Camilla Conti per "La Verità"
DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE
«Arcuri ha fatto un lavoro straordinario nonostante critiche ingenerose e spesso strumentali, ha permesso all'Italia di partire con il piede giusto nella fase in cui dovevamo fare i conti con la mancanza dei vaccini e comunque anche allora eravamo tra i primi in Europa».
Così ha detto l'ex premier Giuseppe Conte nell'intervista pubblicata ieri dal Corriere della Sera commentando la gestione dell'ex commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, e precisando che «la situazione oggi è molto diversa».
Solo che il successore, Francesco Paolo Figliuolo, nominato il primo marzo, ha dovuto non solo rimediare agli errori commessi dal suo predecessore ma anche gestire un'eredità complicata dal punto di vista finanziario.
Tanto che ieri, nel corso dell'audizione tenuta davanti alla commissione Bilancio della Camera sul dl Sostegni bis, il generale ha fatto un passaggio sulla gestione precedente e ha illustrato la spending review portata avanti dalla struttura commissariale per ottimizzare le risorse a disposizione che garantirà un risparmio di 345 milioni.
il commissario figliuolo si vaccina
Tra questi tagli spicca l'annullamento della costruzione dei padiglioni per la vaccinazione, le cosiddette «primule», che avrebbe portato un risparmio di 189 milioni. Figliuolo ha infatti presentato l'attività finanziaria e amministrativa del commissariato per l'emergenza.
E lì sono cominciate le stoccate: «Fin da subito, quale primo input all'atto dell'assunzione del mio incarico, ho dato impulso tramite il mio staff a tutte le azioni necessarie al pagamento delle spese insolute derivanti da attività negoziali perfezionate dalla precedente struttura, al fine di dare respiro al tessuto imprenditoriale del Paese già gravemente provato dagli effetti economici dell'emergenza in atto».
In tale contesto, «si è provveduto al pagamento di oltre 1,6 miliardi di euro per lo più riferiti a impegni di spesa precedentemente assunti. L'intendimento è quello di recuperare il ritardo accumulato nelle tempistiche di pagamento e onorare gli impegni nei tempi previsti contrattualmente», ha sottolineato il generale.
Che appena arrivato ha dovuto fare ordine sul fronte finanziario. Ha subito avviato una ricognizione dei contratti operanti, e degli impegni presi da Arcuri, dalla fornitura di dispositivi di protezione ai gel disinfettanti, dai kit diagnostici alle spese di logistica.
Parliamo di «oltre 200 contratti operanti per cui risultano impegni assunti in termini sia di fatture già emesse, sia di fatture ancora da emettere, per oltre 2,2 miliardi», ha spiegato Figliuolo.
Il nuovo commissario ha dovuto da un lato definire il fabbisogno puntale «per raggiungere gli obiettivi della campagna senza intervenire con ulteriori provvedimenti» e dall'altro «minimizzare gli impatti su finanza pubblica assicurando una migliore allocazione risorse».
È così emersa un'esigenza complessiva di circa 1,65 miliardi di euro. E su questa base è partita un'analisi di merito delle attività contrattuali in un'ottica di razionalizzazione e di spending review. Arrivando a risparmiare i 345 milioni. In che modo? Quasi 190 milioni sono stati tagliati facendo «seccare» le primule, ovvero annullando la procedura di gara per i padiglioni.
Sono poi stati rinegoziati i prezzi praticati per lo stoccaggio delle merci con un risparmio di 22 milioni al mese a decorrere da marzo, quelli per la fornitura di aghi e siringhe con un risparmio di 1,5 milioni complessivi, sono stati ridotti i contratti per le forniture delle tute monouso con un risparmio di 44,5 milioni complessivi.
In aggiunta, «sono state intraprese azioni per ottimizzare le spedizioni aeree dai Paesi extra Ue usando il criterio del pieno carico degli aeromobili, pianificando i trasporti aerei in termini qualitativi dedicandoli quasi esclusivamente al materiale correlato alla campagna vaccinale e provvedendo al trasporto del restante materiale con un più economico trasporto su rotaia. E un'attenta analisi ha pressoché azzerato gli extra costi per le spedizioni urgenti», ha aggiunto Figliuolo.
Che punta all'effetto combinato tra questa spending review e l'articolo 34 del dl Sostegni bis dedicato alle disposizioni urgenti in materia di salute che garantisce la massima flessibilità da parte del commissario straordinario circa l'utilizzo delle risorse disponibili (1,65 miliardi autorizzati per il 2021).
Effetto che può appunto determinare un minor fabbisogno di nuovi soldi pubblici. Ma c'è un problema. Perché nel decreto si precisa che queste risorse pari a 1,65 miliardi sono trasferite previa presentazione del rendiconto amministrativo della struttura commissariale.
Figliuolo si impegna a dare evidenza delle spese effettuate e degli impegni relativi al suo periodo di gestione, ma per i mesi precedenti lo deve fare l'ex commissario. «Credo ci voglia un intervento normativo in sede di conversione» del dl Sostegni bis «perché per il pregresso ognuno è responsabile di ciò che ha fatto. Ancorare l'utilizzo delle risorse al fatto che una struttura debba presentare un rendiconto di un'altra struttura non mi sembra coerente con i principi contabili generali», ha dunque sottolineato il generale.
Precisando che per il pregresso, «la Ragioneria generale ha dato mandato alla ragioneria territoriale di Roma di acquisire il rendiconto amministrativo dal mio predecessore». Insomma, manca all'appello il consuntivo di quel «lavoro straordinario», Conte dixit, fatto da Domenico Arcuri.