconoscono che le concessioni ai Benetton siano convenienti solo per loro».

 

Poi punge chi punta al braccio di ferro: «Nessuno può pensare di poter ricattare lo Stato, anche perché con gli ultimatum non si va da nessuna parte».

fratelli benetton

 

Di Maio sa che la questione è spinosa, complessa sotto molti punti di vista. Rivolto ai fedelissimi sottolinea il tasto a cui non può sottrarsi nessuno degli alleati di governo: il ricordo della tragedia di Genova. «Ci sono 43 vittime la cui memoria va onorata. C' è il dolore delle loro famiglie, che chiede giustizia e verità. E lo Stato deve garantirgliela», spiega.

 

E poco dopo precisa: «Qui parliamo del crollo di un ponte, quindi della sicurezza dei nostri cittadini. Non è uno scherzo. Non è un tema su cui si possono intavolare compromessi. Il dialogo resta aperto, nessuno vuole polemiche sterili in questa fase delicata per il Paese, ma non si minacci lo Stato». Secondo il ministro, «già prima del crollo del Ponte Morandi, quelle concessioni erano inique, dopo il crollo, che ha dei responsabili, sono insostenibili di fronte alla storia».

paola de micheli 1

 

Un punto sui cui il Movimento è irremovibile. Dialogo sì, ma a condizioni chiare. E una mano tesa nei confronti di De Micheli: «Tante persone al governo, a partire dal ministro delle Infrastrutture stanno lavorando a questo dossier - sottolinea Di Maio -. E non solo a eliminare questa totale iniquità, ma anche a garantire un servizio migliore ai cittadini, dopo che saranno assunte le decisioni».

 

Si parla tra le ipotesi di riduzione delle tariffe (con il M5S che vorrebbe un taglio del 10%), tuttavia l' ex leader evidenzia come sia «un processo lungo che va avanti da quasi due anni, servirà tanta serietà e determinazione.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...