Federica Fantozzi per www.huffingtonpost.it
Le dimissioni di Luca Morisi hanno lasciato due cose nella Lega, oltre all’affetto di Matteo Salvini per la “bravissima persona massacrata sul nulla per colpire me”. La prima è un pesante silenzio sulla vicenda che gli amici attribuiscono a “senso del pudore” e i nemici all’incandescenza della materia.
Ovvero, il coinvolgimento in un’indagine per cessione di droga. La seconda è un vuoto comunicativo-strategico ben sintetizzato da un uomo dell’inner circle del Capitano: “Non è che andato via Luca sia arrivato Steve Bannon. E nemmeno Madre Teresa”.
Adesso Morisi, creatore della Bestia ed ex guru social della fase più espansiva del partito, sta per tornare. Salvini lo ha anticipato al programma di Massimo Giletti: “Se vuole può venire a lavorare con me anche subito, la porta per lui è sempre aperta”.
E racconta “il Fatto Quotidiano” che l’invito potrebbe concretizzarsi già a gennaio se – come chiesto dalla Procura per “tenuità del fatto” vista la “modica quantità” dello scambio – il gip di Verona archivierà le accuse di detenzione e cessione di stupefacenti a carico di Morisi.
Che dunque potrà gettarsi alle spalle la disavventura giudiziaria, iniziata alla vigilia di Ferragosto nella nottata con due escort rumeni conclusasi con l’arrivo dei carabinieri e il ritrovamento di una bottiglia di Ghb (nello zaino di uno dei due giovani ospiti) e di 0,30 grammi di cocaina (dentro un libro nel cascinale dell’ex spin doctor leghista).
Una vicenda con più di un lato in ombra. Il social manager anticipa a Salvini la valanga che sta per colpirlo, prova ad anticiparla dimettendosi da tutti i ruoli per motivi “personali e familiari”, ma finisce travolto dalle rivelazioni sulla stampa.
“Non ho commesso reati ma una grave caduta come uomo – dirà –. Chiedo scusa a tutti, è un momento doloroso della mia vita che rivela fragilità esistenziali”.
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Quattro mesi dopo “Matteo” lo rivuole in squadra. Per risarcirlo, da buon amico, di quanto ha patito. Per farne un simbolo contro la “cattiva giustizia”, magari da sfoggiare al referendum primaverile (anche se le indagini sono durate poco e si avviano all’happy ending).
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E contro le “bestie progressiste” come lo ha sollecitato “Libero”: “Restituiscigli i galloni che aveva conquistato per meritocrazia e ha perso per mediacrazia, la mattanza giornalistica sulla sua vita privata partendo da un’ipotesi accusatoria impalpabile”.
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Per Morisi è in cantiere un ruolo diverso dal precedente, una nomina ad personam, più sfumata rispetto agli organigrammi di via Bellerio e maturata nella strettissima cerchia salviniana: consigliere personale alla comunicazione del segretario.
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Un modo per non spaccare il partito, dove l’ala governista non esattamente si macera nel rimpianto del tempo che fu, e l’ultra-cattolico senatore Pillon si lasciò sfuggire con il “Foglio” che l’addio “per la Lega è una bella notizia”.
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Contemporaneamente è un modo per non perdere il talento di chi ha inventato la campagna anti-immigrati e il vinci-Salvini, la propaganda contundente e la Nutella, i bacioni e le contestatrici minorenni additate ai followers.
MEME SU MATTEO SALVINI E LUCA MORISI
È tutto ancora da vedere: nella Lega c’è chi non sa (quasi tutti), chi non vuole parlarne, chi aspetta alla finestra. Di indurre dal particolare (Morisi) l’universale (Salvini). Ovvero capire se nell’era Draghi – per dirla con Antonio Palmieri, ex social manager berlusconiano – “lo shitstorming abbia ceduto il posto al brainstorming”.
MATTEO SALVINI E LUCA MORISI MEME
Al netto di eccessi voyeuristici, resta però un dato: poiché Morisi ha consumato droga ogni crociata contro il traffico di stupefacenti, ogni citofonata a presunti spacciatori, ogni tweet “la droga è merda, viva la vita” d’ora in poi non potrà non tenerne conto.
iva garibaldi luca morisi matteo salvini SALVINI E MORISI CON MITRAGLIETTA luca morisi, matteo salvini e lo staff della lega festeggiano la vittoria alle europee