Domenico Marchese per www.repubblica.it
Dopo aver analizzato il futuro del calcio nell'immediato, assecondando ogni scelta effettuata dal governo italiano per il bene della salute pubblica, Andrea Agnelli ha esposto al forum del Financial Times Business of Football Summit, in corso di svolgimento a Londra, anche le sue idee sulla riforma della Champions League e sul futuro a lungo termine del calcio. "Quello che stiamo facendo è analizzare le dinamiche e capire cosa vorranno i consumatori nei prossimi 10/15 anni".
Il presidente della Juve è sempre stato esplicito, indicando nelle grandi partite tra grandi squadre il menu preferito dagli appassionati di tutto il mondo: un crescente desiderio di grandi match che portano naturalmente alla creazione di una superlega. Con l'ipotesi di licenze a lungo termine per evitare che si ripeta la situazione di quest'anno: l'Atalanta in Champions con una sola stagione positiva, la Roma fuori nonostante "abbia contributo negli anni a tenere alto il ranking italiano".
Un punto di vista condivisibile o meno, ma che si scontra evidentemente contro l'idea fino a oggi dominante: "Stiamo cercando di capire come offrire ad un maggior numero di società la possibilità di crescere e diventare grandi - spiega il presidente della Juventus -. Oggi ci sono posizioni dominanti, le leghe minori hanno meno possibilità di lottare".
Un'idea sulla falsariga del basket, che permette alle squadre che detengono un diritto pluriennale di poterne usufruire raggiungendo un risultato minimo: "Mantenere il proprio livello internazionale con una determinata posizione minima in classifica. Ho grande rispetto per quello che sta facendo l'Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla Champions. Giusto o meno, penso poi alla Roma, che ha contribuito negli ultimi anni a mantenere il ranking dell'Italia, ha avuto una brutta stagione ed è fuori. Con tutte le conseguenze del caso a livello economico. Bisogna proteggere gli investimenti".
Si potrebbe obiettare che anche l'Atalanta, per quanto con un inizio e una piazza decisamente più piccola, stia affrontando tanti investimenti, dallo stadio al settore giovanile, che se fatto nel modo giusto costa molto più degli investimenti economici fatti per acquistare un calciatore. Un percorso, quello disegnato da Agnelli, che potrebbe escludere piazze virtuose come quella bergamasca, o comunque rendere più difficile il cammino:
"Non lo so, si tratta di mettere in campo un processo trasparente per questa decisione. Ci sono squadre che hanno fatto la semifinale di Champions League, che hanno vinto il campionato o la coppa e che guadagnano le qualificazioni solo per il ranking del loro paese. L'obiettivo è bilanciare, quanto pesa il contributo al calcio europeo e quanto pesa la prestazione di un singolo anno. Non ho la risposta. Quello che va capito è come assicurare ai club sani, ma anche limitati dalle dimensioni del loro mercato, a lottare e a non trasformarsi in realtà dedicate alla crescita dei giocatori per le grandi società. Gli ottavi di Champions quest'anno ne sono la dimostrazione, anche la Coppa del Mondo 2018 è stata la dimostrazione del dominio dei paesi europei".
Retrocessi in borsa
Tre mesi nel listino dei titoli con maggior capitalizzazione, prima di essere retrocessa nel Mid Cap. Il titolo Juventus abbandona il Ftse Mib, che comprende le maggiori 40 società italiane per capitalizzazione, venendo sostituita a partire dal 23 marzo da Banca Mediolanum. La notizia è diventata ufficiale nella giornata di oggi dopo che ieri il titolo, sceso sotto la soglia di 0,90 euro, aveva chiuso ancora una volta in forte ribasso. Difficile ipotizzare un declassamento dovuto ai risultati sportivi, visto che fin dall'ingresso in Borsa la Juventus aveva puntato sulla solidità societaria più che sui risultati sportivi, troppo aleatori e soggetti ad oscillazioni. Decisiva la relazione finanziaria semestrale in cui è stato certificato un deficit di 50,7 milioni di euro e le prospettive certamente non entusiasmanti, visto il doppio turno di campionato a porte chiuse che potrebbe portare una mancato incasso di 10/15 milioni, strettamente connesso alle disposizioni che saranno impartite per la sfida di Champions League contro il Lione.
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