marotta zhang gerry cardinale inter milan

DAGOREPORT – ALLA VIGILIA DEL DERBY CHE FORSE CONSEGNERÀ ALL’INTER LA SECONDA STELLA IN FACCIA AI TIFOSI DEL MILAN, GIUSEPPE MAROTTA METTE A SEGNO UN ALTRO COLPO: OTTIENE DA PIMCO UN FINANZIAMENTO DA 400 MILIONI PER RIPAGARE IL DEBITO CON OAKTREE, DANDO FIATO AL SUO AZIONISTA-FANTOCCIO ZHANG – INVECE GERRY CARDINALE VINCE LO SCUDETTO DEL BILANCIO, CHE IN UNA NAZIONE DOVE COMANDANO I FURBETTI, SA TANTO DELLA COPPA DEL NONNO – OGGI AL “SOLE 24 ORE”, CARDINALE RIPETE DI NON AVER BISOGNO DI SOCI PER IL MILAN. INTANTO HA FATTO SCADERE L’ESCLUSIVA CON GLI ARABI DI PIF, CHE AVREBBERO PORTATO 550 MILIONI E ANTONIO CONTE IN OMAGGIO…

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DAGOREPORT

 

zhang marotta foto mezzelani gmt072

Alla vigilia del derby che probabilmente consegnerà all’Inter la seconda stella in faccia ai tifosi del Milan, Giuseppe Marotta mette a segno un altro colpo, come a sottolineare ancora una volta la differenza di statura con i suoi dirimpettai dell’altro lato del Naviglio.

 

L’amministratore delegato dell’Inter è infatti riuscito a ottenere da Pimco un finanziamento da 400 milioni per ripagare il debito con Oaktree, dando così fiato al suo azionista-fantoccio Zhang che, nonostante la Gazzetta segnali sempre in arrivo o ora al Gp di F1 a Shanghai, in realtà non esce da casa dalla scorsa estate.

 

gerry cardinale

Così la squadra nerazzurra come un calabrone continua a volare e a mietere successi, mentre Gerry Cardinale vince lo scudetto del bilancio, che in una nazione come l’Italia dove comandano i furbetti, sa tanto della Coppa del Nonno.

 

Cardinale, che oggi ha rilasciato al “Sole 24 Ore il suo pensiero (che purtroppo per i milanisti sembra prescindere dalla vittoria) mentre pasteggiava al Portrait di Milano a base di Coca Cola, invece continua a dire di non aver bisogno di soci.

 

Per lo scorno dei tifosi milanisti, che sono stufi di essere umiliati dai cugini, il fondatore di Red Bird ha fatto scadere l’esclusiva con gli arabi di Pif, che avrebbero portato nelle casse della holding milanista 550 milioni di euro e Antonio Conte in omaggio, ed è tornato sul mercato cercando investitori migliori.

 

BEPPE MAROTTA E STEVEN ZHANG

Quindi lo scenario rossonero si tinge a tinte fosche: al posto dell’uscente Pioli con ogni probabilità arriverà il basco Lopetegui, detto El Cagon. Secondo la Gazzetta dello Sport i giocatori più importanti, da Leao e Theo Hernandez sono sul mercato. E Cardinale continuerà ad avere i conti a posto e a bere coca cola a pranzo, mentre l’Inter parteciperà alla Coppa del Mondo per Club e volerà verso la terza stella…

 

«ECCO COME FARE BUSINESS: PROGETTI A LUNGO TERMINE INTEGRANDO SPORT E MEDIA»

Estratto dell’articolo di Paolo Bricco per “Il Sole 24 Ore”

 

gerry cardinale

[…] Gerry Cardinale, che in Italia è noto come proprietario del Milan, è prima di tutto un americano atipico. Nel suo caso la massima “il denaro è misura di tutte le cose” – trasformazione estrema nel mondo nordamericano della frase del filosofo greco Protagora “l’uomo è la misura di tutte le cose” – non è valida. Per lui il denaro è misura di molte cose. Ma non di tutte. E anche la sua adesione alla vita standard del capitalismo americano non è affatto perfetta.

