Da “Ansa”
Il segretario di stato americano, John Kerry, avrebbe fatto pressioni sull'Ecuador perche' convincesse il numero uno di Wikileaks, Julian Assange, a non pubblicare documenti su Hillary Clinton. Lo rivela la stessa Wikileaks su Twitter.
L'abboccamento a margine dei negoziati di pace con le Farc, in un incontro bilaterale del 26 settembre scorso. Assange e' rifugiato presso l'ambasciata dell'Ecuador a Londra dal 2012. E qualcosa dev’essere successo.
Tant’è che Wikileaks lancia una forte accusa contro l'Ecuador, considerato uno dei suoi più importanti alleati. Sarebbe stata l'ambasciata a Londra a tagliare il collegamento internet a Julian Assange, il fondatore del sito rivela-segreti che lì vive da rifugiato politico.
l ambasciata dell ecuador a londra
L'organizzazione lo afferma su Twitter dopo che ieri aveva puntato il dito contro un "soggetto statale" e molti avevano pensato agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna. Wikileaks lascia comunque intendere che ci possa essere stato un coinvolgimento di Washington, poiché il taglio dell'accesso al web è avvenuto sabato scorso, poco dopo che il sito aveva pubblicato i discorsi per Goldman Sachs della candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton.
La sede diplomatica del Paese sudamericano smentisce ogni forma di complotto. "Continueremo a proteggere Julian Assange e a mantenere l'asilo politico che gli abbiamo garantito nel 2012", afferma una fonte dell'ambasciata.
ASSANGE- AMBASCIATA ECUADOR A LONDR
Ed a proposito di Hillary Clinton, lo staff della candidata democratica avrebbe preso in esame di nominare vice presidente in caso di vittoria o l'amministratore delegato di Apple Tim Cook, od il fondatore di Microsoft Bill Gates o l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg. Questi alcuni dei nomi valutati dallo staff di Hillary Clinton per la vice presidenza, prima che la scelta ricadesse su Tim Kaine.
E' quanto emerge da alcune delle email pubblicate da Wikileaks di John Podesta, il responsabile della campagna di Clinton. Nella email vengono indicati 39 nomi per i papabili vicepresidenti, incluso quello di Bernie Sanders e di Elizabeth Warren. In corsa ci sono state anche Mary Barra, l'amministratore delegato di General Motors, e Melinda Gates, la moglie di Bill Gates.
Nel giugno 2015 la campagna di Hillary Clinton ha organizzato un incontro con Cook, ma un componente dello staff di Hillary aveva avvertito che era necessario procedere con cautela. Cook ''ci sostiene ma e' nuovo a questo e ritengo che dovremmo procedere con calma''.