Estratto dell'articolo di Matteo Pinci per “la Repubblica”
Le partite non durano più 90 minuti e nemmeno 45. […] L’attenzione del pubblico per il calcio dura 35 minuti. È questo il tempo che il tifoso italiano medio dedica alle partite: non soltanto quelle della Serie A. La questione è globale.
La generazione highlights non può più aspettare: una volta erano ragazzini che guardavano svogliatamente la loro squadra accanto al papà tifoso, magari distraendosi sui social network. Ora sono giovani adulti che iniziano ad avere potere di spesa. E il prodotto che acquistano lo guardano come piace a loro. Per questo funziona eccome la tecnologia che, aprendo il “canale” con la partita già iniziata, segnala sulla barra di scorrimento gli episodi rilevanti, come un gol, un’espulsione[…]
Gli ascolti non sono calati, da un anno all’altro. Ma che il calo costante di minuti davanti alla tv sia un fatto lo sanno bene anche i broadcaster che nel calcio investono. Per questo si moltiplicano i tentativi di tenere le nuove generazioni davanti allo schermo durante le partite attraverso attività correlate: le live chat, i pronostici in tempo reale […] anche usando l’intelligenza artificiale. Di certo, da quando la Serie A è tutta su Dazn (e ora anche Sky è prevalentemente in streaming), sempre più italiani stanno cambiando il modo di seguire il calcio.
Ogni settimana mezzo milione di italiani tifa la propria squadra guardandola sul telefonino. […]. Restano tanti, tantissimi, la stragrande maggioranza quelli che preferiscono la comodità del divano: ma se lo scorso anno erano oltre l’83 per cento (il dato riguarda la media di tutto il campionato passato), oggi siamo tra l’80 e l’81 per cento.
Circa centomila persone in più ogni weekend quindi virano verso uno schermo diverso dalla televisione: il telefonino, il tablet, il pc, i cosiddetti small screen: 665 mila a settimana un anno fa, 765 mila oggi. E di questi, la stragrande maggioranza si collega con lo smartphone, quasi due su tre. […] Quando nel 2021 Dazn, la tv in streaming, si è aggiudicata i diritti di tutte le partite del campionato, il progetto era chiaro: al suo fianco aveva Tim che si prefiggeva dichiaratamente di convincere gli italiani ad abbonarsi alla fibra, di utilizzare il calcio per digitalizzare il Paese.
E in parte ha funzionato: chi si abbona a Dazn ha sempre una tariffa flat per internet. E se sono aumentate di circa due terzi le vendite delle tv che si connettono alla rete un impulso lo ha dato anche il pallone. Se non soprattutto. Le partite più viste sugli schermi di casa sono soprattutto i big match e non si fatica a capire il perché. Per tutti gli altri, presto basterà uno smartphone e mezz’ora di attenzione.