 

«Harvard mi ha dato moltissimo. Harvard non è Wharton. Wharton, la business school della Pennsylvania University a Philadelphia, è la scuola che forma meglio, in senso classico e tecnico, chi poi va a lavorare a Wall Street. Harvard, a Boston, grazie al suo programma di Social Studies, che è il più impegnativo di tutti, insegna invece il piacere intellettuale della contaminazione fra economia, storia, sociologia, filosofia. Mi ha insegnato moltissimo la lettura di classici come Adam Smith, Alexis de Tocqueville, John Stuart Mill, Karl Marx, Emile Durkheim, Max Weber, Sigmund Freud».

 

PAUL SINGER E GERRY CARDINALE E GORDON SINGER

Siamo al ristorante dell’hotel Portrait a Milano di Corso Venezia («quando sono in Italia per seguire il Milan soggiorno sempre qui»). Ci troviamo all’interno del giardino di inverno. Fuori la giornata è bellissima. «Mi piace molto questo hotel della famiglia Ferragamo. E mi fa piacere che al ristorante conoscano le mie abitudini. Mi fa sentire a mio agio».

 

Prima di scegliere dal menu del Portrait e di raccontare sé stesso e il suo mondo, Cardinale chiarisce alcuni punti precisi: «Visto l’interesse che rilevo sulla nostra proprietà, vorrei chiarire i fatti una volta per tutte: RedBird è l’azionista di controllo del 99,93% di AC Milan; il restante 0,07% è costituito da singoli investitori italiani che sono tifosi di lunga data del Club. Ho anche chiesto ai New York Yankees di investire una piccola quota di minoranza insieme a RedBird come parte del nostro investimento complessivo, data la forte partnership di 25 anni che ho con loro».

 

PAUL SINGER E GERRY CARDINALE

Continua Cardinale: «Quando abbiamo preso il controllo del club al momento del closing, Elliott ha fornito un prestito a RedBird con una durata di tre anni e zero diritti di governance. Questo prestito non è diverso da qualsiasi altro finanziamento di terzi che avremmo potuto ottenere, con l’ulteriore vantaggio che Elliott ha portato un track record di miglioramento di AC Milan prima della nostra acquisizione».

 

Aggiunge Cardinale: «Sono appena arrivato e non ho alcuna intenzione di vendere il Milan. Il mio obiettivo è costruire una realtà insieme solida e vincente. La solidità e l’autonomia finanziaria sono condizioni necessarie per vincere in maniera sana le competizioni. Il Milan ha margini straordinari di crescita nella performance sportiva e margini enormi di miglioramento economico.

 

RICCARDO SILVA GERRY CARDINALE

Non siamo in testa al campionato? Siamo comunque al secondo posto. E non smetteremo mai di puntare a vincere. Perché dovrei rinunciare alla proprietà? Non ci sono colloqui con alcun investitore che possa ottenere il controllo o la governance del Milan. Penso di rimanere a Milano a lungo». La cameriera si avvicina e chiede: «Signor Cardinale, facciamo il solito?».

 

Il suo antipasto è una insalata. Da bere prende una Coca-Cola Zero. Io, invece, scelgo un vitello tonnato. E, da bere, una Coca-Cola normale. […]

 

GERRY CARDINALE IN PIAZZA A FESTEGGIARE IL MILAN

 «Ho legami professionali e di amicizia con l’attore Ben Affleck, il cantante John Bon Jovi e il giocatore di basket Lebron James. Affleck ha una intelligenza dirompente. È un vulcano sempre in attività», dice Cardinale mostrandomi un lungo messaggio di testo che l’attore gli ha spedito a proposito di un nuovo progetto. «Lui, Bon Jovi e Lebron hanno due punti in comune: pensano costantemente a nuove realtà di mercato che oggi mancano e sono, a livello caratteriale, dei Maverick, dei solitari fuori dal branco».

