Estratto del’articolo di Marco Zatterin per “la Stampa”
Alle 7.55 del mattino Valdis Dombrovskis scherza e dice di essere al terzo caffè. La giornata del vicepresidente esecutivo della Commissione Ue comincia con un incontro nel bar davanti alla Sala Sanada del centro congressi dove si tiene il World Economic Forum, occasione che coglie per ricordare le due grandi variabili con cui dobbiamo misurarci, la recessione che pare scongiurata e la guerra contro Kiev che non sappiamo come andrà a finire.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Certo, assicura al piccolo gruppo di giornalisti l'ex premier lettone, è il tempo di «evitare che vi siano contraddizioni fra la politica monetaria e quelle di bilancio». Un invito preciso a vigilare sui deficit, questo, che vale molto per l'Italia, visto che il Paese gli sembra «sulla strada giusta» e dunque «non è il momento di abbassare la guardia». […]
[…] Tutto tranquillo sul fronte italiano?
«La nostra valutazione della manovra per il 2023 è positiva. Le cose sono nel complesso sulla strada giusta. L'attuazione delle nostre raccomandazioni va bene. L'importante è non perdere slancio».
paolo gentiloni valdis dombrovskis
Perché?
«Il 2023 sarà il grande anno dei pagamenti legati al Next Generation Eu e tutti gli Stati membri devono avanzare con le riforme e gli investimenti. Non si può restare indietro».
Molto dipende dal nuovo Patto di Stabilità. A che punto siete?
«Stiamo discutendo con gli stati sulle nostre linee guida. Cerchiamo di costruire il consenso più ampio possibile prima del vertice di marzo, in modo da poter intavolare una proposta legislativa».
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI
C'è possibilità di adottare la regola aurea secondo cui gli investimenti virtuosi non contano per il debito?
«Non è una domanda a cui si risponde sì o no. È molto controversa. Noi proponiamo che gli stati preparino i loro piani di bilancio ragionati in genere su un arco di quattro anni. Se realizzano riforme e investono sulle priorità europee, possono ottenere un più graduale percorso di aggiustamento dei conti pubblici. In questo caso c'è un legame fra la strategia di governo e la correzione di bilancio».
[…] Il veicolo non potrebbe essere il Mes, visto che è lì, parcheggiato in attesa di qualche catastrofe finanziaria?
«È improbabile che si utilizzi il Mes. È un meccanismo al servizio di uno scopo differente, deve offrire sostegno e salvaguardia in caso di crisi. Attualmente, stiamo pensando a qualcosa di diverso».
joe biden ursula von der leyen
Ma nessuno lo usa…
«Certo il Mes è qualcosa su cui ragionare. Durante la pandemia, nonostante le disponibilità, non ha attratto alcun interesse. È divenuto oggetto di una percezione negativa, soprattutto in alcuni Paesi».
Con l'Inflation reduction act (Ira) gli Usa hanno posto le premesse per una nuova guerra commerciale.
«In generale c'è il rischio di una frammentazione del mercato. Notiamo crescenti tendenze protezionistiche in giro per il mondo. Se tutto questo si concretizzasse, l'Europa in quanto rilevante attore commerciale pagherebbe gravi conseguenze.
Per questo dobbiamo sostenere e difendere un sistema multilaterale basato su regole precise e rispettate. Solo così l'Unione può rimanere aperta e attraente per gli investitori».
[…] Cosa farete?
«Dobbiamo analizzare bene la questione degli aiuti di stato per garantire l'integrità del mercato unico. Sarebbe bene evitare reazioni dei singoli stati. Ci sono diversi modi in cui si possono sostenere le imprese, con sussidi o con riduzioni di tasse. Ma tutto deve avvenire in una cornice europea equilibrata dal punto di vista della concorrenza in modo da utilizzare al meglio i fondi esistenti, ricalibrando temporaneamente le regole sugli aiuti di stato e non eliminandole. Presenteremo le nostre proposte il primo febbraio».
GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI