“DE ROSSI SARÀ IL MIGLIOR ALLENATORE DELLA STORIA ROMANISTA” – DOTTO SULLA "GAZZETTA" CALDEGGIA LA SOLUZIONE DELL’EX CAPITANO GIALLOROSSO COME SOSTITUTO DI MOURINHO: "SOLO LUI PUÒ RIBALTARE LA STORIA. ESSERE ALL’ALTEZZA DEL PROPRIO DESTINO NON È FACILE. CI VOGLIONO UNA PSICHE D’ACCIAIO E ANCHE UN PO’ DI SANA MEGALOMANIA (QUALITÀ PER LA QUALE A MOU SPETTA UNA CATTEDRA AD HARVARD). DANIELE DOVREBBE SOLO FARE I CONTI CON LA SUA GRANDE EMOTIVITÀ E IL SUO TROPPO AMORE. PUÒ FARCELA”

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Giancarlo Dotto per la Gazzetta dello Sport

 

daniele de rossi foto di bacco (6) daniele de rossi foto di bacco (6)

La desolante replica a San Siro del (forse) vorrei ma (certamente) non posso di quattro giorni prima nel derby è un inedito nei quasi tre anni della Roma secondo Mourinho. C’erano state debacle peggiori, sequenze più negative, ma mai una replica così sconfortante per quanto piatta, uguale a se stessa. In un passaggio della stagione dove ti giocavi tanto, a questo punto tutto, alla luce dell'esonero.

 

Una possibile finale all’Olimpico (pensate solo a come il carro di Tespi della propaganda di Mou e dei suoi trombettieri si sarebbe scatenato in caso di vittoria) e un più complicato ma non meno fondamentale accesso ai quattro posti Champions. Obiettivo ancora vivo, ma cinque squadre davanti e tutte a occhio ben più sane e coese della Roma di oggi.

 

Lazio e Milan, la stessa disfatta in fotocopia. Come presentarsi in smoking al ballo di gala e avere l’anima infestata di zecche. Alias paure. Sotto l’abito firmato, il bluff di gioco, una disperante mediocrità. Quella Roma che già con Napoli, Juventus e Atalanta e poi con Lazio e Milan sembrava aver trovato il piacere di gestire le partite piuttosto che subirle, mostrava solo in modo ancora più plateale la sua impotenza. Dybala era la sua carrozza, ma anche la sua zucca.

daniele de rossi giovanni malago foto di bacco daniele de rossi giovanni malago foto di bacco

 

 

È mancata stavolta anche la reazione, di solito puntuale dopo la sberla derby. Quel Mou gelato, sotterrato e silente in tribuna era il manifesto. Nodi al pettine? Peggio, una tempesta perfetta (ci metto anche il mancato Marcos Leonardo che s’infila nella maglia sbagliata, quella del Benfica, e va in gol dopo pochi minuti).

 

 

NARCISO EGOICO—  Siamo costretti a partire sempre da lui, José Mourinho, l’imperativo categorico. La Roma è stata pervasa da lui. Nel bene e nel male. José ha riempito gli stadi, le teste, le piazze, i sogni e gli incubi. Ha determinato felicità e nausea. Ora è il tempo della nausea. Come quando ci si risveglia da una bella e stordente ubriacatura. I suoi devoti menestrelli preferiscono farcire il loro presepe di comodi nemici, imbecilli, codardi, invidiosi, frustrati, tutto meno che pensanti. La grandezza di José non ci sfugge. Non ci sfugge nemmeno la sua vulnerabilità.

davide frattesi e daniele de rossi davide frattesi e daniele de rossi

 

Il suo punto di cedimento. José è come Narciso un egoico grave che vive, ama, odia, determina e distrugge di luce riflessa. Io sono il tuo dio, il tuo castigo, la tua fortuna e la tua sventura, tutto nasce con me e tutto finirà con me. Un probabile io paranoico, lo definirebbe qualunque clinico. Caratteristica di molti grandi condottieri (riguarda Guardiola e Bielsa, non riguarda Ancelotti e Klopp, riguarda Luciano Spalletti che, non potendo contare su una inattaccabile autostima a prescindere, ha bisogno di trovare nelle sue opere la prova di sé, che siano grandi squadre o le magnifiche strutture, cristi e spaventapasseri in ferro e chiodi, che lui inventa e costruisce con le sue mani).

 

(...)

 

daniele de rossi foto di bacco (5) daniele de rossi foto di bacco (5)

Già. E ora? Trucchi e conigli non bastano più. La soluzione? Solo una. Daniele De Rossi. Solo lui può ribaltare la storia Mourinho, la sua ambigua grandezza, tenendo accesa la fiamma. Nato per essere un grande allenatore, ancora prima che un grande calciatore, De Rossi (lo suggerisco da quando ancora non aveva smesso di giocare, un tantino prematuro come lui stesso mi rimproverò). La Spal non lo ha bruciato. Anzi. Quelli come lui diventano più forti nei passaggi a vuoto. La sua storia lo dimostra. È scritto: sarà il più grande allenatore della storia romanista. È scritto, ma non è detto che accadrà. Essere all’altezza del proprio destino non è facile. Ci vogliono una psiche d’acciaio e anche un po’ di sana megalomania (qualità per la quale a Mou spetta una cattedra ad Harvard). Daniele dovrebbe solo fare i conti con la sua grande emotività e il suo troppo amore. Può farcela. È un ragazzo intelligente e ha un grande cuore. La sua empatia include, non esclude.

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