 

Cardinale ha un track record tradizionale da investitore e, poi, ha compiuto un salto evolutivo nella dimensione di imprenditore. Da investitore di Goldman Sachs, prima come partner e poi come senior leader nella sua società di private equity, ha contribuito a gestire oltre cento miliardi di dollari di capitale privato fra azioni, debito e investimenti immobiliari e infrastrutturali.

 

FOTOMONTAGGIO DI PAOLO MALDINI E GERRY CARDINALE

Ha fatto parte del comitato per gli investimenti e del comitato per le partnership negli Stati Uniti. «Tutto questo, però, non mi bastava», racconta Cardinale bevendo la sua Coca-Cola. Nel 2014 ha fondato RedBird. Il suo profilo è quello di un imprenditore specializzato nella combinazione di fattori che nessuno ha mai ritenuto combinabili.

 

La sua attività non c’entra nulla con i private equity. La società gestisce 10 miliardi di dollari di patrimoni per conto di un gruppo di investitori istituzionali e di family office: «Il 40% delle aziende che abbiamo in portafoglio è costituito da società nate da zero, tutte con flussi di cassa positivi o in pareggio operativo fin dall’inizio e tutte che hanno occupato un segmento nel loro settore che prima non esisteva o che prima era poco significativo».

 

Gerry Cardinale

In tavola arrivano i piatti principali. Lui ha preso uno spaghetto al pomodoro. Io un riso al salto con ragù di ossobuco in gremolada. […]

 

Ventidue anni fa lui e il proprietario della squadra di baseball dei New York Yankees, George Steinbrenner, hanno creato lo Yes Network, diventata la maggiore rete regionale sportiva americana, oggi titolare dei diritti degli Yankees, dei Brooklyn Nets nella Nba, dei New York City FC nella Major Soccer League e delle New York Liberty del basket femminile. RedBird ha ancora il 14% di una società che, nell’ultima operazione sul capitale avvenuta con l’uscita di Disney nel 2019, è stata valutata 3,25 miliardi di dollari.

 

Cardinale, figlio di Philadelphia e di Boston, incarna una forma di capitalismo post Hollywood: ha fondato una casa di produzione propria, la Artists Equity, con Affleck e Matt Damon. Ma la sua identità è anche post Silicon Valley: perché le Big Tech e le piattaforme devono riempire le programmazioni di contenuti. E lui le rifornisce con una nuova concezione dello sport e dell’intrattenimento.

 

Gerry Cardinale

Dice Cardinale: «Lo sport è uno degli elementi fondamentali della mia idea di piattaforma. Il nostro portafoglio di attività sportive rappresenta un valore totale di 30 miliardi di dollari, di cui 5 miliardi di dollari di valore per le società che abbiamo creato. Credo nel modello della public private partnership, che è fondato sulla unione fra le comunità e fra chi ha i soldi e chi non li ha.

 

Il caso del Milan è perfetto. C’è il Milan, che è insieme una impresa e una squadra di calcio. C’è la proprietà, che è RedBird. C’è la comunità dei tifosi. C’è la città».

 

Gerry Cardinale

E, mentre beviamo entrambi un caffè espresso di fine pasto, mi rendo conto che Milano – con il suo mix di sport e moda, finanza e nuove tecnologie, Italia e Mondo – rappresenta in Europa un luogo perfettamente coerente con l’immaginario imprenditoriale e con gli interessi strategici di Gerry, ragazzo della Pennsylvania, lettore di Adam Smith a Boston, vogatore sulle rive del Tamigi, socio di Ben Affleck e Lebron James negli Stati Uniti e, anche ma non solo, proprietario della squadra di Gianni Rivera e di Franco Baresi.

GERRY CARDINALE 48

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