Nico Varasi per "Libero Quotidiano"
Avete mai provato a digitare in Google Imagine la parola "turkey"? Le prime sette fotografie risultanti sono di tacchini, la settima è del presidente Recep Tayyp Erdogan, con il suo faccione in mezzo a sei bandiere turche, tre per parte.
È ovvio, penserete voi, la parola "turkey" in inglese significa sia tacchino che Turchia (la prima deriva ovviamente dalla seconda, una metonimia di "Turkey cock") e se si parla di una cosa o dell'altra lo si può capire solo dal contesto della frase o al massimo dal maiuscolo.
La stessa ricerca però deve averla fatta anche Erdogan il quale, si sa, non è esattamente il più malleabile dei capi di Stato, e l'idea che il suo amato Paese sia confuso con un uccello, nemmeno tra i più intelligenti, deve averlo mandato, come si suol dire, in bestia.
Tantopiù che tale uccello, arrostito, è il piatto nazionale degli Stati Uniti d'America, servito alle tavole di ogni americano che si rispetti nel giorno del Ringraziamento. La cosa poi non è così banale, perché la Turchia, in turco Türkiye, viene chiamata Turkey, cioè tacchino, in tutti i consessi internazionali, Onu compreso, e questo per il presidente che si crede sultano è inaccettabile.
ORGOGLIO
Da qui nasce dunque l'idea discussa ad Ankara di cambiare le carte in tavola, di fare in modo che la parola "turkey" riferita alla Turchia venga ufficialmente cancellata, e al suo posto venga utilizzato l'originale Türkiye, magari anche senza la dieresi.
C'è poi anche una questione di orgoglio nazionalista, Erdogan non vuole che la Turchia si adatti all'attuale lingua franca, cioè l'inglese: "Lascia che sia l'inglese ad adattarsi a noi". L'operazione è iniziata dalle cose semplici, tipo le etichette dei vestiti che invece di riportare "Made in Turkey" già da un po' di tempo sfoggiano un "Made in Türkiye", ma nei prossimi giorni Ankara ha intenzione di presentare all'Onu una richiesta ufficiale di cambio di nome.
Basterà? Sicuramente no, ogni lingua ha il suo sviluppo legato al popolo che la parla, e gli interventi esterni raramente hanno avuto effetti concreti.
NOMEN OMEN
Perfino cambiando completamente il nome del Paese difficilmente si ottengono gli effetti voluti, almeno nel breve termine. Lo hanno fatto ad esempio l'Iran e il Myanmar, ma la gente comune continua a chiamarli rispettivamente Persia e Birmania. Erdogan si metta l'anima in pace, il suo destino da "turkey cock" non glielo toglie nessuno.
ERDOGAN CON L'UCCELLO IN TESTA TURCHIA - SOSTENITORI DI ERDOGAN erdogan 1 ERDOGAN